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XIII° Edizione del FESTIVAL TEATRALE DELL'ACQUEDOTTO - "BACCI MUSSO U CUNTA L'INFERNO", regia Pino Petruzzelli. -di Gabriele Benelli

Mauro Pirovano in "Bacci Musso u cunta l'Inferno", regia Pino Petruzzelli Mauro Pirovano in "Bacci Musso u cunta l'Inferno", regia Pino Petruzzelli

BACCI MUSSO U CUNTA L'INFERNO
di: Pino Petruzzelli
da: l'Inferno di Dante Alighieri
Regia: Pino Petruzzelli
Traduttore in genovese e interprete: Mauro Pirovano
Produzione: Teatro Ipotesi
Genova, Sagrato dell'Abbazia di San Siro di Struppa, 17 luglio 2021

Il XIII Festival Teatrale dell'Acquedotto, organizzato dalla bellissima realtà del Teatro dell'Ortica, propone un percorso di incontro e valorizzazione di una parte di Genova poco conosciuta ma ricca di storia e cultura. Anche questa volta l'incontro ha doppia valenza, giungendo al nuovo incontro con il personaggio popolare e inconsapevolmente colto di Bacci Musso. Il protagonista è il caro – termine calzante per la presa che ha sul pubblico – Mauro Pirovano, diretto dal regista Pino Petruzzelli. Quest'ultimo è già conosciuto come il bravo e impegnato direttore artistico e attore di Liguria delle Arti. Lo stesso spettacolo Bacci Musso u cunta l'Inferno, pur non direttamente inserito nella valorizzazione artistica della Chiesa di San Siro di Struppa in Genova, ne sottolinea, anche solo utilizzandone il sagrato, la bellezza. Lo spettacolo è un popolare e rinfrancante gioco dialettale su un capolavoro della letteratura italiana ed una superba prova d'attore per Mauro Pirovano. C'è comunque di più: l'attore Mauro Pirovano, ha un grande interesse per il cunto genovese. La scenografia è, come nelle precedenti narrazioni di Bacci Musso, molto semplice: una seggiola e un tavolino sul quale si trovano una bottiglia ed un bicchiere. Ad animare la scenografia e a dare avvio alla narrazione c'è Bacci Musso, unico e atteso protagonista in scena. L'impianto è, come ci si aspetta, comico. Eppure c'è la novità di alcuni aspetti, volutamente episodici, maggiormente drammatici e dolorosi. Il racconto dell'Inferno di dantesca memoria diventa negli accenti di Bacci Musso una rilettura spassosa che, con il suo rendere caricature alcuni dei celebri personaggi dell'opera di Dante, non ne svilisce i particolari ma ne dà una visione divertente ma non dissacrante. In Bacci Musso u cunta l'Inferno ritroviamo, oltre al protagonista, Dante e Beatrice, Virgilio e Caronte, Paolo e Francesca, Ulisse e il Conte Ugolino e altri; ma tutti questi sono riletti in una chiave assai diversa. Tutto sarebbe nato da un viaggio (vero o presunto) di Bacci Musso. Dante, un toscano trasferito a Pentema, paesino dell'entroterra genovese, avrebbe rubato l'idea a Bacci Musso e ne avrebbe scritto un libro. È chiara quindi la rilettura popolare e comica del testo, con echi più che accennati al Mistero Buffo di Dario Fo. Come il grande giullare lombardo, Pirovano occupa la scena e conferisce ad ogni personaggio gesti e accenti diversi, spesso ibridati tra di loro, come il geniale tosco-ligure di Dante. Ogni personaggio ha quindi caratteristiche gestuali e linguistiche diverse, che Pirovano sa valorizzare e scindere abilmente nel corso dello spettacolo. Se il rimando al Mistero Buffo non è direttamente esplicitato, lo sono alcuni accenni della lezione felliniana di Amarcord, al tono drammatico che rimanda a quello di Vittorio Gassman e a quello della commedia all'italiana. Tutto questo rende popolare, certamente non nella accezione di incolto, il testo dello spettacolo. Bacci Musso u cunta l'Inferno è uno spettacolo di grande scorrevolezza e piacere per il pubblico, che può apprezzarne sia la parte genuina e popolare del testo come il suo aspetto maggiormente profondo e riflessivo. Merito di tutto questo è di Mario Pirovano e Pino Petruzzelli, artisti di grande esperienza e abilità nel sapersi muovere coinvolgendo il pubblico in un testo di questa importanza e portare un pubblico eterogeneo a tributare i medesimi, convinti e ripetuti applausi.

Gabriele Benelli

Ultima modifica il Martedì, 20 Luglio 2021 17:09

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