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(CINEMA) - "I magnifici sette" di Antoine Fuqua - Brutti, sporchi e buonisti

"I magnifici sette" di Antoine Fuqua "I magnifici sette" di Antoine Fuqua

I magnifici sette (The magnificent seven)
di Antoine Fuqua
Con Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D'Onofrio, Lee Byung-Hun
USA 2016

Brutti, sporchi e buonisti

 

Gli abitanti di Rose Creek, un piccolo centro contadino, sono riuniti in chiesa per decidere il da farsi perché il ricchissimo padrone dell'adiacente miniera Bartholomew Bogue (Peter Sarsgaard), li minaccia con i suoi killer perché se ne vadano e gli cedano le loro terre per 20 dollari a testa, quand'ecco che lui arriva con i suoi scherani, che ammazzano alcuni di loro, dà fuoco alla chiesa e, quando il colono Matthiew Cullen (Matt Bomer) si ribella, lo uccide a sangue freddo. In un saloon di un centro vicino, dove il baro e pistolero Josh Farday (Pratt) sta giocando a poker, arriva Sam Chisolm (Washington), guardia giurata e ufficiale di pace di una decina di stati (una sorta di bounty-killer con licenza), che affronta ed uccide il barista (David Kallaway), omicida ricercato che si era data una nuova identità; Josh, istintivamente, estrae la pistola e lo protegge dagli amici del barista. La vedova di Cullen, Emma (Haley Bennett) che era partita con il compaesano Teddy Q (Luke Grimes) per cercare qualcuno che li proteggesse, gli offre una magra – ma per loro, ridotti alla miseria da Bogue, enorme – ricompensa. Il pistolero accetta e, di lì a poco, ricompra il cavallo di Josh (che lo aveva perso al gioco) e lo recluta. I quattro partono per cercare altri mercenari: Sam convince il fuorilegge messicano Vasquez (Manuel Gracia-Ruffo), ricercato per omicidio, a essere della partita (in cambio lui lo cancellerà dei suoi elenchi) e, dopo poco si unirà a loro il bestione Jack Horne (D'Onofrio), mentre Josh, dopo aver visto l'orientale Billy Rocks (Byung-Hun) uccidere per scommessa un cow-boy (Ritchie Montgomery) armato di pistola con un coltello e il leggendario ex-ufficiale sudista Goodnight Robicheaux (Hawke), suo amico e protettore, raccogliere le vincite, li invita a nome di Sam, vecchio amico di Goodnight – Goodie per gli amici – a venire con loro. I due accettano, anche perché Goodie è convinto che in ballo ci siano molti più soldi della misera paga promessa. Mentre sono in cammino, incontrano l'indiano Red Harvest (Martin Sensmeier) e Sam, che parla un po' di comanche, recluta anche lui. Ora sono 7 e quando arrivano al villaggio, lo sceriffo Harp (Dane Rhodes) – al soldo di Bogue – li aspetta con una torma di armati; nella scontro, ne uccidono 22 (tutti tranne Goodnight, che è come paralizzato dall'angoscia) e, scovato, Harp, che si era nascosto all'inizio della sparatoria, lo mandano dal suo padrone, sfidandolo a venire ad affrontarli; lo sceriffo, terrorizzato, esegue e Bogue, dopo averlo ucciso, si prepara a mettere insieme un piccolo esercito. I 7 addestrano al combattimento agli impreparatissimi contadini (solo Emma ha una qualche dimestichezza con le armi), congegnano trappole per rendere più arduo il compito agli assalitori e rubano armi e dinamite dal deposito della miniera. Red Harvest, che era partito in ricognizione, dopo due giorni torna per avvertirli che Bogue e i suoi arriveranno all'alba del giorno dopo. La sera Goodnight va via, confessando a Sam la proprie paure: se ne vergogna ma è convinto che se sparerà ancora lo attenderà una morte orribile. Bogue arriva la mattina dopo con decine di pistoleri ma, grazie anche alle ingegnose trappole, i primi scontri ne vedono la decimazione – non è estraneo al successo il ritorno di Goodie che uccide decine di avversari prima di morire assieme a Bill - ma lui ha in serbo un arma segreta: una potente mitragliatrice che sembra avere la meglio sui nostri eroi, quando Josh si lancia contro il mitragliere (Jackson Beals) e, pur crivellato di colpi, riesce a far saltare l'arma con un candelotto di esplosivo. La battaglia è vinta e Sam affronta Bogue che lo supplica di lasciarlo vivo: il pistolero ha con lui, però, un conto aperto: i suoi uomini avevano ucciso e violentato sua moglie e le sue figlie e lo invita a pregare prima di morire ma sarà Emma a dargli il colpo di grazia. Anche Horne è morto dopo aver massacrato parecchi mercenari con la pistola, l'ascia e le mani nude e Sam, Vasquez e Red Harvest ripartono, salutati da eroi.
Fuqua ha dichiarato di aver avuto presente, nel preparare il film, più i 7 samurai (1957) di Kurosawa de I magnifici 7 (1960) di Sturges (che ne era il dichiarato remake). Questo spiega alcune delle differenze tra i due western: quello del '60 era solare e i 7 – ma anche i loro nemici - erano fracassoni e simpatici, mentre questo è crepuscolare e gli eroi – tranne qualche battutina tra Vasquez e Josh – sono seriosi e portatori di ideali (il cattivo, poi, è una summa di tutte le figure negative del perfido capitalismo: addirittura esordisce con la frase: "Il capitalismo è Dio!" prima di massacrare i bravi contadini). C'è poi un versante d'impegno: Sam è nero -non è la prima volta che il cinema racconta di pistoleri di colore, da Invito ad una sparatoria (1964) di Richard Wilson in poi - e alla fine si salva solo lui, l'indiano e il messicano; la donna è, post-femministicamente, coraggiosa e, in qualche modo surroga i caratteri – il combattente-contadino – che negli altri due film erano affidati a Toshiro Mifune e a Horst Bucholz; per far spazio alla multietnicità dei protagonisti i due caratteri, presenti nel film di Sturges, il paranoico Lee/Robert Vaughn e l'avido Harry Luck/Brad Dexter, sono assommati nel pensoso Goodnight di Ethan Hawke. Detto questo, il film ha dei momenti piacevoli, solo che non si capisce perché si sia sentita la necessità di fare un pallido remake di uno dei capisaldi del cinema western, al quale, ad esempio, Leone e Peckinpah si sono fortemente ispirati e che ha lanciato i tre divi più significativi degli anni successivi: Steve McQueen, Charles Bronson e James Coburn, affidandolo ad un regista più a suo agio nell'action con risvolti sociali (Training day, The equalizer, Attacco al potere). Esempi di remake falliti di western storici non ne mancavano - vedi l'insopportabile Quel treno per Yuma di Mangold del 2007 – e, di più, con la splendida eccezione del grandissimo Peckinpah, il western è morto da tempo e la deriva impegnata – iniziata con Soldato blu di Ralph Nelson del 1970 (che era stato visto come un parallelo tra la conquista del west e la guerra in Viet-Nam) – non ha fatto che accelerarne la decomposizione.

Antonio Ferraro

Ultima modifica il Domenica, 02 Ottobre 2016 07:50

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