sabato, 22 marzo, 2025
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TANZMAINZ: "Unfolding" di Philippe Kratz e "Promise" di Sharon Eyal

"Unfolding", di Philippe Kratz. Foto Andreas Etter "Unfolding", di Philippe Kratz. Foto Andreas Etter

Unfolding
Coreografia Philippe Kratz
PRIMA ITALIANA
Assistente Tom Van de Ven
Costumi Grace Lyell, Pauline Gudet
Direttore delle prove Natalia Rodina
Danzatori Paul Elie, Elisabeth Gareis, Oriana Oliveira, Réka Rácz
Direttore tanzmainz Honne Dohrmann
Direttore di produzione Lisa Besser
Collaboratore Direzione danza e Coordinatore tournée Hannah Meyer-Scharenberg
Assistente della Direzione della Danza Julia Kraus
Allestimento palco e suono in tournée Luka Curk
Allestimento luci in tournée Dominik Hager
Direttore di scena in tour Matthew Tusa

Promise
Coreografia Sharon Eyal
Consulente artistico Gai Behar
Costumi Rebecca Hytting
Composizione Ori Lichtik
Luci e scena Alon Cohen
Assistenza coreografica Rebecca Hytting, Keren Lurie Pardes
Direzione prove e produzione Natalia Rodina
Danzatori Amber Pansters, Maasa Sakano, Marija Slavec-Neeman; Zachary Chant, Finn Lakeberg, Cornelius Mickel, Matti Tauru
Direzione tanzmainz Honne Dohrmann
Direzione produzione artistica Lisa Besser
Assistente direzione danza e coordinamento tournée Hannah Meyer-Scharenberg
Direttore di scena Matthew Tusa
Produzione Staatstheater Mainz
Teatro Ariosto (RE) 15 gennaio 2025 

www.Sipario.it, 23 gennaio 2025

E’ stato un viaggio emozionante attraverso estetiche contrastanti ma complementari quello presentato dalla compagnia Tanzmainz al Teatro Ariosto di Reggio Emilia con le due opere: Unfolding del coreografo Philippe Kratz e Promise della coreografa Sharon Eyal. Il sipario si alza su Unfolding, un'opera di Philippe Kratz che incarna il rigore e la poesia. Kratz, ex danzatore di Aterballetto e ora coreografo acclamato, costruisce un paesaggio visivo di precisione matematica. Quattro danzatori entrano in scena, ciascuno avvolto in una luce tenue che definisce con cura i contorni dei loro corpi. La scenografia è essenziale: un pavimento lucido che riflette i movimenti e una parete neutra che incornicia l'azione e mette a fuoco la sola danza. Le luci, progettate con cura millimetrica, giocano un ruolo fondamentale. I tagli di luce definiscono zone dello spazio, trasformando la scena in una mappa tridimensionale in continuo mutamento. La coreografia si sviluppa come un dialogo tra solitudine e collettività. I movimenti iniziali sono assoli intricati, che esplorano le possibilità di articolazione del corpo. Le braccia si piegano e si estendono con precisione, mentre i piedi tracciano linee pulite sul pavimento. Questi gesti si trasformano gradualmente in interazioni di gruppo, con formazioni che evocano strutture minimali. Philippe Kratz ci invita a riflettere sulla bellezza dell'ordine e della simmetria, trasformando il movimento in una forma d'arte visiva. I danzatori hanno dimostrato una padronanza straordinaria nell’interpretare plasticamente la geometria emotiva disegnata da Philippe Kratz, non si sono limitati a muoversi nello spazio, ma lo hanno modellato col loro movimento. La musica, una composizione elettronica minimale, ha accompagnato il movimento con ritmi pulsanti e tessiture sonore eteree. I suoni, a tratti percussivi, hanno sottolineato i cambi di dinamica, in simbiosi con la gestualità prevista da Kratz nella sua costruzione geometrica, dove ogni movimento sembrava calcolato per creare un effetto visivo specifico.

Dopo una breve pausa, Promise di Sharon Eyal prende possesso del palco e immerge il pubblico in un universo emotivo e sensoriale, dove il corpo diventa strumento di connessione e trascendenza. In scena sette interpreti danno vita a questa coreografia ipnotica e pulsante, fluida, eppure carica di tensione. La musica elettronica di Ori Lichtik, collaboratore di lunga data di Eyal, è parte integrante dello spettacolo. Le sue pulsazioni incessanti e i loop ipnotici invitano lo spettatore a immergersi completamente nell'universo della coreografia. Promise è un rito contemporaneo, un'esplorazione dell'intimità e della collettività. I danzatori si muovono a tratti come un corpo unico, in un flusso continuo che sembra trascendere la fisicità. Le loro posture, inclinate in avanti con braccia che si estendono come ali, suggeriscono una tensione tra desiderio e vulnerabilità. Le transizioni tra momenti di gruppo e assoli sono quasi impercettibili e creano una sensazione di continuità che avvolge lo spettatore con una dinamica complessa, giocata tra movimenti esplosivi e fasi di immobilità sospesa, che amplificano l'intensità emotiva del pezzo. La scenografia è scarna, solo lampi di luce bianca e bagliori soffusi di tonalità calde, che Alon Cohen sceglie per trasformare la scena in un ambiente onirico, dove i confini tra reale e immaginario si dissolvono, e l'uso del controluce enfatizza la silhouette dei danzatori, trasformandoli. Eyal ha utilizzato il tempo come un elemento elastico, alternando momenti di accelerazione frenetica a pause cariche di tensione.

Entrambi i pezzi mettono in luce l'eccezionale livello dei danzatori di Tanzmainz. In Unfolding, la precisione è stata fondamentale: i movimenti richiedevano una consapevolezza spaziale impeccabile e un controllo muscolare straordinario per adattare il movimento alla complessità della coreografia. In Promise la sfida è stata nell'intensità emotiva costante. I danzatori hanno mantenuto una connessione sia tra di loro che con il pubblico, e hanno trasmesso una gamma molto di emozioni piena di sfumature.

La serata è stata un trionfo di arte e tecnica, capace di affascinare sia gli appassionati di danza contemporanea che un pubblico meno esperto. 

Giulia Clai

Ultima modifica il Giovedì, 06 Febbraio 2025 05:32

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