The Love Witch
di Anna Biller
con Samantha Robinson, Elle Evans, Jeffrey Vincent Parise
Usa 2016
Dopo un'apparizione al Festival di Torino, The Love Witch di Anna Biller è stato proiettato alla VII edizione del Sicilia Queer Film Fest di Palermo
La magnetica Elaine riemerge da un mondo di fantasmi, in fuga verso l'amore. Un viaggio in auto come la Janet Leigh più classica, poi l'approdo in una pacifica cittadina californiana, oasi ideale per nuovi malefici. Strega, pittrice naif, assassina seriale: tra il rosa e il rosso la porzione di spettro utilizzata da Anna Biller per seguire la sua eroina di amante in amante; come contraltare solo uomini piegati da una strategia allucinatoria che dà origine a pene inconsolabili e laceranti struggimenti.
Non difetta di citazioni The Love Witch, nuovo lungometraggio dell'autrice di Viva imperniato sulla fisicità seventies di una Samantha Robinson ammaliante, sogno erotico da sexploitation à la Russ Meyer con derive femministe. "Mostro ciò che accadrebbe agli uomini se si innamorassero come le donne", ha dichiarato la regista in un'intervista al The Guardian. Il thriller, tuttavia, non accumula tensione, il plot si disgrega in mille rivoli con uno sviluppo piuttosto scialbo: le preferenze - dalla scelta del 35mm alle ricostruzioni vittoriane della sala da tè con arpista - vanno tutte nella direzione di una retromania che conduce un semplice esercizio di stile verso una moderna consapevolezza del rapporto tra i generi.
"La stregoneria mi ha salvato la vita", questo il refrain della dolce Elaine, malafemmina incompresa che tra un sabba e la preparazione di una pozione magica dipinge storie di duelli tra cavalieri e nobildonne, tensione preraffaellita con risultati kitsch. Il contorno è doping sentimentale per piegare ogni resistenza fallocratica: una fuga verso la libertà.
Domenico Colosi