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LAC - coreografia Jean-Christophe Maillot

"Lac" coreografia Jean-Christophe Maillot "Lac" coreografia Jean-Christophe Maillot

da Il lago dei cigni
Musica Petr Il’ic Kajkovskij
Musica originale addizionale Bertrand Maillot
Direttore Garret Keast
Coreografia Jean-Christophe Maillot
Scenografia Ernest Pignon – Ernest
Costumi Philippe Guillotel
Luci Dominique Drillot
Les ballets de Monte Carlo
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Personaggi e Interpreti
Il re Alvaro Prieto
La regina Laura Tisserand
Sua Maestà La Notte Marianna Barabas
Il Principe Jaeyong An
Il Cigno Bianco Juliette Klein
Il Cigno Nero Ashley Krauhaus 
Il confidente del Principe Daniele Delvecchio
Gli Arcangeli delle tenebre 
Jaat Benoot e Alessio Scognamiglio / Lennart Radtke & Koen Havenith
I Pretendenti
La Vanitosa Katrin Schrader
La falsa indifferente Elena Marzano
Le Libertine
Anissa Bruley & Ashley Krauhaus / Kathryn Mc Donald & Ekaterina Mamrenko
La Divoratrice Portia Adams
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino 16 - 17 -18 gennaio 2025

www.Sipario.it, 20 gennaio 2025

Il debutto di LAC, coreografia di Jean-Christophe Maillot ispirata prevalentemente al primo atto del Lago dei Cigni che aggiunge alle meravigliose musiche di Kajkovskij brani di collegamento di Bertrand Maillot (e la direzione sicura di Garret Keast è stata essenziale) data dal 2011, due anni dopo le celebrazioni monegasche del centenario dall’insediamento nel Principato dei Balletti Russi, che ne hanno fatto una sede imprescindibile dell’arte coreutica. Il pubblico ricorda dell’opera del compositore russo, personalità complessa nella cui creatività vive per sempre il mondo della fiaba, il secondo atto, simbolo dell’astratta perfezione della danza classica: niente di più lontano da questa creazione.

Non avendo voluto prepararci a quanto avremmo visto, per godere appieno della sorpresa, siamo stati spiazzati, rendendoci tuttavia immediatamente conto che quello che emergeva dalla creazione è il mondo della natura animale, e insieme quello delle paure che così spesso ispira il mito e la fiaba. Dapprima suggerito dalla gelida eleganza della vita di corte, bel presto abitato da colori, temi, interrogativi che farebbero la gioia di uno psicanalista. Il teatro era popolato, oltreché dal solito pubblico della classica, diciamo un po’ più agé, da una quantità di bambini accompagnati dai genitori ma anche da adolescenti, e chissà quante e quali le sollecitazioni diverse e i diversi ricordi che continueranno a vivere nel loro futuro, quali segnali del se’ avranno trovato nello spettacolo: perché c’è da dire che è stato un trionfo, non composti battimani ma partecipazioni anche vocali di vario genere diciamo pop e, vien dato di dire, liberatorie. 

Dev’essere stata una gioia per Philippe Guillotel, il costumista che si è divertito coi colori e le forme in ogni modo, creando un effetto di ubriacatura estetica, ma il capolavoro di questi cigni anarchici è l’effetto piume bianche così simbolicamente essenziali, che accentuano non la natura eterea e l’eleganza di questa bellissima creatura, bensì l’essenza animalesca dei protagonisti, inquietante. Inquietanti anche le scene di Ernest Pignon - Ernest che, partendo dalla composta prospettiva della sala del trono, con lo svilupparsi della complessa vicenda, adottano paesaggi notturni (fondamentale anche qui il lavoro di Dominique Drillot) di romantica memoria, ma romantica come nelle fiabe popolari raccolte dai Grimm, dove la lotta per la vita del popolo è senza filtri.

I numerosissimi interpreti di questa complessa vicenda ricca di colpi di scena, nei ruoli principali già presenti nel precedente balletto (magnifica la regina di Laura Tisserand, già Madonna Capuleti) capaci anche di sostenere più ruoli, interpreti che si sono avvicendati nelle recite, ci hanno permesso di apprezzare le diverse sfaccettature di questa splendida compagnia. A tal proposito si fa notare che le creazioni originali del direttore artistico e coreografo Maillot sono diverse decine, e vengono richieste dai più importanti teatri. 

Ultima ma non ultima novità del Maggio, che abbiamo cominciato ad apprezzare con i due manifesti dedicati a questa compagnia: la mano inconfondibile ed il colore dinamico di Gianluigi Toccafondo, un vero artista che avevamo avuto modo di apprezzare già all’Opera di Roma. Anche questo segno del nuovo slancio del Teatro del Maggio. Il manifesto come opera d’arte è un valore aggiunto per ciò che si va a rappresentare. Pensate solo a quanto ci teneva Puccini, e i suoi manifesti sono una vera esposizione d’arte figurativa dell’epoca.

Annamaria Pellegrini

Ultima modifica il Martedì, 21 Gennaio 2025 12:10
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