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GISELLE - coreografia Patrice Bart da Coralli, Petipa, Perrot e Dolin

Giselle Giselle Coreografia Patrice Bart da Coralli, Petipa, Perrot e Dolin

musica: Adolphe Adam
coreografia: Patrice Bart da Coralli, Petipa, Perrot e Dolin
direttore: David Garforth
scene e costumi: Anna Anni
con Svetlana Zakharova / Gaia Straccamore / Letizia Giuliani, Friedemann Vogel / Giuseppe Schiavone
Roma, Teatro dell'Opera, dal 9 al 14 febbraio 2013

Corriere della Sera, 12 febbraio 2013

L'amore tragico di «Giselle» diventa arte con Zakharova

II sommo direttore d'orchestra Giuseppe Patanè, detto Pippo, che mi onorava d'amicizia anche per via della comune origine, mi raccontò quest'episodio. Gli arriva da Francoforte la proposta telegrafica di dirigere König für eine Nacht e lui accetta convinto (Re per una notte) che si tratti di Si j'etais roi di Adolphe Adam; si trattava invece di Re per un giorno di Verdi.
Alla prima prova di lettura si accorse dell'equivoco e disse all'orchestra «fate festa per oggi». Poi passò la notte a studiare la partitura di Verdi e, con la disumana capacità di studio e di memoria che possedeva, il giorno dopo diede principio regolare alle prove.
Questa è la prima menzione che di Adolphe Adam possiamo fare. Rispetto alla profluvie della sua produzione io personalmente conosco appena qualche briciola. Ma un suo titolo è celeberrimo. Si tratta del Balletto Giselle che fu il primo Balletto romantico della Storia e il primo del quale la partitura della coreografia sia giunta fino a noi. Esso andò in scena all'Opéra di Parigi il 28 giugno 1841 nella coreografia di Coralli, protagonista Carlotta Grisi, che per il ballo aveva rinunciato al canto, verso il quale, fatto di famiglia, era supremamente dotata. E il nome d'uno dei più bei balletti della Storia è restato indissolubilmente legato a quello della ballerina.
Il soggetto si deve a uno dei più grandi poeti e scrittori di tutti i tempi, Théophile Gautier. Narra la storia di una paesanotta, Giselle, che vive solo per il ballo. Di lei s'innamora il giovane Burgravio, Albrecht, il quale per esser accettato come corteggiatore deve fingersi dello stesso ceto di lei e si fa chiamare Loys. Lascia in una capanna le insegne del suo stato, soprattutto una spada dall'elsa recante il suo stemma. Ma viene riconosciuto e denunciato dell'esser suo da un guardacaccia innamorato anch'egli di Giselle. Essa muore di dolore. Nell'altro mondo passa nella schiera delle Villi, che danzano di notte attendendo gli esseri umani e portandoli alla perdizione. Questo avviene con Albrecht, che si salva solo per una frazione di tempo: è quasi precipitato nelle acque quando la campana del mattino fa dissolvere le diaboliche presenze.
Al Teatro dell'Opera di Roma Giselle si rappresenta nell'allestimento di Anna Anni, meraviglioso. Le scene sono dipinte e le quinte classiche. Sullo sfondo la montagna quasi inaccessibile sulla quale si erge il castello di Albrecht. Le splendide coreografie sono di Patrice Bart, il direttore del ballo è Micha van Hoecke, sul podio un illustre direttore, David Garforth.
Ballano Svetlana Zakharova, che i competenti mi dicono la migliore ballerina degli ultimi decenni e il non meno bravo Friedemann Vogel: si librano nell'aria come farfalle, vincono la legge di gravità, fanno giravolte e pas de chat incantevoli. Negli altri ruoli Manuel Paruccini, Riccardo Di Cosmo, Laura Di Segni.
Successo trionfale.

Paolo Isotta

Ultima modifica il Sabato, 16 Marzo 2013 08:29
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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