GIULIETTA
(dal racconto “Giulietta”– ed. Diogenes Verlag 1989 / il Melangolo, 1994)
di Federico Fellini
adattamento teatrale di Vitaliano Trevisan
uno spettacolo di Valter Malosti
con Roberta Caronia
scene Paolo Baroni
luci Francesco Dell’Elba
costume Patrizia Tirino
marionette Gianni Busso
musiche originali Giovanni D’Aquila
progetto sonoro Valter Malosti
ricostruzione e rielaborazione del suono Fabio Cinicola
assistente alla regia Alba Manuguerra
produzione TPE - Teatro Piemonte Europa
si ringrazia Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare
la prima versione dello spettacolo è stata realizzata da Teatro di Dioniso
in collaborazione con Teatro Regio di Torino / Piccolo Regio Laboratorio
con il patrocinio di FELLINI 100
Celebrazioni per il Centenario della nascita di Federico Fellini
Teatro Carignano TORINO 23 – 28 giugno 2020
PRIMA ASSOLUTA
Se non fosse già accaduto dovrebbe necessariamente succedere. Perché Roberta Caronia, attuale interprete del soliloquio che fruttò a Michela Cescon il Premio Ubu 2004 come miglior attrice, meriterebbe il medesimo riconoscimento. Un riallestimento dopo tanti anni in occasione del centenario della nascita di Federico Fellini, un’idea del regista Malosti e dell’attrice che per prima lo portò al successo, una sfida culturale perché uscire da un ruolo cedendolo a un’altra provoca un totale ribaltamento. La pièce è una performance, ovvero ha molte affinità con le installazioni d’arte. Ogni particolare concorre all’opera artistica, figurativa e scultorea. C’è lo scheletro di un circo. Ci sono gli spiriti che parlano alla fragile protagonista, nelle vesti di inquietanti e suggestive marionette, di cui talvolta si vedono solo le teste. Ci sono le luci che tracciano una loro robusta drammaturgia. E poi c’è la storia di una donna prigioniera di se stessa, che qui sembra una grande marionetta asessuata o forse un enorme burattino, data la sparizione delle gambe, celate sotto una gonna-telone circense. C’è la parola, il ricordo, il lamento, il dubbio, ci sono le immagini che Caronia innesca e che prendono vita nella fantasia del pubblico. C’è una donna insicura, c’è un marito adultero, c’è una corsa alla riconquista che condurrà alla libertà. Ci sono le voci, lo spiritismo, il sonno e la veglia che si intrecciano nell’esperienza umana ed acquistano pari significato. C’è un’adesione al mondo onirico, un’immersione nell’interiorità del personaggio che come Alice cerca una via di uscita in un’atmosfera ovattata, dove i dolori si stemperano e il confine tra vita e morte è naturale. Confidando si possano recuperare tutte le repliche cancellate per l’emergenza, come la messinscena meriterebbe.
Maura Sesia