Danza e meccanizzazione del corpo: tra innovazine scenica innovazione e recupero della tradizione delle avanguardie storiche
Rovereto, 2 settembre 2018 Teatro alla Cartiera 18.00
Irene Russolillo - Italia
This is your skin
Ideazione e coreografia Irene Russolillo
Creazione Alice Giuliani, Alice Raffaelli, Irene Russolillo
Testi Irene Russolillo e Spartaco Cortesi
Musiche Spartaco Cortesi
Disegno luci Valeria Foti
Danzatori Alice Giuliani, Alice Raffaelli, Irene Russolillo
Coprodotto da Festival Oriente Occidente, Comune di Brentonico, Ass. Cult. VAN
In collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Les Brigittines – Bruxelles, Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, CLAP Spettacolodalvivo – Brescia, Rete Habitat/Torri dell'acqua – Budrio (BO), SPAM! Rete per le arti contemporanee – Porcari (LU), Garage 29 – Bruxelles
Rovereto, 2 settembre 2018 Teatro Zandonai 20.30
Marcos Morau
La Veronal - Spagna
Pasionaria
Ideazione, coreografia e regia Marcos Morau
In collaborazione con i danzatori
Assistente alla coreografia Lorena Nogal
Consulenza artistica e drammaturgia Roberto Fratini, Celso Gimenez
Repetiteur Estela Merlos
Responsabili della produzione Juan Manuel Gil Galindo e Cristina Goni Adot
Disegno luci e responsabile tecnico Bernat Jansa
Assistente tecnico e effetti speciali David Pascual
Video Joan Rodon, Esterina Zarrillo
Scenografia Max Glaenzel
Suono Juan Cristobal Saavedra
Disegno costumi Silvia Delagneau
Costumi Ma Carmen Soriano
Maschere e sostegni GADGET Efetcos Especiales
Copricapi Ricardo Vergne
Protesi Marti Doy
Sfere Goretti Puente
Calzature Natalio Martin
Danzatori Angela Boix, Chey Jurado, Ariadna Montfort, Nuria Navarra, Lorena Nogal, Shay Partush, Marina Rodriguez, Sau Ching Wong
Coprodotto da Festival Oriente Occidente, Teatros del Canal, Thé tre National de Chaillot, Les Thé?tres de la Ville de Luxembourg, Sandler's Wells, Tanz im August/HAU Hebbel am Ufer, Temporada Alta – Festival de Tardor de Catalunya, Grec 2018 Festival de Barcelona – Institut de Cultura Ajuntament de Barcelona, Mercat de les Flors
In collaborazione con El Graner centre de creació
Con il supporto di INAEM – Ministerio de Educación Cultura y Deporte de España, ICEC – Departament de Cultura de la Generalitat de Catalunya.
Rovereto 3 settembre Auditorium Melotti 20.30
Hiroaki Umeda
S20 - Giappone
Intensional Particle
Coreografia ed esecuzione Hiroaki Umeda
Musiche S20
Disegno luci S20
Image Shoya Dozono
Video Guillaume Gravier
Ricerca visuale Ludovic Burczykowski
Tour management [H]ikari Production | Gaëlle Seguin
Coprodotto da Le Manège, Scène Nationale, le Manège.mons, la Gare Numérique, la Maison des Arts de Créteil, Stereolux, Mapping Festival
a seguire
Johanna Nuutinen - Finlandia
Hatched
Se l'intitolazione di questa edizione 2018 della rassegna di danza Oriente Occidente di Rovereto La via della seta, indaga le contaminazioni della danza moderna tra Occidente e la loro percezione nell'Estremo Oriente, un'altra sottile linea percorre gli spettacoli inseriti nel cartellone principale a cui si è assistito nelle giornate di domenica 2 e lunedì 3 settembre: un filo logico che si svolge tra meccanicità dell'azione scenica e corpo che si fa oggetto meccanico reinterpretato dalla tecnologia, quasi a voler reinterpretare il segno delle avangiuardie di inizio '900 E' un percorso comune ai quattro spettacoli di quelle giornate che parte proprio dalla performance curata da Isabella Russolillo, artista associato in questa edizione. La sua produzione workshop al Teatro della Cartiera nella corso del pomeriggio domenicale è affidata a 3 danzatrici che si evolveranno in vocalist. La staticità iniziale fatta di impercettibili movimenti meccanici corporei diventa pausa in attesa di una ricarica di energia. Si tratta di azioni ripetitive, robotizzate senza alcuna relazione tra di loro. Emblematico è l'atto si spogliarsi da una pelle considerata estranea, su tema della colonna sonora This is your skin, declinato i quattro spazi mutevoli segnati da postazioni microfoniche con diversa postura corporea fino all' urlo di liberazione. Risultato: un'azione teatrale più performativa che danza.
