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Chiasso/Letterario - 1-2-3 maggio 2015: WORDS AND MUSIC di Beckett. Regia Alan Alpenfelt

Adele Raes in "Words and music", regia Alan Alpenfelt Adele Raes in "Words and music", regia Alan Alpenfelt

WORDS AND MUSIC di Beckett.
Regia Alan Alpenfelt

Chiasso - In una bella e informale atmosfera si viene accolti per la decima edizione di ChiassoLetteraria il cui titolo è "Cambio-Change-Wechsel". Nato nel 2005, vive grazie allo spirito di volontariato dei fondatori e dalla loro assidua ricerca per far incontrare e ascoltare poeti, letterati, giornalisti e artisti per una continua scoperta delle parole e delle storie che formano la nostra contemporaneità. Tra i tanti ospiti nelle varie edizioni ricordiamo Carmine Abate, Niccolò Ammaniti, Marc Augé, Corrado Augias, Tahar Ben Jelloun, Peter Bichsel, Vinicio Capossela, Jonathan Coe, Giuseppe, Giancarlo De Cataldo, Erri De Luca, Giole Dix, Patrick McGrath, Piergiorgio Odifreddi, Arto Paasilinna, Gino Paoli, Zeruya Shalev,Vittorio Sermonti, Qiu Xiaolong, Alberto Nessi, Fabio Pusterla, Anna Ruchat, Tommaso Soldin.

La Compagnia V XX ZWEETZ e Azimut hanno presentato il Words and Music di Samuel Beckett, per la regia di Alan Alpenfelt, musiche di NITON, effetti visuali Roberto Mucchiut e l'interpretazione attorale di Adele Raes. Il radiodramma Words and Music fu scritto da Samuel Beckett nel 1961 su commissione del "BBC Third Programme". Venne realizzato con le voci di Patrick Magee, Felix Felton e la musica (inizialmente) di John Beckett, in un secondo momento ri-composta da Morton Feldman. Concepita come pièce radiofonica, Words and Music non ha mai avuto una vera e propria trasposizione scenica, ma tante mise-en-space. Ci pensa V XX ZWEET, compagnia guidata dal regista Alpenfelt che ne risalta il potenziale altamente immaginifico dei temi e del rapporto musica/parola. Dopo una presentazione al Piccolo Teatro di Milano eccoli al vero debutto.

In un imprecisato futuro, due prigionieri – Bob e Joe – sono detenuti in un'angusta torre carceraria. Croak, il vecchio aguzzino, li visita regolarmente per ottenere definizioni di concetti umani ancestrali. Bob si esprime attraverso la musica e Joe attraverso le parole, nel tentativo di offrire al dispotico Croak vividi ricordi e appigli per nuove sensazioni. Una notte però sulle scale tra la luce delle candele scorge una faccia che destabilizzerà l'esistenza dei tre personaggi.

Posta al centro di un ring troviamo Joe, Parole, (la brava e precisa Adele Raes) in abito bianco che si dipana per tutto lo spazio scenico, di fronte e ai lati del box scenico i musicisti di NITON rappresentano Musica. Mascherati e bardati come guerrieri imprigionati, dialogano con i propri strumenti che si intrecciano, tra sonorità di stampo analogico e ritmiche ossessive, con le parole di Joe nel tentativo di creare un dialogo fra di loro e con il carceriere.
Nasce una intensa commistione di linguaggi, che invece di elidersi, come spesso accade in molte produzioni ove l'attore scompare a beneficio di qualche bel video che giganteggia al posto dell'attore, qui il lavoro del regista, dell'attrice, dei musicisti, del visual designer, mescola le metodologie con autentica sensibilità, trascinando lo spettatore dentro ad un nuovo mondo che colpisce e attiva oltre al conscio anche l'inconscio senza lasciare le parole di Beckett sparse nel vuoto ma sottolineando, anche con lo spazio scenico, quel rapporto servo-padrone che pervade tutta l'opera beckettiana.

Musica: Niton (Zeno Gabaglio, Luca Xelius Martegani, El Toxyque)
Con: Adele Raes
Visuals: Roberto Mucchiut
Luci: Andrea Borzatta
Costumi: Laura Pennisi
Co-prodotto da: Azimut

Ultima modifica il Venerdì, 05 Giugno 2015 07:56

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