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GENOVA - SEA STORIES FESTIVAL 2020: "FRANKENSTEIN: I MOSTRI DI MARY SHELLEY", regia Igor Chierici. -di Gabriele Benelli

Mary Shelley Mary Shelley

FRANKENSTEIN: I MOSTRI DI MARY SHELLEY
di Igor Chierici
Regia: Igor Chierici
Scene: Cristina Repetto
Costumi: Carolina Tonini
Interpreti: Igor Chierici, Marzia Gallo e Filippo di Duca
Musiche dal vivo: Igor Chierici e Stefano Bertoli
Produzione: Fondazione Garaventa
Genova, Porto Antico di Genova, Lungo Molo De Andrè, dal 21 al 25 agosto 2020

La rassegna Sea Stories Festival, che ha in Igor Chierici il direttore artistico, rappresenta ogni anno un incontro caro al pubblico genovese. Anche per il 2020 lo spettacolo di punta è rappresentato dalla pièce che lo vede in scena nelle vesti di autore, regista e attore. Ognuno di questi spettacoli rappresenta per il giovane Chierici una continua sfida fatta di ricerca, scrittura drammaturgica e recitazione. Quest’anno è il turno di Frankenstein: i mostri di Mary Shelley. Fedele ad una narrazione che ha nello sfondo marino il trait d’union con le drammaturgie precedenti, Frankenstein: i mostri di Mary Shelley ha quale ambientazione la goletta Baker, a bordo della quale la scrittrice sta compiendo la traversata da Genova a Londra. L’allestimento dello spettacolo sulle chiatte in balia dei movimenti dell’acqua del porto di Genova è quindi un primo fortunato esempio di teatro in questa direzione. La scenografia dello spettacolo è dettagliata e, pur presentando solo gli angoli di due cabine della goletta, offre agli interpreti un’ampia scena sulla quale agiscono tre attori, Igor Chierici, Marzia Gallo e Filippo di Duca e il musicista Stefano Bertoli. Fatte queste precisazioni è evidente il ruolo cardine del capitano Boyle Baker, interpretato da Igor Chierici. La rappresentazione è aperta da un monologo del protagonista, che è deus ex machina della vicenda, con un solenne soliloquio sul mare e su quanti ne solcano le onde. Il tono dello spettacolo si presenta così fin da subito misterioso, anche se ha accenni di un’ampollosità a tratti pesante. Fa da contraltare la recitazione briosa di Marzia Gallo nella parte di una Mary Shelley vista inizialmente in chiave disinibita e graziosa. Su un appropriato tappeto musicale creato dal pianoforte suonato dallo stesso Igor Chierici e dagli strumenti di Stefano Bertoli, si dipana una storia misteriosa e tetra. I dialoghi tra i due interpreti principali sono centrali nello spettacolo e scorrono, pur spingendosi a volte in un’affettazione ridondante e nella scontata prevedibilità. Le figure di Mary Shelley e Boyle Baker vengono intrappolati in un’ampollosità che rende le loro battute in qualche momento poco credibili. Mary Shelley è presentata come una donna sicura di sé ed emancipata, una scrittrice di grande livello intellettuale, per poi diventare consapevolmente l’oggetto di un flirt senza un senso compiuto. È questo il momento di maggiore lentezza dello spettacolo, che però poco dopo assume un ritmo più coinvolgente. I primi lenti sofismi di Frankenstein: i mostri di Mary Shelley lasciano a poco a poco spazio all’emozione, quando il fantasma del piccolo William, il figlio defunto della Shelley, appare sul palcoscenico impersonato dal giovanissimo Filippo di Duca. La recitazione straziata e straziante di Marzia Gallo è una perla presente nello spettacolo. Boyle Baker è un personaggio che subito è misterioso e spiazzante nei modi e nelle parole dette da Igor Chierici, cui va riconosciuto il merito di interpretarle dominandone le diverse nature. Lo spettacolo è convincente solo a tratti per la difficoltà insita nel personaggio interpretato. Boyle Baker, misterioso e astuto capitano a bordo della goletta, nasconde segreti inquietanti. Frankenstein: i mostri di Mary Shelley è un testo complesso ed ambizioso, con molte buone idee e invenzioni sceniche, che però assomiglia in alcuni momenti più ad un lento specchio d’acqua che all’impetuoso mare in tempesta evocato dalla fascinosa scrittura di Mary Shelley.

Gabriele Benelli

Ultima modifica il Martedì, 25 Agosto 2020 09:35

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