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(CINEMA) - "One Second" di Zhang Yimou.

"One Second" di Zhang Yimou "One Second" di Zhang Yimou

One Second
di Zhang Yimou

con Liu Haocun e Zhang Yi
Cina, 2020

Un secondo, un solo secondo. Quanto vale per un potenziale spettatore?
Nella Cina degli anni della Rivoluzione Culturale, lo sfortunato Zhang Jiusheng rincorre un rullo di pellicola cinematografica rubato dalla ragazzina Liu. Questa fuga-inseguimento si trasforma in un duello di arguzia e resistenza fisica, in cui i due duellanti sfruttano fino allo sfinimento tutte le proprie misere risorse, dimostrando una tenacia senza pari. Le loro motivazioni sono inizialmente avvolte nel mistero ma pian piano che emergeranno sarà chiaro il valore affettivo che questa pellicola ha per loro e in particolare per Zhang Jiusheng, il cui unico inspiegabile desiderio è vedere il cinegiornale di propaganda che antecede la proiezione del film Eroic Sons and Daughters di Wu Zhaod del 1964. Tuttavia il materiale filmico arriverà a destinazione danneggiato e guidati da Mr. Film tutti dovranno partecipare per salvare la proiezione.

One Second è la nostalgica lettera d’amore di Zhang Yimou per la settima musa. Il momento della proiezione cinematografica assume le fattezze di una cerimonia sacra, un rituale la cui intensità va ben oltre la propaganda maoista. La popolazione impazzisce per il film, esplode di gioa all’idea di vederlo, si rabbuia a quella di perderlo. Yimou esalta la forza immersiva del cinema, momento collettivo e individuale al contempo, in cui condividere l’entusiasmo con il prossimo ma anche isolarsi in una propria dimensione intimistica. Viene sottolineata l’estrema delicatezza del materiale filmico, che rafforza questa sacralità e il senso di responsabilità nel maneggiarlo. La pellicola non va toccata con le mani, se non quelle più degne, e per asciugarla Mr.Film impartisce di fare aria delicatamente con i ventagli.

Ogni singolo fotogramma è prezioso (è sacro non solo il cinema ma anche la fotografia, l’arte di catturare l’attimo) e se ripetuto all’infinito anche un solo secondo può estendersi all’eternità e sfidare i limiti della temporalità. L’attimo diviene eterno. Ecco il paradosso del cinema, che Yimou enfatizza così bene in questo film che richiama subito alla mente Nuovo Cinema Paradiso, seppure con qualche lacrima in meno e una colonna sonora non altrettanto magica ma discreta. Chiariamo però che malgrado delle analogie tra i due film non si tratta in alcun modo di un’imitazione: Zhang Yimou ha un suo stile preciso ben diverso da quello di Tornatore, un suo modo di gestire visivamente gli spazi e far muovere i personaggi.
La scrittura del regista cinese genera anch’essa momenti di commozione, ma destreggiandosi tra la poetica del sentimento e quella del sorprendente e dell’inaspettato. Zhang Yimou stupisce sempre e i dialoghi tra i protagonisti sono arguti e taglienti, degni di una sofisticata black comedy o della migliore commedia americana.
Inseguimenti e risse in cui Yimou riversa la sua sapienza nel gestire le masse e i corpi in movimento. Stiamo parlando del regista de La foresta dei pugnali volanti e Hero, film dal dinamismo prorompente, segnati da magici e irreali combattimenti. È un narratore dell’incredibile e in contesti storici più o meno vicini ricerca il racconto sensazionale ed epico, alcune volte inverosimile altre, come One Second, verosimile.
Il contesto è quello della Rivoluzione Culturale: la narrazione è ambientata nella povertà estrema di un villaggio soggetto al regime comunista. Il cinema, seppur di propaganda, si pone come strumento di libertà ed evasione. Si percepisce la fascinazione di Zhang Yimou per questo senso di collettività e condivisione di un entusiasmo puro e trainante. La critica al comunismo è evidente in alcune frasi e nel clima di oppressione che schiaccia i personaggi, determinando scelte e fughe. È da ricordare che One Second fu ritirato dal Festival di Berlino a poche ore dall’inaugurazione, per motivazioni probabilmente politiche. Infatti sappiamo bene che la censura cinese non è particolarmente generosa con i registi che mostrano i lati oscuri del socialismo.
Il film è ora in concorso alla Festa del Cinema di Roma.

Ci sono immagini che rimangono nella mente e nel cuore, per esempio i metri di pellicola cinematografica stesi delicatamente ad asciugare su dei fili, come panni lavati.
One Second è un film sulla sana ossessione spettatoriale per l’arte del cinema. Anche un solo secondo vale la fatica di un intero viaggio.


Corinne Vosa

Ultima modifica il Venerdì, 22 Ottobre 2021 04:06

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