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BALLETBOYZ - THE TALENT - coreografia Alexander Whitley e Christopher Wheeldon

"Balletboyz - The talent" - coreografie Alexander Whitley e Christopher Wheeldon "Balletboyz - The talent" - coreografie Alexander Whitley e Christopher Wheeldon

Direzione artistica di Michael Nunn & William Trevitt
Danzatori: Andrea Carrucciu, Simone Donati, Flavien Esmieu, Marc Galvez, Adam Kirkham, Edward Pearce, Harry Price, Matthew Rees, Matthew Sandiford, Bradley Waller

The Murmuring
Coreografia Alexander Whitley
Musica Raime
Luci Jackie Shemesh
Costumi Fabrice Serafino

Mesmerics
Coreografia Christopher Wheeldon
Musica Philip Glass
Luci Natasha Chivers
Costumi Amanda Barrow

Trieste, Politeama Rossetti 14 aprile 2015

www.Sipario.it, 23 aprile 2015

Dieci giovani ballerini per proporre una danza tutta al maschile che si confronta esclusivamente con il meglio della coreografia anglosassone. È questa la cifra del BalletBoyz, energico ensemble della modern dance europea nato nel 2001 per volontà di Michael Nunn e William Trevitt del Royal Ballet. Un sodalizio che vuole esaltare la dinamicità, la forza, la potenza delle fibre muscolari del sesso forte. Ma anche l'improvvisazione di corpi che seguono la legge del mutamento propria della natura.
I dieci performers, tutti molto giovani, comunicano con un linguaggio fisico basato sull'immediatezza e sull'energia ginnica, in una danza totale del corpo che riempie imprevedibilmente gli spazi. Prima dei numeri pensati per la serata italiana, la proiezione di un videoclip ne testimonia le sfumature interpretative, il duro allenamento di preparazione, gli intenti dei coreografi, quasi a tracciare un docu-reality per ogni esibizione. Si inizia con Murmuring (coreografia di Alexander Whitley), corale nel disegnare le aggreganti traiettorie spaziali di uno stormo di uccelli. Cullata dalla musica ambient di Raime, la plasticità del gruppo si misura su continue variazioni individuali perché nella performance "i passi rimangono uguali, cambia il modo in cui ognuno li esegue". Un dinamismo esasperato, senza armonia, che si risolve in un corpo a corpo un po' fine a se stesso, in una lotta fisica continua vestita da abiti casual.
Si finisce poi con Mesmerics (coreografia di Christopher Wheeldon su musica di Philip Glass), serie di brevi movimenti astratti, senza storie o plot. Una sfida di evoluzioni fisiche scomposte, sovrapposte, mutevoli ma anche aeree. Le silhouettes si affrontano leggere sulle note strazianti di un violoncello, a cercare nel pathos della partitura echi di stilizzazioni classiche. E proprio per la seconda esibizione, più efficace emotivamente, i ballerini ottengono maggiori consensi. Attraverso una presenza massiva celebrano la mascolinità libera di esprimersi, meno la grazia connaturata al ballo.

Elena Pousché

Ultima modifica il Giovedì, 23 Aprile 2015 10:34

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