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DON JUAN - coreografia Johan Inger

"Don Juan", coreografia Johan Inger. Foto Marco Caselli Nirmal "Don Juan", coreografia Johan Inger. Foto Marco Caselli Nirmal

Creazione a serata intera per sedici danzatori
Coreografia Johan Inger
musica originale Marc Álvarez
dramaturg Gregor Acuña-Pohl
scene Curt Allen Wilmer (aapee) con estudiodeDos
costumi Bregje van Balen
luci Fabiana Piccioli
Direttore dell’allestimento Carlo Cerri
assistente alla coreografia Yvan Dubreuil
Produzione Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto
Coproduttori Ravenna Festival, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia/ Festival Aperto, Fondazione Teatro Regio di Parma, Associazione Sferisterio Macerata, Festspielhaus St. Poelten, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, Centro Teatrale Bresciano, Fondazione Cariverona – Circuito VivoTeatro (Teatro Ristori di Verona, Teatro Comunale di Belluno, Teatro Salieri di Legnago, Teatro Comunale di Vicenza, Teatro delle Muse di Ancona)
PRIMA ASSOLUTA
Ferrara, Teatro Comunale, 9 Ottobre 2020

 www.Sipario.it, 17 ottobre 2020

Il teatro Comunale di Ferrara riapre la stagione dedicata alla danza con Aterballetto e la prima assoluta di 'Don Juan', del coreografo svedese Johan Inger, su una partitura originale di Marc Alvarez, creata per l’occasione.
Il coreografo racconta che il suo 'Don Juan' nasce dal suo desiderio di confrontarsi con il mito del don Giovanni, antico ma mai tramontato. Le fonti ispiratrici sono stati tutti i Don Giovanni delle varie letterature, dalla commedia originale di Tirso de Molina, fino all’opera teatrale di Suzanne Lilar, riletti da Inger e dal drammaturgo Gregor Acuña-Pohl anche in chiave psicoanalitica. "Il mio Don Juan”, dichiara Inger, “ porta con sé un trauma, che lo ha plasmato nel suo discutibile comportamento. Non è in grado di impegnarsi e può trovare soddisfazione solo nel qui e ora. Ha una personalità tendente alla dipendenza. Don Juan riflette sulle sue azioni? È qui che Leo/Leporello entra in gioco nel nostro concept, si contrappone a Don Juan e attraverso di lui abbiamo cercato di creare uno specchio". Il risultato di questa rielaborazione è un Don Juan divenuto un seduttore seriale come risposta al trauma dall'abbandono della madre, la cui ricerca costante si traduce nella sua impossibilità di impegnarsi in alcuna relazione stabile. Johan Inger con Aterballetto disegna un Don Giovanni ferito ed intimamente solo, che si confronta con le difficoltà del suo rapporto con l’altro sesso e la mancanza di dialogo tra essi, mentre altri quindici danzatori danno vita agli altri personaggi (donna Elvira, donna Anna, Zerlina, Masetto, Leporello e il commendatore) enfatizzandone le caratteristiche, soprattutto nel personaggio di Leporello, interpretato come l’altra faccia di Don Giovanni in un singolare gioco di specchi, e del commendatore, riletto come ingombrante e opprimente figura della madre.
La scenografia è greve. Sul palco buio percorso da luci taglienti, un muro scuro costituito da blocchi, che viene scomposto e trasformato ora in letti, ora in astratte forme, dove si celebrano matrimoni e svolgono lotte. In chiave narrativa, le danze di gruppo si alternano a duetti e terzetti, che sottolineano i caratteri dei personaggi, in una successione continua di quadri in creati coi blocchi scenografici in movimento. Il dinamismo della coreografia, pur semplice, è ben sorretto dalla sincronia dei danzatori e dalla prorompente fisicità di Saul Daniele Ardillo, nei panni del protagonista.
Il risultato, a tratti raffinato, è stato applaudito con soddisfazione.

Giulia Clai

Ultima modifica il Martedì, 20 Ottobre 2020 19:55

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