venerdì, 16 maggio, 2025
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UNA NOCHE E SeR – coreografie Ricardo Cue, Sergio Bernal

"Una Noche" e "SeR" con Sergio Bernal Dance Company. Foto Graham Spicer "Una Noche" e "SeR" con Sergio Bernal Dance Company. Foto Graham Spicer

con Sergio Bernal Dance Company 
coreografie Ricardo Cue-Sergio Bernal 
Interpreti ballerini: Sergio Bernal, Cristina Cazorla, Carlos Romero 
Interpreti musicisti e voce: Daniel Jurado, Valdunciel, Paz de Manuel 
Musiche: Manuel de Falla, Joaquin Turina, Coetus (Gallo Rojo), Raul Dominguez, Daniel Jurado,
Alberto Iglesias, Pablo Sarasate, Camille Saint-Saens, Maurice Ravel
orchestra Cruz Diez e pianista Antòn
Produzione Daniele Cipriani Entertainment 
Fondazione Teatri di Piacenza, Fondazione Teatro Comunale di Bologna 2 marzo- 21 marzo-29 marzo 2025

www.Sipario.it, 1 aprile 2025

Standing ovation per la tournée italiana 2025 di Sergio Bernal Dance Company, da alcuni anni beniamino dei gala Les Etoiles di Daniele Cipriani, nonché di Las Estrellas, e desiderato ospite di talk show televisivi. Iniziato a Trieste il 28 febbraio, il tour si è concluso in data 29 marzo a Brescia, toccando da nord a sud lo stivale nelle seguenti città: Modena, Piacenza, Palermo dal 7 al 15 marzo,  Barcellona Pozzo di Grotto (16 marzo), Bologna (20-21 marzo), Roma (27 marzo), Padova (28 marzo) e Brescia 29 marzo. Popolarissimo in Spagna, Bernal, madrileno d’origine, è attualmente riconosciuto come la nuova generazione e il trait d’union tra la tradizione iberica del flamenco e la sua formazione di ballerino classico accademico, che denota da subito una cifra stilistica personale bel definita che abbraccia e fonde nelle linee essenziali di modernità e raffinatezza. Dopo l’unico e immenso Antonio Gades, battezzato dalla grande Pilar Lopez, il Duende, dal fascino malinconico, e il gitano Joaquin Cortés, Sergio Bernal si pone con ricercata eleganza nelle sfumature del flamenco, come un ponte tra una  nuova visione del flamenco, nel rispetto della tradizione, al tocco di tacco, punta, pianta, nella velocità di esecuzione di un tempo in dodici battute della buleria, piuttosto che in una seie di soleares intima che esprime solitudine. Una Noche e SeR, sono i contenitori delle varie firme coreografiche,  di Ricardo Cue e Sergio Bernal, ove assolo, passi a due e a tre insieme ai musicisti e al canto creano suggestivi quadri viventi di corpi e luci avvolgenti. Al teatro Municipale di Piacenza, un pubblico con il fiato sospeso e generoso di applausi, ha partecipato, in una osmosi caliente, alla liturgia dello spettacolo, passando dalla farruca, alla buleria, al zapateado, alla soleares, espressioni tipiche del flamenco, fino alla rilettura della Morte del Cigno famoso per essere stato interpretato dalla Pavlova, qui in versione maschile per Bernal, con El Cisne, coreografato dal co-direttore artistico della Compagnia Ricardo Cue, per concludere con un omaggio minimal al Bolero di Ravel, nell’accomiatarsi dal pubblico. Anche la firma coreografica di Antonio Ruiz Soler detto el Bailarin, insieme a Cristina Cazorla, Carlos Romero, apprezzati ballerini sulla scena spagnola, oltre alla étoile Ana Sophia Scheller, di formazione accademica classica, presente nello spettacolo SeR,  già parte del San Francisco Ballet e del Balletto Nazionale dell’Ucraina, visto a Bologna al teatro Comunale, costituiscono la formula vincente di SeR e Una Noche con Bernal. SeR significa “essere” in spagnolo, danzato sulle note di una canzone di Beyoncé, è anche la prima sillaba del nome di Sergio Bernal, un biglietto da visita, una presentazione autobiografica. Ma il flamenco è voce, chitarra e percussioni con il cajon, a cui danno spessore ed estensione, gli interpreti Paz De Manuel, Daniel Jurado, Javier Valdunciel, perché nel flamenco la massima espressione del duende, è il fascino della bellezza che risiede nel profondo della passione, che rende l’ordinario in straordinario, in uno stato elevato di emozione. Come nell’assolo del toreador di rosso porpora vestito, Bernal, risplende nel costume ideato dal couturiér Roberto Capucci. L’essenza del sentimento che Garcia Lorca, in letteratura lo traduce come una forza ispiratrice, punto massimo di tensione che si crea tra artista e spettatore, quel momento ove si comunica senza parole, l’attimo della connessione che ha consacrato Sergio Bernal, al termine di uno spettacolo a Madrid, con una trionfale acclamazione del regista Pedro Almodovar, di cui interpreta la colonna sonora del suo omonimo film.

Emanuela Cassola Soldati

Ultima modifica il Sabato, 05 Aprile 2025 12:31

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