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CINDERELLA - coreografia Giorgio Madia

Cinderella Cinderella Coreografia Giorgio Madia

Balletto in due atti dall'omonima fiaba di Charles Perrault
Musica di Gioachino Rossini, Coreografia Giorgio Madia, Direttore d'orchestra Giorgio Bruzzone, Antonio Gambula (5/1), Scene e costumi Cordelia Matthes, Lighting Designer Lorenzo Pagella
Con Balletto di Milano: Giulia Paris, Sabrina Wehner, Alessia Campidori, Martin Zanotti, Jean-Blaise Druenne, Alessandro Orlando, Alessandro Orlando, Fabrizio Gallo, Federico Veratti, Duilio Ingraffia, Luca Massidda, Akos Barat, Fabrizio Gallo, Federico Mella, Martina De Dominicis, Martina Gerbi
Solisti del Carlo Felice: Giampiero De Paoli, Manuel Pierattelli, Alla Gorobchenko, Simona Marcello, Alessandro Pastorino, Elisabetta Valerio, Simona Pasino, Filippo Balestra, Francesco Sorichetti, Mirella Di Vita - Annarita Cecchini, Sirio Restani
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice, Maestro del Coro Marco Berrini
Teatro Carlo Felice, Genova 6, 7, 9, 11, 14 dicembre 2012 – 5 gennaio 2013

www.Sipario.it, 20 dicembre 2012
Giorgio Madia è chiaro fin dalle note di regia: la sua Cinderella è uno spettacolo di puro intrattenimento. E se preso come tale, quello andato in scena al Teatro Carlo Felice è in effetti un allestimento riuscito: tra lazzi, slapstick e pas de deux, i due atti scorrono veloci e allegri, lasciando in bocca il lucido sapore del gloss. Insomma, se ci si dimentica il balletto nel senso classico del termine (e soprattutto il modello di Prokof'ev), questa Cenerentola vincitrice nel 2007 del Gold Mask Critics Award risulta assolutamente godibile.

Curioso pastiche danzato su musiche di Rossini, quello assemblato da Madia è un balletto solamente a livello nominale, che fa ridere parecchio piegando alle esigenze del coreografo le più note composizioni del Pesarese. Le ouverture di Gazza ladra, Guglielmo Tell, Italiana in Algeri e Barbiere di Siviglia vengono opportunamente smembrate per fare da colonna sonora a una fiaba che mescola senza paura danza classica e gag, trasponendo la vicenda in degli anni Cinquanta da favola grazie alle scene e ai costumi di Cordelia Matthes.

Non una parola è recitata e tutto è affidato alla mimica e alla gestualità, ma chi si aspetta una versione in punta di scarpetta dell'opera buffa di Rossini, resterà deluso: certo, i brani più noti ci sono tutti – dalla canzone Una volta c'era un re al sestetto Questo è un nodo avviluppato, cantati in buca dai solisti del Coro del Carlo Felice – ma le arie e i pezzi d'insieme perdono la loro coerenza drammaturgica in un montaggio che abbandona il realismo del libretto di Ferretti per reintrodurvi l'elemento magico di Perrault. Del resto, perfino le danze per pianoforte e le sonate per archi diventano colonna sonora per momenti da pura slapstick comedy in bianco e nero.

Così, pescando tra le pagine del catalogo rossiniano, Cenerentola (una Giulia Paris davvero graziosa) trova il suo riscatto grazie alla magia di una sexy fata in reggicalze e tacchi a spillo (Martina De Dominicis): sulle note sfrenate del finale dell'ouverture del Guglielmo Tell, l'orfanella vola alla festa a bordo di una carrozza che sul palcoscenico sembra volare davvero, grazie al turbinare di ombrelli che diventano ruote e ironiche nuvolette fatte scorrere sullo sfondo dai danzatori. Ed è la scena più ingegnosa e riuscita dell'intero allestimento.

Eleganti le figurazioni del Balletto di Milano, che fanno da buon supporto per i goffi e spassosi interventi delle due sorellastre (Federico Veratti e Duilio Ingraffia) e della caricaturale matrigna di Alessandro Orlando. In questa Cinderella, la cifra del balletto passa soprattutto per i pas de deux tra i due primi ballerini della compagnia, Martin Zanotti (il principe) e Giulia Paris.

Interessante il gioco di relazioni tra costumi e scene proposto da Matthes, che se sull'ouverture ricostruisce l'antefatto con un convenzionale gioco di silhouettes in controluce, poco dopo riporta sui costumi dei valletti il cromatismo dei fondali in carta da parati dell'interno borghese, così da farli confondere allo sfondo dell'ambiente in cui si muovono. Anche Cenerentola, tiranneggiata dalla matrigna, emerge a poco a poco dallo sfondo, aiutata soprattutto dalle luci di Lorenzo Pagella. Queste, a volerle cercare, le uniche suggestioni sull'ascesa sociale della fanciulla.
Divertenti i costumi double-face delle sorellastre, perfetta sintesi di uno spettacolo che introduce al catalogo di un gigante della composizione come Rossini senza prendersi mai troppo sul serio.

Matteo Paoletti

Ultima modifica il Venerdì, 18 Ottobre 2013 14:08

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