Di Matthew Bourne
Scene: Anthony Ward
luci di Howard Harrison
Musiche: P. I. Tchaikovskij
direzione musicale di Brett Morris
Regia: Matthew Bourne
Produzione: New Adventures, Ambassador Theatre Group in collaborazione con ATER
Trieste, Politeama Rossetti 7 marzo 2012
Matthew Bourne approda ancora una volta al Politeama Rossetti di Trieste con uno spettacolo in esclusiva nazionale. Dopo l'eversiva versione di "Swan Lake" ospitata l'anno scorso, il geniale coreografo e regista inglese propone come unica tappa in Italia un suo lavoro degli anni '90 ovvero "Nutcracker!", ripreso a Londra nel prestigioso Sadler's Wells durante la recente Christmas Season.
Il celebre balletto di Tchaikovsky vien riletto attraverso una cifra originale e visionaria, che ambienta la storia di Hoffmann – per altro tratteggiata solo in parte - in un orfanotrofio dalle grigie atmosfere dickensiane, per trasferirsi poi, nel secondo atto, in una mitica terra dei dolci dai toni sgargianti, dove tutto è candito, fatato ed edibile.
Nell'allestimento la fantasia e l'immaginazione regnano sovrane e si coniugano con una tecnica di danza inappuntabile, tanto elegante e nitida tecnicamente, quanto potente a livello espressivo. Tutti i ballerini hanno, infatti, capacità mimico-narrative notevoli, oltre che un'indiscussa preparazione coreutica. Si nota una compiaciuta ricerca di stupore infantile, un gusto per l'evocazione affatturante degna solo di uno storyteller, come lo stesso Bourne ama definirsi.
Apre il balletto la triste messinscena cui sono costretti la vigilia di Natale alcuni orfani, davanti allo sguardo arcigno dei direttori del loro collegio, i signori Dross, dei loro arroganti bambini Sugar (Ashley Shaw) e Fritz (Dominic North), e di alcuni benefattori. Aspettano delle offerte (che poi intascheranno gli stessi Dross) e dei giocattoli riciclati. La piccola Clara (Hannah Vassallo) riceve in regalo uno strano giocattolo, non proprio uno schiaccianoci ma un pupazzo curioso da ventriloquo, di cui lei si innamora perdutamente quando questi all'improvviso si trasforma in un giovane prestante e la porta nel mondo della neve e dello zucchero... Memorabile l'incanto della Danza dei Fiocchi di Neve, simbolo dell'ottenuta libertà, immaginata su una pista da ghiaccio che rimanda i film sui pattini della norvegese Sonja Henie. Una fantasmagoria visiva che perde il filo narrativo e rincorre l'incanto del sogno, addentrandosi in un divertissement fatto di colori, gigantesche torte di caramelle, e personaggi buffi (le liquirizie spagnole, la berlina alla panna, le ragazze Marshmallow, i bon bon Gobstoppers), impegnati non nelle tradizionali danze delle nazioni ma in quelle dei dolciumi.
Elena Pousché