LA SIGNORINA FELICITA OVVERO LA FELICITA'
di Lorena Senestro da Guido Gozzano
Regia: Massimo Betti Merlin
Interpreti: Lorena Senestro e Andrea Gattico (pianoforte)
Musiche originali: Andrea Gattico
Produzione: Teatro La Caduta Torino
Lunaria Teatro, Piazza di San Matteo, Genova, 12 luglio 2019
Lunaria Teatro, nel corso della XXII edizione del Festival in una notte d'estate ha ospitato La signorina Felicita ovvero la felicità, interessante ed originale rilettura della poesia di Guido Gozzano attraverso le emozioni di quello che è uno dei suoi simboli più riconoscibili. A portare in scena lo spettacolo è, nell'evocativa piazza genovese di San Matteo, il Teatro della Caduta, giovane ma affermata realtà teatrale torinese. Lorena Senestro e Andrea Gattico, con la regia di Massimo Betti Merlin, realizzano quello che è uno spettacolo singolare e molto godibile. I costumi e gli elementi scenografici si conformano alle atmosfere gozzaniane ma ricordano anche, screziate di malinconia, le dolci atmosfere del gioco eterno dei sentimenti. Lorena Senestro impersona con genialità il personaggio della signorina Felicita, emblematica della poetica gozzaziana, offrendo una interpretazione inedita e geniale. L'autrice e interprete principale del testo rilegge il suo personaggio sorprendendo grazie a tratti inaspettati e appassionanti. La signorina Felicita, che Gozzano definisce quasi brutta e priva di lusinga si mostra in scena bella, appariscente di una sua personale poetica ironica e sensuale. Andrea Gattico esegue dal vivo le musiche originali e a lui sono affidate anche le divertenti battute del buon padre di Felicita. Le musiche suonate da Gattico sono valide ed eloquenti nell'accompagnare la recitazione e tradurre nel linguaggio della musica i sentimenti e la sorte di Felicita, alterna tra ironia e delusione. In questo modo la musica crea un quadro ottocentesco di una ossimorica struggente dolcezza. Molte sono le citazioni riconoscibili della poesia di Guido Gozzano da La signorina Felicita ovvero la felicità e L'amica di nonna Speranza, ma a Lorena Senestro va riconosciuta l'intuizione di aver espresso nuovi registri che sono alterni ma omogenei e rendono il personaggio di Felicita sospeso tra una leggerezza maliarda ed una spiritualità poetica e malinconica. Il pubblico vede e sente una Felicita nuova e con una insospettabile personalità capace di pungente sarcasmo. L'attrice torinese rilegge il personaggio mostrandone un carattere forte e moderno, affrancandolo dai clichés nei quali la poesia di Gozzano sembrava costringerla. In scena Lorena Senestro avvince in ogni fase della narrazione e si dimostra capace di vivere e trasmettere momenti di crescente intensità. A lei si riconosce così un doppio valore nella scrittura e nella recitazione, sempre in grado come è di impersonare il suo personaggio giocando con dimensioni artistiche diverse ma armoniche tra di loro. La scommessa del cambio di prospettiva dagli occhi della stessa Felicita, che in scena può raccontare se stessa, è vinta. Notevole e fortunata è la regia di Massimo Betti Merlin, che conferisce allo spettacolo un ritmo che non ha mai flessioni e concorre alla definizione di una nuova e apprezzabile opera d'arte.
Gabriele Benelli