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ARMONIE D’ARTE FESTIVAL 2020 - "I MESSAGGERI" di Emma Dante. -di Marco Ranaldi

"I Messaggeri" di Emma Dante "I Messaggeri" di Emma Dante

ARMONIE D’ARTE FESTIVAL
26 agosto

PARCO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI SCOLACIUM
SEZIONE PRINCIPALE “Lungo le Rotte”
I MESSAGGERI
di Emma Dante
SPETTACOLO-CONCERTO
da Euripide, Sofocle

Messaggero de Le Baccanti
traduzione di Edoardo Sanguineti
Messaggero di Medea
traduzione di Emma Dante
Messaggero di Edipo Re
traduzione di Adriano Di Carlo
Messaggero de l’Eracle
traduzione di Giorgio Ieranò
regia di Emma Dante
canti e musica dei Fratelli Mancuso
con Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Adriano Di Carlo, Naike Anna Silipo, Sabrina Vicari
scene Carmine Maringola
luci Cristian Zucaro
costumi Italia Carroccio
assistente alla regia Federico Gagliardi
coproduzione Spoleto63 Festival dei Due Mondi e Atto Unico / Compagnia Sud Costa Occidentale
coordinamento e distribuzione Aldo Miguel Grompone, Roma
coordinamento di produzione Daniela Gusmano

I Fratelli Mancuso sembrano oggi quello che ieri era il significato di una tradizione. Il loro modo armonico di cantare ha fatto si che chi avesse avuto voglia di conoscere da dove veniva il nostro canto lo avrebbe potuto fare semplicemente ascoltandoli. Dire quindi che sono mitici nel senso di mitologici, nel senso di fortissima presenza antica è dire quanto sono importanti. Emma Dante che della Sicilia sa, della terra degli antichi sa, della lontana isola interiore sa ha saputo intercalare il proprio dramma post covid con i Fratelli Mancuso. Il canto antico, metrico, senza nessuna alterazione melodica è il vero tema conduttore de I Messaggeri. Cos’altro è I Messaggeri se non una ricomposizione dello scomponibile umano? Sedie a rotelle, maschere, forestiere danze tribalginniche (che tanto sono in voga), segni di pseudo costumi, recitazioni di pseudo drammi. Si è vero la Dante si riferisce al passato, ad Euripide. Ma è un pretesto per sorprendere ancora una volta coloro che non hanno l’ordine costituito ma lo cercano. Ma lo ripetiamo il vero elemento che serve a I Messaggeri è costituito dalla presenza dei due fratelli. E’ uno scorrere sanguigno di vecchie metrope mitropiche, preghiere che sono bestemmie, saturnali riconduttori di un tema antico come il mondo. Poi sulla scena può succedere di tutto, gli omicidi, gli uxoricidi, gli extraomicidi. E’ violenza fisica, pura e nuda. Ma il Gloria intonato sperpetua ciò che non è perpetuo. Non è più possibile rincorrere la scena teatrale con urla, grida, recitazioni senza o con tanto fiato. Oggi è il sortire da una recondita ricerca interiore a delimitare anche il percorso attoriale. Il pianto rituale, il nero irreversibile, il morto che è ospite perenne, l’ostia da dare in una messa mai celebrata. Tante messe fa Emma Dante, tante prefiche significa Emma Dante, tante strappi fra i più violenti e tristi. Non è più tempo di eroi. E’ vero. La vita è viverla nella più anormale normalità. Ma nessuno lo sa. Ed è il canto ancora una volta a ricondurre a quel senso talmente estraneo alla nostra vita che è fatto di suoni, di suoni talmente profondi da essere diventati difficili. Questo è oggi il messaggero vero, correre con le ali ai piedi per raggiungere la più remota isola sonante come così accadeva ai tempi cantati dai Mancuso. Da allora in poi mai più. Forse è proprio così.

Marco Rinaldi

Ultima modifica il Martedì, 01 Settembre 2020 12:18

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