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RASSEGNA 74.mo CICLO DEI CLASSICI AL TEATRO OLIMPICO - "ESTER", regia Giovanna Cordova. -di Francesco Bettin

"Sirene", adattamento e regia Giovanna Cordova. Foto Roberto De Biasio "Sirene", adattamento e regia Giovanna Cordova. Foto Roberto De Biasio

ESTER
di Jean Racine
traduzione di Giacomo Zanella
adattamento e regia Giovanna Cordova
con i giovani attori di Tema Cultura Academy, e Servane Giol
coreografia Silvia Bennett
disegno luci Gianluca Ciccolini
costumi Raffaella Berton
produzione Tema Cultura
Rassegna 74.mo Ciclo dei Classici al Teatro Olimpico
Vicenza, Teatro Olimpico, 16 e 17 ottobre 2021 – prima nazionale

Con lo spettacolo “Ester”, di Racine, nell’adattamento e regia di Giovanna Cordova, ci si avventura nell’eminente sfera del biblico, con una messa in scena al Teatro Olimpico che sa di avventuroso e magnificente allo stesso tempo. Impresa ardua, affrontata con determinazione dalla regista, e dai suoi giovani attori di Tema Cultura Academy, questa “Ester” vede anche la traduzione di Giacomo Zanella che ne esalta in parte la modernità. La regina appare in tutta la sua forza psicologica e fisica, soprattutto morale, con la decisione finale determinante per il suo popolo, la salvezza voluta, per certi versi dichiarata. Il testo originariamente scritto per le giovanissime collegiali di Saint Cyr, pensato da Madame de Maintenon affascina il poeta vicentino, Zanella appunto, che “vede” un riferimento-collegamento alle ragazzine della sua città, tale da confezionarne una traduzione che rimane nella storia. Zanella non solo rimane affascinato dal testo, ma dalla figura stessa di Ester nella quale intuisce una trasposizione di Maria, della salvezza pura e alta. Un testo poetico, non c’è che dire, che la regista prova a trasportare nello scrigno magico del Teatro Olimpico, una sede certo appropriata. E’ sublimazione della parola, gioco finchè non si entra in tragedia, meccanismi ostili e inevitabilmente segnanti, con un lievissimo richiamo alla Shoah e al suo strascico. Ester è la regina che salva il suo popolo, è la regnante piena di valori che sconfigge con la parola gli annientatori arroganti e spudorati, primo fra tutti Assuero, istigato dal consigliere Aman. Che, detto in breve, paga altresì la sua brama d’infamia, mentre viene riabilitato Mardocheo, lo zio di Ester, grazie a una coraggiosa azione che va così a variare la storia. Nel testo il valore della parola è appunto sublime, come lo è l’incrollabile motivo di vita che è la fede religiosa, il saper affrontare con virtù e dignità il cammino, la storia. Ma è anche una sorta di vittoria femminile, della stessa Ester che vince su tutti i fronti e che diventa punto di riferimento per le sue simili. Uno stato delle cose che riguardava anche in quel tempo lo stesso autore, Jean Racine, tornato al teatro dopo molti anni proprio nel segno cristiano di Ester, nel credo religioso di grande e ispirata contemplazione. A tutti gli effetti “Ester” resta un’icona, dove i suoi valori si connotano senza contaminazioni. L’adattamento di Giovanna Cordova scivola bene come un manto di raso, un mare calmo. E’ una buona prova dell’insieme, con qualche giovane interprete che dimostra talento e voglia di misurarsi col teatro importante, con una regia che in qualche caso forse smorza i toni, non li esalta, come nel finale, che invece di una festa diventa declamazione. I richiami sono diversi, tutti leciti, doverosi in una prova teatrale. Meno accattivanti quelli alla tradizione klezmer, lievissimi anche quelli.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Martedì, 19 Ottobre 2021 16:26

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