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ZUGZWANG - di e con Elisabetta Lauro e Gennaro Andrea Lauro

"Zugzwang" di e con Elisabetta Lauro e Gennaro Andrea Lauro. Foto Andrea Macchia "Zugzwang" di e con Elisabetta Lauro e Gennaro Andrea Lauro. Foto Andrea Macchia

di e con Elisabetta Lauro e Gennaro Andrea Lauro
musica Amedeo Monda
il brano Immensità è di Andrea Laszlo De Simone
luci Tea Primiterra
produzione Sosta Palmizi, Compagnie Meta (Francia), Cuenca/Lauro (Germania)
coproduzione Festival Danza in Rete – Teatro Comunale Città di Vicenza
Festival  Danza in Rete
Schio (Vicenza) teatro Civico 29 aprile 2023 PRIMA NAZIONALE

www.Sipario.it, 2 maggio 2023

Un mondo unico con due esseri pacifici in un assolato palco spoglio di ogni cosa, ed è subito l’immenso. Un costruire lentissimo, morbido eppur chissà, adombrante, che i due alchimisti dell’ultimo secolo muovono, e in un certo senso confermano e anticipano ciò che sarà a venire. Con questo Zugzwang, espressione danzante corporea e metafisica, Elisabetta Lauro e Gennaro Lauro, fratelli di sano profilo artistico, chiudono di fatto, a Schio, Danza in rete Off,  che si conferma fucina di talenti ed espressioni della nuova scena di danza contemporanea di rara qualità, di allestimenti stimolanti e creativi, che abbiamo visto con vero piacere. La serata è stata molto gradita e applaudita, va detto subito. Come due asceti i danzatori fioriscono attraverso una serie di movimenti lentissimi, quasi impercettibili che si sviluppano verosimili istante dopo istante, quasi a voler richiamare tra il resto anche la Forma 21 del Tai Chi, in armonia e concentrazione dirimpetto all’universo, usando energia atta a sopravvivere. Il movimento come suono proprio e primario, unico, vista l’assenza (iniziale) della musica che invece si espanderà a tratti impercettibile e poi progressiva, nel corso della performance. Entrambi sono e fanno parte del gioco, della consapevolezza di ciò che è, della decisione da prendere nonostante l’alto costo di quell’agire. E’ proprio lo zugzwang che nel gioco degli scacchi indica il momento in cui si è obbligati a fare una mossa anche se la stessa può portare a conseguenze non proprio idonee e ottimali. Dietro ai due, sullo sfondo, c’è una consolle che presto viene abitata da un musicista che a sua volta lentamente entra in scena e pizzica suoni e sibili vari che velano ciò che comunque nascondere non si può, la celebrazione dello scorrere del tempo, dei suoi nervosi e inquietanti attimi, di una benda enorme da mettersi negli occhi per non vedere le brutture. Ma è indispensabile come si sa la reazione, ed è ciò che i due tentano anche se scoordinati, ognuno a suo modo, nelle incognite eventuali. I suoni si amplificano, stridono, arrivano fin sotto pelle qualche volta, con battiti di orologio, tempo e spazio senza scampo alcuno di svignarsela. C’è appunto il senso reattivo, un cerchio che mai si chiude per uno stare in equilibrio lucido. Poi i movimenti minimi accelerano, richiamano altri istinti, mentre sottofondo sembra di sentire rumori di guerra, elicotteri in volo impazziti in un’umanità frastornata. E’ un crescendo lento, con i corpi liberi che cercano l’Io con istinto e creazione e le espressioni facciali che indicano gli stati d’animo attraversati. Nelle braccia allargate dei due danzatori si intravede la sofferenza di Cristo in croce in credi religiosi ma anche laici. La coreografia dei fratelli Lauro è ricerca, invenzione, studio, è occasione per vedere corpo materia, figure plastiche che si ergono a dipinti, opere, mentre la luce si attenua come fosse luna notturna. Le figure-non posture, come Gennaro Lauro le definisce, sono in un labirinto e attuano un modo di poter vivere con un proprio schema, muovendosi tra detriti, decidendo, agendo. La svolta finale è tutta nell’armonia degli ultimi movimenti sincronizzati e mansueti, sulle note della splendida Immensità, di Andrea Laszlo De Simone, che segue lo stridore elegante che inquieta a tratti delle musiche di Amedeo Monda.  La concentrazione dei fratelli Lauro è da manuale, come l’esecuzione. Prossime date, Barletta, Roma, Perugia, in un work in progress destinato sempre a rifiorire tra le frantumazioni. 

Francesco Bettin

Ultima modifica il Sabato, 06 Maggio 2023 09:40

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