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DIVA – coreografia Giovanni Insaudo

"Diva", coreografia Giovanni Insaudo. Foto Alice Colombo "Diva", coreografia Giovanni Insaudo. Foto Alice Colombo

idea e coreografia Giovanni Insaudo
con Sandra Salietti Aguilera e Gianmarco Martini Zani
musiche Nick Cave and the Bad Seeds & Warren Ellis
assistente alla coreografia Sandra Salietti Aguilera 
scenografia, costumi e disegno luci Giovanni Insaudo
regia Giovanni Insaudo
organizzazione e management Giulia Menti
produzione I VESPRI -  coproduzione DANCEHAUS, Festival Danza in Rete Vicenza/Schio
Festival Danza in Rete 2025 - Danza in Rete Off
Vicenza, teatro  Astra – Prima nazionale
 

www.Sipario.it, 1 aprile 2025

Danza e cinema, che binomio! E pensare che il cinema, qui, in questa gran bella performance coreografica di Giovanni Insaudo,  in prima nazionale per Danza in Rete Off, a Vicenza, altro non è che un pretesto per affrontare la figura femminile, figuriamoci se il coreografo avesse dedicato uno spettacolo specifico alla settima arte cosa sarebbe venuto fuori. Altro talento della danza italiana, che lavora spessissimo all’estero, perlopiù, Insaudo con questa coreografia regia e idea originale pone l’accento sulla donna, Diva sì, ma non necessariamente attrice sebben piuttosto donna, universalmente. Marilyn Monroe ne è l’esempio, ed è uno dei più eclatanti che ha visto fama, ricchezza, gloria da un lato e infelicità, sofferenza, disperazione quasi, dall’altro. Donna e Diva, dunque, al canto sofferto, iniziale di I wanna be loved by you che tutto o quasi dice già dal testo: voglio solo essere amato, baciato, da te. Principalmente, definitivamente donna con tutte le problematiche, la manipolazione che si può subire da parte di chi padroneggia, che sia una sua simile o un uomo e che va dalla vita reale al mondo dello spettacolo, quindi è ampiamente dichiarata. Il richiamo ancestrale può essere, vista l’ambientazione cinematografica di grande effetto come i costumi, tutto di Insaudo, proprio quello che c’è dietro a una grande diva, comunque sia, donna. Quello che appare, e quello che è e si è, le due facce di una stessa medaglia-persona. Marilyn, poi, è presto spiegata: perché simbolo appartenente a un’epoca, gli anni Cinquanta, dove fama e gloria quando erano a portata di mano venivano spesso controllate dal potere degli uomini, quelli dietro alle dive, completamente manipolatori abili a sfruttare la situazione, per potere, denaro. Il significato è dichiarato, i controller men hanno sempre avuto sia nel cinema che nelle altre categorie, e nella vita reale, potere e decisione sulle loro vittime che rimane a tuttoggi uno dei mali del rapporto uomo-donna. Passano gli anni, ma quello rimane, e lo struggente, affascinante lavoro coreografico di Insaudo si addentra nello specifico, disperante, apparentemente sereno eppur così insoluto, opprimente rapporto. I due danzatori, Sandra Salietti Aguilera e Gianmarco Martini Zani nel loro muoversi scattoso e adombrante, misterioso, offrono una grande prova nel nero più nero che diventa luce di set, rossa, canto di proiettore che si mischia a red carpet, cinepresa immortalatrice. Luci e sguardi, che s’incrociano e scontrano, luce e buio. Lo spettacolo di Giovanni Insaudo, in prima nazionale a Vicenza, predispone la visione rafforzata sull’esistenza femminile, sulla capacità di resistere, le negazioni, la coercizione e moltissimo altro, e non sbaglia nulla. Tanti, e  calorosi, gli applausi.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Lunedì, 14 Aprile 2025 04:57

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