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DAME DI PICCHE (LA) - coreografia Anzelika Cholina

"LA Dama di Picche", coreografia Anzelika Cholina. Foto Riccardo Panozzo "LA Dama di Picche", coreografia Anzelika Cholina. Foto Riccardo Panozzo

ispirato al racconto di Alexander Pushkin
e al libretto dell’opera di Modest Tchaikovsky
con Jonas Laucius, Beata Molytè, Olesia Saitanova, Rokas Spalinskas, Sandra Lavrenovaitè, Neila Lavrenovaitè, Ema Lavrenovaitè
coreografia Anzelika Cholina
musiche di Piotr Tchaikovsy, Sergei Rachmaninoff, Sergei Prokofiev
scene Marijus Jacovskis
costumi Olga Filatova Kontrimienè
luci Tadas Valeika
regia Anzelika Cholina
Festival  Danza in Rete
Vicenza, Teatro Comunale, 14 aprile 2023 -  PRIMA NAZIONALE

www.Sipario.it, 4 maggio 2023

Quanto può affascinare il gioco d’azzardo, quello delle carte? Sicuramente moltissimo, con tutti i danni irreparabili che ne conseguono, spesso. Il giocatore è una figura quanto meno che spiazza, e che si spiazza da solo perché incontrollabile, mutabile. Il tema è trattato anche in questo accurato spettacolo di Anzelika Cholina Dance Theatre, compagnia lituana di grande classe e stile, ritornata a Vicenza con un’altra prima nazionale, La dama di picche, concentrato di grande composizione (Tchaikovsky, Prokofiev e Rachmaninoff)  e turbinio di tecnica, eleganza. Al centro della vicenda più e più peccati umani, evidenziati, a cui l’uomo in generale non può e non vuole sfuggire. Soprattutto il gioco, appunto, ma anche l’ipocrisia che cova dentro, e la voglia, l’ambizione di volersi arricchire, e dire a qualunque costo è solo un eufemismo. Il gioco, dunque, elemento portante di esaltazione della vita ma anche di disgrazia, dove il prestante e bello ufficiale Hermann trova conforto e destino, convinto chissà come di poter riuscire a direzionare con la sua sola forza di volontà quest’ultimo, cosa assai improbabile in un ragionamento lucido. Il balletto della Cholina indaga con la danza ma anche nelle pieghe nemmeno tanto nascoste nel dramma della prosa, mettendo in scena con rigorosissimo esercizio, alta scuola e protagonisti di gran livello una storia che ben si presta per il palcoscenico, e che sa dare al pubblico squarci di luce. Questo in una messa in scena spesso cupa, che mette al meglio in risalto i colori accesi e i costumi, molto interessanti, di Olga Filatova Kontrimienè e quel che ne consegue diventa agli occhi di chi guarda elemento prezioso, stile, appunto, gran spettacolo. Hermann sfida in qualche misura una vecchia Contessa, cercando di carpirle i segreti di una fortuna e di un’abilità, ponendosi però al centro di un gioco che lo riguarda fin troppo da vicino, e quel gioco si chiama autodistruzione. E’ infatti lui stesso la vittima predestinata che sogna di sfolgorare e non si accontenta del proprio ruolo e della propria vita. Gli slanci tecnici sono notevoli, i volteggi e le acrobazie di grande precisione, il corpo di ballo rappresenta anche il gioco delle tre carte in un forte simbolismo, i desideri sentiti e non realizzati di Hermann: vittoria d’amor, posizione sociale, salto personale. L’allestimento si arricchisce anche delle musiche di Rachmaninoff e Prokofiev che aggiungono alle composizioni di Tchaikovsky linfa e altro metodo, e non può che uscirne uno spettacolo completo. Ottima la visione e la direzione di Anzelika Cholina, che orchestra molto bene i suoi danzatori, soprattutto Beata Molytè, la contessa, e Olesia Saitanova, la nipote Lisa. Una gran bella prova che testimonia ancora come la coreografa sa intendere teatro e danza in una fusione unica, specialità dei suoi spettacoli. Tanti gli applausi.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Sabato, 06 Maggio 2023 09:43

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