L'ossessione meccanica della ripetitività dei gesti quotidiani caratterizza l'evento Pasionaria di Marcos Morau, presso il Teatro Zandonai nel corso della stessa serata, spettacolo supportato e coprodotto da una lista di istituzioni europee. Il Théâtre de Chaillot, il Sadler's Wells, il festival Tanz Im August, il Théâtre de la Ville de Luxembourg, il Teatros del Canal e Oriente Occidente, a significare la grande attenzione che il mondo culturale ha nei confronti di questo attore e danzatore. Morau crea opere in cui, a partire dal mondo reale, arriva a esplorare i meandri della psiche umana, travolta dal progresso tecnologico che conduce sempre più verso la necessità di differenziazione gli umani dai robot, in uno spettacolo che si fa piuttosto "teatro danza" a rappresentare questo mondo conchiuso che non prevede vie d' uscita se non la ricerca di passaggi "altri" segreti e occulti. Occupa, infatti, il palcoscenico una scenografia strutturata che riproduce un ambiente interno scala porte e finestra, che fa trasparire un mondo esterno fatto di lune, di stelle e di nubi. Personaggi nevrotici si aggirano come fantocci che escono da un sogno onirico e di incubo pervaso da figure "mostro"che percorrono questo spazio illuminato da led o da particolari tagli di luce. Porte e passaggi segreti che sottolineano l'esistenza di un mondo al di fuori di questa realtà. Il momento coreografico arriva quasi al termine della narrazione con una sequenza frontale postata sul divano unico arredo di questo spazio casalingo dove gli 8 danzatori articolano azioni in sequenza con un particolare gioco di sedute giocate su abili giochi di arti pronti a disarticolarsi.
Nella giornata seguente, all'Auditorium Melotti al Mart di Rovereto, si sono succeduti in una unica serata due mondi geografici lontani per geografia e cultura, Giappone e Finlandia, ma affini nel rapportarsi con la visione digitale dello spazio scenico e di come un corpo interagisce in esso denominazione comune di assoli, ma declinati tramite visioni differenti dell'uso della lice e dello spazio.
L'uso della luce affidata ai giochi digitalizzati, esplosivi ed inquieti per avvolgere il corpo, e proiettarlo in altre dimensioni è la caratteristica dell'azione coreografica del danzatore e performer giapponese attivo in Francia Hiroaki Umeda. In Intensional Particle, (durata complessiva 20 min.) Agisce in una tempesta di luci bianche, suoni e tecnologia psichedelica e con effetti di stroboscopici articolati che interagiscono e prendono avvio dalla sua gestualità fatta di mosse mediate dalla sapienza antica e riflessiva delle arti marziali per trasformarsi in gesti rapidi estratti dalla danza hip-hop e dalla modern dance, il tutto avendo come elemento di partenza una linea orizzontale tremula proiettata su uno schermo che si evolve in una struttura di animazione grafica.
Per analogia, l'assolo Hatched di Johanna Nuutinen, coreografa finlandese cresciuta in ambito classico del National Finnish Dance company, che tratta il tema dell'identità di genere partendo con una proiezione corporea nello spazio delimitato da un cono di luce proiettato e da linee in movimento che si intersecano in geometrie variabili che delimitano la cornice spaziale in cui agire. Eventi che hanno raccolto il consenso del pubblico che affolla gli spazi del festival. Ovazioni per Morau, consolidata presenza a Rovereto che decisamente ha fatto registrare anche una notevole presenza giovanile, a seguito del workshop da lui gestito assieme ad ungenerale consenso per ciò che sta passando sui molteplici spazi teatrali che la rassegna mette a disposizone degli artisti.
Federica Fanizza