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SÜDTIROL FESTIVAL MERANO 2021 - Royal Philarmonic London, direttore Vasily Petrenko. -di Federica Fanizza

Royal Philarmonic London, direttore Vasily Petrenko, violino Julia Fischer. Foto Damian Petroll Royal Philarmonic London, direttore Vasily Petrenko, violino Julia Fischer. Foto Damian Petroll

Vasily Petrenko direttore
Julia Fischer violino
Royal Philarmonic London
Ludwing van Beethoven: Concerto per violino e orchestra in re maggiore op. 61
Johannes Brahms: Sinfonia n° 4 in mi minore op. 98
Merano - Kursaal, 06 settembre 2021
Südtirol festival merano

Merano, città termale per eccellenza dell'AltoAdige/Südtirol: una città che fu al tempo dell'impero asburgico uno del principali Kurorte, mete del turismo internazionale d'elite di fine secolo, diventata dal 1986 punto di incontro europeo per gli amanti della musica classica in questa particolare area dell'arco alpino. Il suo Salone delle feste edificato tra il 1911 e il 1914 e' ambita tappa delle grandi orchestre internazionali nei loro tour internazionali per la perfetta organizzazione che si affida alla direzione artistica di Andreas Cappello supportata dalla presidenza dell'Associazione Settimane Musicali Meranesi di Hermann Schnitzer, membro del direttivo dell'European Festival Association che raccoglie i più prestigiosi e storici festival musicali europei, permettendo in tal modo di coordinare i rispettivi calendari per i tour delle grandi orchestre internazionali. La rassegna era progettata per far diventare Merano destinazione turistica culturale, riuscendo a far convergere partner finanziari pubblici e privati a sostegno del progetto. Ma il pubblico che frequenta gli eventi in calendario è essenzialmente di ambito locale a dimostrazione della capacità di risposta della comunità; i turisti che vi assistono sono in zona per altri contesti. Il 2020 è stato un anno interlocutorio con una programmazione ridotta, sia per le norme sanitarie sia per il blocco delle grandi orchestre internazionali, ma comunque di prestigio per la qualità dei solisti presenti e con la chiusura della manifestazione che fu affidata a Valery Gergiev e alla sua Marinskij Orchestra di San Pietroburgo, unica compagine musicale in grado di muoversi allora per l’Europa. Sarà ancora il direttore russo a chiudere il ciclo dei concerti di questa edizione del festival ricca di appuntamenti a cadenza giornaliera (dal 22 agosto al 19 settembre) con un ricco cartellone che si articoli in cinque sessioni: il programma sinfonico (classic), la musica barocca (barocco), la musica da camera (matinée classique), i progetti trasversali (colours of music) e le esibizioni a cappella (vox humana) ospitati in monumenti storici del circondario meranese tra Castel Tirolo e Castel Scenna, duomo e Castello principesco di Merano a cui sono invitati anche gruppi di artisti locali, scelti per l’originalità delle proposte. Passerella musicale del concertismo internazionale tappa dei tour orchestrali internazionali che ha garantito la presenza della Royal Philarmonic di Londra con protagonisti Vasily Petrenko, direttore assieme alla violinista Julia Fischer con programma ampiamente collaudato assieme da anni di collaborazione tra esibizioni e registrazioni. Ma è sempre coinvolgente assistere all'esibizione in diretta, avanti ad un pubblico che, se per quanto ad accessi contingentati, ha esaurito i posti disponibili (circa 500 i presenti su una capienza di 700 posti del gran salone storico del Kursaal) in grado di entusiasmarsi con l'esibizione dei due artisti. Per diritto di informazione Vasily Petrenko si è presentato con l'orchestra della quale dal novembre del 2021 sarà direttore stabile. Praticamente perfetta la simbiosi tra il violino solista di Julia Fischer e la direzione d'orchestra di che tiene bene presente le motivazioni compositive del concerto beethoveniano scritto nel 1806 dedicata al violinista e direttore d'orchestra Franz Clement, che non vede il solista porsi come netto antagonista verso l'orchestra. Non si tratta infatti di un rapporto conflittuale tra orchestra e strumento solista; il violino infatti, pur mantenendo un forte profilo individuale, stabilisce con l'orchestra un'intima complicità. Del resto Petrenko induce con l'orchestra a cercare morbidezza e pastosità nelle scelte timbriche dello strumentale, dall'assenza di marcate contrapposizioni dinamiche o dall'eccesso ritmico che domina speso le composizioni beethoveniane sinfoniche non indulgendo al facile virtuosismo, da parte della violinista che sarebbe anche fuori luogo proprio dalla natura ideologica che indusse Beethoven a comporre il concerto. Ovazioni al termine dell'esibizione della violinista con la concessione di un bis dai Capricci di Paganini. Sarà interessante assistere in corso di calendario all'esibizione di Patricia Kopatchinskaja, gradito ritorno, dall'esuberante uso del proprio strumento, sempre sopra alle righe assieme all'estroso pianista turco Fazil Say, un ritorno. 
Il programma è proseguito con una rassicurante Sinfonia n. 4 di Johannes Brahms, composizione del 1885 che non esce dal solco della tradizione sinfonica del classicismo beethoveniano. Brahms non azzarda altri modelli, anzi, spesso in armi contro tanta parte delle tendenze proprie al suo tempo dominate da tanto wagnerismo di maniera. Anche in questo caso il gesto di Petrenko è tutto indirizzato a non eccedere nelle sonorità talvolta ombrose del primo movimento ma a dare leggerezza al tutto in una lettura che ricerca il classicismo musicale piuttosto che le colorature del tardo romanticismo. Acclamazioni alla conclusione alle quali l'orchestra ha risposto concedendo come bis, il Mattino dal Peer Gynt di Edward Grieg.

Federica Fanizza

Ultima modifica il Sabato, 18 Settembre 2021 09:32

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