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COSACCHI DEL DON (I) - coreografia Nonna Gepfner

"I Cosacchi del Don", coreografie di Nonna Gepfner "I Cosacchi del Don", coreografie di Nonna Gepfner

coreografie di Nonna Gepfner
Balletto Statale Russo
Direttore Artistico: Yuri Golodniuk
Coreografia: Nonna Gepfner
Musica dal vivo eseguita
dall'Orchestra Ensemble del Balletto Nazionale
Al Teatro Fraschini, Pavia il 20 dicembre 2017

www.Sipario.it, 22 dicembre 2017

Una selezione dal repertorio del "Balletto Statale Russo" è andata in scena al Teatro Fraschini di Pavia per riunire e conservare i tesori della tradizione popolare. Un grandioso spettacolo di danze folcloristiche e acrobatiche di forte richiamo artistico, grazie alla rigorosa presenza della Compagnia russa, costituita nel 1985 e principale complesso professionale dei Cosacchi del Don, custodi di un'antica cultura. I componenti del Corpo di Ballo e dell'Ensemble musicale sono apparsi come la massima espressione di una storica tradizione, quella della comunità militare dei Cosacchi che viveva in Europa orientale, in maggioranza nella steppa posta tra Ucraina e Russia. L'amore nei confronti della propria terra, guida l'attività del direttore artistico Viktor Prebrazhensky e della talentuosa coreografa Nonna Gepfner, nel rimontare con cura e dovizia le danze tradizionali alla ricerca di una perfezione esecutiva, sia delle parti solistiche che dei momenti d'insieme. La Gepfner ha dipinto un susseguirsi incalzante di tipiche quadriglie, spiritose sequenze, danze di guerra, scherzose miniature ponendo in evidenza l'interessante commistione tra popolare ed accademico. La danza russa, in ogni suo stile, rimane costantemente una scuola autorevole e ben salda soprattutto nel rappresentare la propria identità in qualità di ambasciatrice nel mondo. Una danza forgiata prevalentemente sulla disciplina, lo studio, la potenza acrobatica, il costante allenamento, il virtuosismo mantenendo grazia e giocosità. I movimenti non di facile esecuzione hanno restituito al festante pubblico una serie di quadri che si rifanno alla eminente disciplina da cui parte ogni riferimento d'eccellenza e di cui il folklore ne è stato capitello per sviluppare e codificare, in seguito, la tecnica classica che oggi ammiriamo, in tutto il suo splendore. I balli cari al popolo sono stati un punto estremo d'inizio nello strutturare la metodologia della danza cattedratica, di cui fanno parte quelle di "carattere" spesso presenti nei balletti del grande repertorio. L'antologia folk vista al Fraschini è un complesso di beni da preservare, impreziosito dai vivaci costumi finemente lavorati, evoluzioni e salti sottolineati dall'inconfondibile suono della balalaika. In scena uomini con lunghe casacche decorate e pantaloni infilati negli stivali tipici delle divise dei guerrieri, armati di sciabole e pugnali hanno dato sfoggio di incredibile destrezza. Le donne finemente vestite, avvolte in abiti ricamati o gonne ampie, pregiati filati, foulard appariscenti, copricapi vistosi, sonagli e nastri hanno immesso teatralità con movenze garbate e ben coordinate. Balli che danno l'immagine di un popolo lontano, affascinante e ricco di memorie, un chiaro riferimento alle antiche origini nomadi ispirate anche alla cultura contadina e alla vita all'aperto traendo spunto da madre natura e dalle sue stagioni. Infatti per celebrare ogni momento, triste o gioioso, esisteva un apposito ballo il più delle volte tramandato oralmente. Questa riproposizione denota una ritmica delle sequenze, dei giri, dei salti, delle movenze in cerchio, nella velocità dei battiti con assoluta abilità maschile nell'estendere le gambe in rapida successione ed alternanza trovandosi accovacciati in equilibrio. Un mezzo di incontro e di condivisione, che ha regalato al "Balletto Statale Russo" applausi a scena aperta, negli splendidi pezzi tra cui "Khopertsy" la danza di guerra dei Cosacchi della regione di Khoper, la "Kumovya" una miniatura scherzosa, la "Quadriglia del Don" danza tipica dei cosacchi, la "Zimuska" divertente danza d'insieme, "Cosacco del Don" un'altra miniatura scherzosa, "Stupa" miniatura scherzosa dei cosacchi di Zaporozhye, la "Danza del Don", la "Mazurka dell'Ataman" una danza in onore del capo dei Cosacchi, la danza ucraina "Vesennij Kazaciok" e la danza maschle "Opryshki", la danza bellicosa dei Cosacchi della regione di Nekrasov "Con le ali", "Cerkesska" danza tipica dei Cosacchi di Jaizk, "Kalinka" danza della zona centrale della Russia sul Mar Nero (sicuramente una delle melodie più note la quale gode di un inizio lento che man mano cresce fino al raggiungimento di un ritmo travolgente) ed infine la "Danza di Tersa" appartenente ai Cosacchi di Tersa. Da segnalare per la tecnica e presenza scenica ogni singolo elemento, a partire dal corpo di ballo: Kesel Jurij, Matveev Igor, Kovalenko Dmitrii, Orlik Serghej, Kipichenko Danil, Goncharov Konstantin, Shakov Viktor, Safenin Artem, Subbotin Aleksej, Mitenkov Pavel, Klimov Petr, Ciurkin Maksim, Ushakova Veronica, Volodina Alina, Silajcheva Olga, Shakova Galina, Olkhovik Angelina, Sidorkina Olga, Toropova Anastasija, Kolenko Anastasija, Kolomijciuk Liudmila, Nebolsina Alisa, Zhmurova Julija, Voronina Margarita e i componenti dell'ensemble musicale: Voronin Evghenij (bajan e direttore orchestra), Korobko Evghenij (bajan secondo), Gurin Roman (balalajka prima), Rogovaja Lilija (flauto), Kotljarov Vladimir (tromba), Shikerin Aleksandr (trombone), Losev Nikolaj (percussioni), Voronin Mikhail (basso chitarra). La larghezza di orizzonti e di anima, che il folklore ha suscitato nella platea, ha superato ogni ostacolo e ha reso "I Cosacchi del Don" una formazione da conoscere, apprezzare se non addirittura da prendere ad esempio per la formazione di una Compagnia Nazionale che racchiuda tutto il patrimonio, di valore inestimabile, che ogni nostra regione custodisce nell'immenso campionario delle danze e delle musiche popolari, etniche e di folklore che si traducono in "sapere popolare", lasciando in eredità agli spettatori un grande potere, quello di essere riportati nel passato ma al contempo anche nel futuro per provare un sentimento di nostalgia ed uno di attesa.

Michele Olivieri

Ultima modifica il Sabato, 23 Dicembre 2017 09:46

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