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TODI FESTIVAL 2019 - "Abbi cura di me" con Simone Cristicchi. -di Pierluigi Pietricola

Simone Cristicchi – "Abbi cura di me" Simone Cristicchi – "Abbi cura di me"

Abbi cura di me TOUR
Esclusiva regionale
Simone Cristicchi, voce e chitarra
Riccardo Corso, chitarre e bouzouki
Andrea Rosatelli, basso e contrabbasso
Giuseppe Tortora, violoncello
Riccardo Ciaramellari, pianoforte, tastiera e fisarmonica
Valter Sacripanti, batteria
TODI FESTIVAL 2019

Simone Cristicchi, moderno poeta che viaggia di città in città assieme ai suoi versi, denomina il suo Abbi cura di me in un modo simpatico e non scontato: la scatola delle meraviglie. Cosa può stupire in ciò che, in fin dei conti, altro non è che un concerto, con una scenografia raffigurante uno spicchio di luna e, sullo sfondo, un cielo sopra cui immaginiamo si librino in volo gli amanti di Chagall? La risposta non sta nella forma dello spettacolo, ma in ciò che costituisce la sostanza dei racconti che i brani di questo sensibile e accorto cantautore mettono in scena.
Le storie di Cristicchi non parlano di banali questioni d'amore che finiscono male per le ovvie e fruste ragioni che ben conosciamo. Né trattano di tematiche sociali che oggi assumono la parvenza spettrale di un quadro dai colori sbiaditi che ha perduto la luminosità di un tempo. Tutto questo è assente. Cristicchi è convinto, pervicacemente, che il bello, la meraviglia, lo stupore, la novità, il particolare si annidino nel quotidiano: nella persona che incrocia il suo sguardo mentre egli cammina sul marciapiede; nel caffè che degusta pensando chissà a che cosa; nel ricordo improvviso d'un'emozione ormai trascorsa e ricuperata; nell'umana dignità ingiustamente vilipesa che trova il suo degno riscatto fra i versi d'una canzone o in un'opera d'arte; in un raggio di luce o in un cono d'ombra; in una parola detta quasi a caso e che, come per magia, dischiude regni mai prima immaginati. Di questo è fatta la scatola delle meraviglie di Abbi cura di me: spettacolo ben congegnato, che si tiene su ritmi serrati ma non incalzanti per lasciare al pubblico giusto spazio alla riflessione.
Come diceva Heidegger, aver cura significa saper andare al fondo di ogni cosa, traversare l'apparire dell'ente così da permettere all'essere di dischiudersi totalmente all'uomo. Scrivendo e componendo le sue canzoni, Cristicchi pare compiere tale operazione. Vivendo negli stessi luoghi dove si condivide la quotidianità, più di una volta ho avuto modo di apprezzare questo cantante camminare, in apparenza, del tutto indifferente a ciò che gli accade intorno, immerso com'è nei suoi pensieri. In realtà, nulla gli sfugge. Cristicchi assorbe tutto, qualsiasi cosa immagina possa un domani divenire materia di racconto; e la riproduce – in versi e note – con straordinaria lucidità, senza ricorrere a stilemi retorici né a metafore tradizionalmente abusate.
Tutte caratteristiche che si son respirate in Abbi cura di me: spettacolo che ha chiuso questa bellissima edizione del Todi Festival dal programma variegato ma segretamente connesso nei vari appuntamenti. Sul palco Cristicchi ha mostrato di essere a perfetto suo agio: vivendolo senza esibirsi; invitando il pubblico ad accomodarsi in quella che per due ore è stata la sua casa, dove tutti hanno appreso che fare arte vuol dire dar voce all'inespresso e donare parole e pensieri a chi non può permettersi di esprimere se stesso perché glielo hanno ingiustamente proibito.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Venerdì, 06 Settembre 2019 10:39

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