Emanuela Martini (a cura di) ROBERT ALTMAN Il Castoro, Milano, Euro 29.00, pp. 327 Robert Altman ha potuto anche distrarsi all'interno della serialità cinematografica, film di guerra ("Mash"), giallo hard-boiled ("Il lungo addio"), gangstermovie anni 30 ("Gang"), fumetto ("Popeye"), fascinazioni anglointellettuali ("Gosford Park"). Ma il grande e vero Altman lo si riscontra quando egli s'è piegato, indifferente e beffardo, senza sdegni o moralismi, su una messa in discussione dell'immaginario collettivo d'America, Può essere l'esorcistico folclore country di "Nashville", o l'umanità in esibizionistica ricerca di sé di "Un matrimonio", o la robotizzata geometria militare di "Streamers", o il marketing hollywoodiano di "I protagonisti", o simulacri, eccitazioni, oscenità in "America, oggi". E' sempre materia per un affresco di una realtà contemporanea, edonistica, ma anche in sofferenza e paura dentro un quotidiano di norme e tensioni ereditate da un pionierismo d'affanno. Nell'ambito del Torino Film Festival 2011, Emanuela Martini ha curato in argomento un volume collettaneo di forte respiro saggistico. In premessa, al di là di "eroi e antieroi, menzogne della Storia e illusioni dell'Ideologia", lascia intravedere "Un'altra America" a riflesso di un'etica "tanto solida da superare illusioni collettive e astrazioni occasionali", e in successione, tra saggi d'altri studiosi e interviste, facendo allargare e approfondire il discorso lungo un quadrivio tematico. Sono "Miti e giochi", per dirla con Altman "a coprire, giustificare, dire verità 'ufficiali'", "Rane con le ali" modo metaforico per uno sconvolgimento di architetture narrative, "Lontano da Hollywood", come ha annotato Guido Fink, a maturazione di codici e linguaggi tipici del cinema moderno e postmoderno, e "Comeback" anche a copertura delle non poche esperienze teatrali di Altman. Alberto Pesce |