sabato, 22 marzo, 2025
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FOLIA - coreografia Mourad Merzouki

"Folia", coreografia Mourad Merzouki "Folia", coreografia Mourad Merzouki

coreografia di Mourad Merzouki
musiche di  Franck-Emmanuel Comte – Le Concert de l’Hostel Dieu et Grégoire Durrande
scenografia di  Benjamin Lebreton assisté de Quentin Lugnier et Caroline Oriot, Mathieu Laville, Elvis Dagier et Rémi Mangevaud, Guillaume Ponroy
luci di Yoann Tivoli costumi dei musicisti di  Pascale Robin assistée de Pauline Yaoua Zurini, costumi dei danzatori  Nadine Chabannier
danzatori: Habid Bardou, Nedeleg Bardouil, Salena Baudoux (in alternanza con avec Lisa Ingrand), Franck Caporale, Mathilde Devoghel, Sofian Kaddaoui, Mélanie Lomoff, Joël Luzolo (en alternance avec Joseph Gebrael), Mathilde Rispal, Yui Sugano (en alternance avec Chika Nakayama), Aurélien Vaudey, Titouan Wiener
musicisti Franck-Emmanuel Comte (in alternanza con  Gwenaël Dubois), Reynier Guerrero Alvarez (en alternance avec André Costa), Nicolas Janot (in alternanza con  Vincent Girard), Aude Walker-Viry (in alternanza con Clara Fellman), Nicolas Muzy (in alternanza con Clément Latour et Ulrik Larsen), Heather Newhouse (soprano / inalternanza con Anara Khassenova), Florian Verhaegen (in alternanza con  Nicolas Sansarlat)
produzione Encore un Tour, Les Nuits de Fourvière, Centre chorégraphique national de Créteil et du Val-de-Marne / Cie Käfig, Lling Music, col sostegno della Caisse des Dépôts
al Teatro Ponchielli, Cremona, 7 febbraio 2025

www.Sipario.it, 8 febbraio 2025

È una festa, una festa di corpo e di musica, una festa di acrobazie, è semplicemente Folia della Compagnie Käfig. Sullo sfondo, dietro un sipario trasparente, sormontati da una serie di lampadari a gocce, i musicisti in abiti secenteschi, in primo piano i danzatori, impegnati in una serie di quadri che flirtano con brani di Vivaldi, tarantelle tradizionali e un repertorio di musica barocca che rievoca le grandi feste/balletto alla corte del Re Sole.

Folia nasce dall’incontro fra il coreografo della compagnia Mourad Merzouki e Frank Emmanuel Compt, direttore dell’ensemble Le Concerto de l’Hostel Dieu e dalla volontà di intrecciare i linguaggi e i generi musicali, offrendo la possibilità di far dialogare dal vivo la musica e i danzatori, una rarità ormai. Una tarantella campionata con partiture barocche e un alternarsi di musica elettronica e musica colta eseguite dal vivo fanno da tessuto sonoro ad uno spettacolo che vuole essere un incontro di mondi. Non è un caso che, come nelle grandi feste barocche, la scena si apra con una sorta di rappresentazione iconica dell’universo e del sistema solare, con due grandi sfere all’interno delle quali stanno musicisti e soprano. L’impressione è di assistere a una di quelle rappresentazioni che la cultura barocca frequentava con il gusto della meraviglia, delle macchinerie sceniche, ma anche del simbolico pescando a man bassa dalla tradizione greco-romana, da quella folclorica e da qulla giudaico-cristiana in un mix destinato a diventare identitario di un occidente che si teneva nel sincretismo delle culture e dei linguaggi. In questo i danzatori della Compagnie Käfig fanno della meraviglia un tratto distintivo del loro agire e procedere per quadri in cui la fisicità, le doti acrobatiche e le tipologie di danze s’intrecciano e sono stile e argomento dello spettacolo. 

Un po’ come nella diversità dei pianeti che compongono il sistema solare, così Folia intreccia diversi linguaggi coreutici: unisce l’hip hop col balletto classico, la tarantella con il turbinare dei dervisci rotanti, un mix di linguaggi che si riflettono nelle sonorità di un concerto vero e proprio. L’occhio dello spettatore non si sazia, e divora numero dopo numero le abilità coreutiche di una compagnia che sa coniugare le punte con l’arte circense, le moresche con la danza barocca. La Folia del titolo è tutta qui, è la capacità di portare alla ribalta in un contesto scenico che riecheggia Salle du Petit-Bourbon del Palais Royal, la messinscena dell’universo coreutico, l’incontro di mondi e linguaggi del corpo, sostenuto da un ensemble musicale che a tratti ruba la scena per intensità agli stessi danzatori.

L’effetto cui ci si ritrova davanti è quello di dividersi fra la bravura degli esecutori e quella dei danzatori. Tutto si compie con grande armonia ed energia, nulla è ostentato, tutto appare così naturale, ci si ritrova a considerare come alcune strizzatine d’occhio a Magyu Marin, Carolyn Carlson e all’etnodanza coesistano senza sbavature e inutili citazionismi, e siano semplicemente gli ingredienti ben amalgamati di una danza che fluisce via leggera e allegra e infiamma l’entusiasmo della platea. 

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Domenica, 09 Febbraio 2025 06:43

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