LA DONNA FATTA A PEZZI
da Aissa Djebar dalla raccolta Nel cuore della notte algerina
Regia: Filippo Renda
Interprete: Antonio Fazzini
Allestimento e luci: Andrea Narese
Produzione: Teatro delle Donne Firenze
Lunaria Teatro, Piazza di San Matteo, Genova, 26 luglio 2019
La XXII edizione del Festival in una notte d'estate di Lunaria Teatro ha ospitato La donna fatta a pezzi, produzione del Teatro delle Donne di Firenze. Il testo scenico è tratto da un racconto di Aissa Djebar, una delle più importanti voci femminili nel campo della letteratura algerina. La tematica del testo trasposto in scena in maniera molto affascinante rimanda all'ambientazione da Le mille e una notte. Il testo è caratterizzato dalla presenza sul palco di un unico narratore che trasporta palco e platea in una dimensione favolistica. Tuttavia il richiamo, anche brutale, alla cronaca di un'Algeria in preda alla lotta armata, non sottrae alla narrazione – a parte il finale cruento – il tono soffuso e sensuale della narrazione orientale. Il bravo Antonio Fazzini, sempre padrone della scena e del flusso del racconto, si trova al centro di una scenografia dove sono numerosi gli elementi e i simboli dei personaggi che si alternano nella vicenda. A sostenere la sua narrazione, anche a beneficio del pubblico, utilizza cubi colorati e di diverse dimensioni che utilizza, sposta e avvicina a identificare Atika, la giovane docente algerina protagonista del racconto, e tutti i personaggi che incontra e che a sua volta evoca durante le lezioni ai suoi allievi. La narrazione si dimostra quindi doppia, sospesa tra una realtà ed una narrazione che si alternano, si incontrano fino a sovrapporsi. Il testo trae quindi da Assia Djebar l'idea della commistione dei piani letterari e storici rendendo doveroso omaggio ad una scrittura mirabile, coinvolgente e coraggiosa. Dal suo canto Antonio Fazzini porta in scena grandi capacità e grande affetto verso il testo grazie ad un teatro che ricorda, per gesto e intonazione, quello di Marco Baliani. L'esistenza e le vicende della giovane Atika, alternate con quella della sfortunata sposa di cui si parla ne Le mille e una notte, vengono raccontate in scena con i modi di un cantastorie raffinato ed emozionante. L'unione di una recitazione di questo livello e una regia attenta a rendere con efficacia gli snodi tra i due racconti assicura il raggiungimento di una narrazione solida e senza artifici. Il pubblico, quasi uno sdoppiamento degli allievi di Atika, è trasportato in una dimensione densa delle sensazioni di un mondo distante e riportata alla fine ad una realtà spietata anche se sostanziata da una profonda poesia. Il meccanismo di racconto nel racconto piace e convince nel suo stratificarsi e mostrarsi senza trucchi, riprendendo anche la sensualità e l'erotismo del racconto originario. La storia di amore e gelosia e i sentimenti forti ed estremi che Fazzini vive sul palco sono il tratto caratterizzante de La donna fatta a pezzi. Se il primo impatto sembra volere focalizzare l'attenzione verso una riflessione riguardante la violenza sulle donne, lo spettacolo diretto da Filippo Renda ha i tratti più dilatati del racconto classico che è arricchito di buone trovate, quali ad esempio l'accelerazione fortissima verso il dramma finale di una cieca realtà che irrompe nella letteratura per umiliarla e soffocarla. Il racconto si chiude circolarmente su sé stesso, come se la giovane professoressa facesse avverare la profezia che vede il suo destino identico a quello della giovane sposa di Baghdad della quale racconta. La narrazione che sublima la figura di Atika in una visione letteraria ed epica ottiene successo e i favori di un pubblico attento alle trame intessute dal bravo Antonio Fazzini.
Gabriele Benelli