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NOTTE MORRICONE - regia e coreografia Marcos Morau

"Notte Morricone", regia e coreografia Marcos Morau. Foto Simoncini "Notte Morricone", regia e coreografia Marcos Morau. Foto Simoncini

regia e coreografia di Marcos Morau
musica di Ennio Morricone
direzione e adattamento musicale a cura di Maurizio Billi
sound design Alex Röser Vatiché, Ben Meerwein
testi Carmina S. Belda
set e luci Marc Salicrú, costumi Silvia Delagneau
assistenti alla coreografia Shay Partush, Marina Rodríguez
Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto - Commissione, coproduzione, prima rappresentazione outdoor Macerata Opera Festival - Coproduzione, prima rappresentazione indoor  Fondazione Teatro di Roma - Coproduzioni Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Centro Servizi Culturali Santa Chiara Trento,Centro Teatrale Bresciano, coproduzione Ravenna Festival | Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
al teatro Ponchielli, Cremona, 11 marzo 2025

www.Sipario.it, 16 marzo 2025

La Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto mostra i muscoli e, attraverso la politica estetica e produttiva intrapresa dal direttore Gigi Cristoforetti, dice a chiare lettere: il ruolo di Aterballetto è quello di essere un centro coreografico nazionale a tutti gli effetti, il punto di riferimento italiano di cosa voglia dire fare danza contemporanea nel Bel Paese. Se per il balletto classico esistono i corpi di ballo delle Fondazioni Lirico-sinfoniche, in primis l’Accademia del Teatro Alla Scala, per la coreografia contemporanea ad assumere questo ruolo è l’Aterballetto una compagnia che può vantare coreografi residenti, che può contare su un repertorio, che vive di una stabilità che si dimostra nella crescita dei suoi danzatori e nell’intrecciarsi delle tournée nazionali e internazionali. 

Si crede sia questo il contesto all’interno del quale leggere la produzione di Notte Moricone, affidata al coreografo Marcos Morau, una riflessione e un omaggio sulla figura del compositore per musiche da film Premio Oscar, ma riletto, reinterpretato attraverso la visionarietà di Morau e la riscrittura musicale curata da Maurizio Billi ed eseguite dall’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, uno degli attori produttori di questo kolossal danzato. E allora ciò che racconta Notte Moricone – se di racconto di può parlare – è il sogno della creatività, traccia un itinerario a spirale della vocazione musicale del compositore in una sorta di viaggio notturno. C’è Pirandello dei Sei personaggi in cui l’autore/musicista viene visitato dagli altri da sé, la moltiplicazione della propria immagine, un po’ come accadeva nel film Essere John Malkovich di Charlie Kaufman. Il set e le luci di Marc Salicrù definiscono uno spazio mentale che attraverso quinte mobili a vista si trasforma nella stanza di Morricone, in una sala di registrazione, in un cinema, piuttosto che in una sorta di ‘sepolcro’ in cui l’immagine di Morricone trova riposo nella pancia di un pianoforte. L’apertura è affidata a Morricone che gioca a scacchi con sé stesso e questo moltiplicarsi dell’immagine del compositore è il tratto distintivo di un gesto coreografico che fa dei ballerini un corpo unico, in balia fluttuante delle musiche del compositore: C’era una volta in America, il brutto e il cattivo, Nuovo cinema paradiso per citarne alcuni. Ma è come se Morau e Billi non volessero concedere allo spettatore il piacere dell’emozione che porta con sé ogni colonna sonora e ne sporcassero il segno per consegnare la memoria musicale a uno spazio indefinito, oscuro, a un funerale reiterato di un artista che pur raggiungendo le vette del successo sembrò sempre soffrire una sorta di complesso ancillare. Da qui Notte Morricone è sogno e incubo insistiti, è un viaggio magniloquente nel genio che insieme a pochi altri – Nino Rota in primis -  ha consegnato a una sua autonomia l’arte compositiva delle musiche per film. Notte Morricone è un kolossal, che strizza l’occhio alla danza teatrale e ai movimenti scenici alla Peeping Tom, che vuole mostrare quanto anche la danza contemporanea possa permettersi grandi narrazioni, anche col rischio, a tratti, di essere ridondante e perdere il filo del racconto. 

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Lunedì, 17 Marzo 2025 05:01

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