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(CINEMA) - "Chi è senza peccato - The Dry" di Robert Connolly. Un bel thriller quasi femminista nel deserto

"Chi è senza peccato - The Dry" di Robert Connolly "Chi è senza peccato - The Dry" di Robert Connolly

Chi è senza peccato - The Dry
di Robert Connolly
Con Eric Bana, Genevieve O'Reilly, Keir O'Donnell, John Polson, Julia Blake
Usa- Australia 2021

Un bel thriller quasi femminista nel deserto
Il famoso detective federale Aaron Falk (Bana) torna dopo vent’anni da Melbourne a Kiewarra per i funerali del suo amico Luke Hadler (Martin Dingle Wall), accusato di essersi suicidato dopo aver ucciso la moglie Karen (Rosanna Lockhart) e il figlio Billy (Jarvis Mitchell). I genitori di Luke, Gerry (Bruce Spence) e Barb (Blake), lo supplicano di restare per indagare su quelle morti, che il paese ha liquidato nell’ipotesi omicidi-suicidio. Aaron – che, a sua volta, era stato da ragazzo (Joe Klocek), costretto ad abbandonare il paese, insieme al padre (Jeremy Lindsay Taylor), perché a sospettato di aver ucciso la sua amica Ellie (BeBe Bettencourt) - accetta e va a dormire nell’unico bar-albergo del paese, gestito da McMurdo (Eddie Baroo); la sera viene aggredito verbalmente e minacciato da Mal Deacon (William Zappa), padre di Ellie. Il giorno dopo incontra il sergente Greg Raco (O’Donnell), che è ancora sotto shock per aver visto i cadaveri ed è ben felice che Aaron lo aiuti nelle indagini. Il primo indizio su quale si muovono sono i bossoli trovati vicino ai corpi, diversi da quelli usate da Luke. Interrogano Jamie (James Frecheville), vicino degli Hadler, che sostiene di aver passato parte del pomeriggio con Luke a sparare ai conigli ma di essere tornato dalla nonna (Dawn KIingberg) all’ora degli omicidi; un sobbalzo di quest’ultima fa capire ad Aaron che sta mentendo. Nella scuola dove lavorava Karen, il preside Scott Whitlam (Polson) li accoglie e mostra loro la scrivania alla quale la defunta lavorava per l’ottenimento di un prestito per l’istituto e qui Falk incontra Gretchen (O’Reilly), la sua ex-fidanzatina. Durante l’indagine, i ricordi di affollano nella mente di Aaron: rammenta i tanti pomeriggi passati con Luke (Sam Corlett), Ellie e Gretchen (Claude Scott-Mitchell), le piccole brutalità di Luke su Ellie, le fragilità di lei – spaventata dal padre – e la volta in cui si erano dati appuntamento di nascosto (Ellie filava con Luke) ma lei non era mai arrivata e, quando era stata trovata morta nel fiume, lui era stato sospettato e Luke gli aveva fornito un alibi, dichiarando di essere andato con lui a sparare ai conigli (questo lo aveva formalmente scagionato ma i compaesani, convinti della sua colpevolezza, lo avevano costretto a partire). Il dottore del paese Leigh (Daniel Frederiksen) gli conferma le circostanze delle morti e lo mette in guardia dai pregiudizi dei paesani. La seconda sera lui invita a cena Gretchen e quando salgono in camera sua, il farmer e meccanico Grant (Matt Nable) – che, sapendolo interessato alla fattoria di Luke, Falk e Raco avevano interrogato – li insulta pesantemente. La mattina successiva Aaron trova il cadavere di un cane sopra la propria macchina e i muri tappezzati di manifestini che lo indicano come assassino. Sta per reagire ma il preside Scott lo calma e lo porta a casa sua dove la moglie Sandra (Renee Lim) lo invita a desistere dalle indagini: lei era grande amica di Karen ed è sicura che il violento Luke sia il vero colpevole. Anche la moglie di Raco, Rita (Miranda Tapsell), gli chiede di non appesantire il marito con un compito così psicologicamente arduo e pericoloso. Intanto nelle carte personali di Karen, Bab trova un biglietto con la scritta “Grant!?” e il farmer, messo alle strette, fornisce un alibi chiaramente falso, mentre Jamie confessa che il pomeriggio fatidico era a letto con il dr. Leigh e che aveva mentito per timore delle reazioni omofobiche dei suoi amici. In hotel incontra Sandra agitata che cerca il marito e, poco dopo, McMurdo gli racconta della ludopatia della quale il preside è affetto.
Come era abitudine di Ellery Queen alla fine dei suoi gialli: avete tutti gli elementi, a voi la (doppia) soluzione.
Il poliziesco d’oltreoceano (qui siamo in Australia) ha molteplici sfaccettature ma, volendo semplificare, quando il racconto è incentrato su di un uomo solo contro tutti possiamo azzardare due macrogeneri: il cittadino, con l’eroe (non necessariamente positivo e non necessariamente vincente) che deve vedersela con le ramificazioni della malavita che governano i bassifondi della città (film archetipo I trafficanti della notte di Jules Dassin del 1950) e il campagnolo, dove un eroe venuto da fuori combatte l’omertà di un paese sperduto e corrotto (film archetipo Giorno maledetto di John Sturges). Il primo romanzo – subito best-seller - dell’australiana Jane Harper, Chi è senza peccato (da cui è tratto il film) appartiene a pieno titolo al secondo genere (filiazione, in fondo, del vecchio western). Robert Connoly è un interessante regista, sceneggiatore e produttore australiano; la sua prima regia, The bank (storia di un genio matematico che aiuta un losco banchiere per poi distruggerlo,) nel 2001 ebbe buon riscontro internazionale e molti premi (e preconizzò il crollo finanziario degli anni successivi) ma già nel 1998 con The boys, da lui scritto e prodotto, aveva vinto a Berlino come sceneggiatore. The dry giustamente non si discosta troppo dal romanzo della Harper, arricchendolo con panorami aridissimi (nell’immaginaria cittadina di Kiewarra non piove da tempo e anche il fiume è diventato un pezzo di deserto), che ben rendono l’animo dei protagonisti (arido, dry). La fotografia talora volutamente sfocata di Stefan Duscio immerge le vicende nella giusta atmosfera soffocante; il cast è ottimo e lo stesso Bana (sicuramente scelto perché australiano e noto internazionalmente) sembra ogni tanto aggrapparsi allo spaesamento del Bruce Banner, alter ego di Hulk che lui aveva interpretato, ma, proprio per questo, rende benissimo il ruolo di investigatore che, come una cartina di tornasole, fa emergere le miserie dei cittadini di quella specie di villaggio fantasma. La Harper – e Connoly la segue fedelmente - è erede della grande scuola hard-boliled ma con un tocco efficacemente femminista: quasi solo le donne, in quel mondo disseccato dai sentimenti, mantengono un tratto umano.

Antonio Ferraro

Ultima modifica il Lunedì, 15 Novembre 2021 09:20

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