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GISELLE – coreografia Coralli – Perrot (nella versione di Yvette Chauvirè) (IN STREAMING)

Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko in "Giselle". Foto Brescia e Amisano, Teatro alla Scala Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko in "Giselle". Foto Brescia e Amisano, Teatro alla Scala

Balletto in due atti
Dall’idea di T. Gautier
Coreografia Coralli – Perrot (nella versione di Yvette Chauvirè)
Musica A. C. Adam
Con M. Agostino, A. Albano, T. Andrijashenko, M. Arduino, C. Coviello,
N. Del Freo, D. Gazzo, N. Manni, M. Romagna, V. Toppi, V. Valerio, M. Zeni
e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala

Direttore di ballo M. Legris
Direttore d’orchestra Maestro K. Kessels
Direttore della fotografia R. De Poli
Scene e costumi A. Benois
Produzione Teatro alla Scala
Regia televisiva D. Vismara
Con la straordinaria supervisione di Carla Fracci
Disponibile sul sito di RaiPlay - Febbraio 2021

www.Sipario.it, 22 febbraio 2021

La novità di questo streaming è che, tra il primo e il secondo atto del balletto, da una sala del museo del Teatro alla Scala, è presentata un’intervista da parte di Paolo Besana, capo ufficio stampa, a Carla Fracci e Manuel Legris, direttore del balletto scaligero. Proprio Legris, a sua volta un ottimo principe Albrecht in Giselle, prima di diventare capo di balletto, racconta che è stato per lui naturale proporre due masterclass con Carla Fracci per preparare i ballerini. Spiega inoltre che per lui questo è da considerare il balletto per eccellenza e che la particolarità è stata soprattutto quella di scegliere due Giselle e in generale quindi due coppie di protagonisti diversi nel primo e nel secondo atto. Un’occasione per rendere omaggio al repertorio classico e per i danzatori un’occasione dunque di confrontarsi direttamente con la Signora Fracci, leggendaria Giselle. Proprio la grande ballerina interviene a questo punto per sostenere che per lei è molto importante lavorare con i giovani, che per di più, in questo periodo così difficile per tutti sono ancora motivati e hanno voglia ed entusiasmo nell’esercitare la loro professione, nonché loro passione. Ciò che in particolare ha trasmesso a tutti i ragazzi è la gestualità, l’espressione che rappresenta lo stile di quello specifico balletto e che poi prende inevitabilmente qualcosa dalla personalità di ogni interprete e anche dalla serata della rappresentazione, sempre diversa, ossia la creatività sul palco. Poi Carla Fracci ci rende partecipi di alcuni dei suoi preziosi ricordi in Scala, dicendo che dopo l’audizione era stata inserita nel gruppo “da rivedere” e che è stata scelta quasi per caso, nonostante il fisico magrolino e le caviglie un po’ fragili, per il suo bel visino. Col tempo ha poi capito che quello serve in realtà a poco e che l’impegno e le sensazioni da trasmettere sono ciò che invece conta di più. Anche lei per la prima volta fu Giselle quando dovette sostituire una ballerina e si trovò ancora ragazzina, con interpreti molto più famose e più grandi di lei, ma fu un’esperienza unica. Uno dei suoi grandi successi che le hanno permesso poi di essere accolta alla Scala, per il suo “ritorno a casa”, con una fortissima emozione. Il balletto in due atti Giselle, della prima metà dell’800, è di certo uno dei più noti e dei più rappresentati, come la sua storia così famosa. Per chi ancora non la dovesse conoscere, la riassumiamo brevemente qui. In un villaggio di contadini, Giselle ama ballare, nonostante la madre, con cui vive, sia piuttosto contraria per la salute cagionevole della ragazza. Un giorno un giovane popolano la corteggia e i due s’innamorano, ma lei, in seguito alla gelosia del guardiacaccia che intuisce l’inganno, scopre che il ragazzo è in realtà il principe Albrecht sotto mentite spoglie, per di più promesso ad un’altra. Giselle disperata, impazzisce e muore di dolore. Il secondo atto si apre con le Villi, creature fantastiche ed eteree del mondo irreale che vorrebbero condannare a morte il principe, per il suo tradimento. Il fantasma di Giselle riuscirà a salvarlo danzando con lui, un’ultima volta, per tutta la notte. Dolore e sentimentalismo, amore, passioni e morte, così come i limiti dell’essere umano ed i suoi errori, sono tutti temi dell’epoca romantica in cui Giselle s’inserisce perfettamente. Le grandi scenografie del Teatro alla Scala, la sintonia perfetta del corpo di ballo e l’esecuzione emozionante e di altissimo livello dei solisti, ci trasporta per due ore davvero davanti al palco del Teatro e ci permette di partecipare ad una recita di grandissima qualità (tra l’altro molti dei ballerini sono noti non solo per la loro fama e bravura, ma anche per aver preso parte, durante la passata quarantena causata dal Covid – 19, al progetto online di Ondance, voluto da Roberto Bolle, in cui le lezioni di danza si alternavano alle giornate in loro compagnia e questo provoca la sensazione di sentirsi a casa). E così per una serata abbiamo tutti l’occasione di essere in un palco o su una poltrona della Scala. Anche per più di una sera, volendo. In fondo, basta premere “play”.

Francesca Myriam Chiatto

Ultima modifica il Lunedì, 15 Marzo 2021 11:08

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