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11ª Edizione del NAPOLI TEATRO FESTIVAL - “SCÈNES DE LA VIE CONJUGALE” di Ingmar Bergman. Con Laetitia Casta e Raphaël Personnaz, regia Safy Nebbou. - di Giovanni Luca Montanino

Laetitia Casta e Raphaël Personnaz
 In “Scènes de la vie conjugale”, regia Safy Nebbou
 Laetitia Casta e Raphaël Personnaz
 In “Scènes de la vie conjugale”, regia Safy Nebbou


SCÈNES DE LA VIE CONJUGALE
di Ingmar Bergman
con Laetitia Casta e Raphaël Personnaz
regia Safy Nebbou
adattamento Jacques Fieschi e Safy Nebbou
assistente alla regia Natalie Beder
scenografia e collaborazione artistica Cyril Gomez-Mathieu
produzione Le Théâtre de l'Oeuvre
Le opere teatrali di Ingmar BERGMAN sono rappresentate in Francia dall'agenzia DRAMA – Suzanne SARQUIER www.dramaparis.com in accordo con la Fondation Bergman www.ingmarbergman.se e l'Agence Josef Weinberger Limited a Londra.
Napoli Teatro Festival, Teatro Politeama 3-4 luglio

«Soli io e te», si ripetono Marianne e Johan. Ma forse vorrebbero dirsi: «solo io e solo tu». Mentre due non resta che un numero svuotato di significato. La complicità soccombe alla routine; l'intesa fatta di sguardi, prima che di parole, cede il posto all'incomunicabilità; la prossimità cola via come acqua dalla crepa di un vaso, generando vuoto e solitudine.
Il 3 e il 4 luglio, al Teatro Politeama, nell'ambito del NAPOLI TEATRO FESTIVAL ITALIA 2018 (diretto da Ruggero Cappuccio) è andato in scena lo spettacolo SCÈNES DE LA VIE CONJUGALE, di Ingmar Bergman, con Laetitia Casta e Raphaël Personnaz. La pièce ha un che di autobiografico: infatti, Bergman la scrisse nel 1973, quando lui e Liv Ullmann (sua musa e compagna di vita), dopo anni di vita insieme, erano già separati. Il regista buttò giù Scènes de la vie conjugale in pochi mesi e lo girò per la televisione in sei episodi da cinquanta minuti ciascuno. Per l'uscita in sala, Bergman conservò la struttura in sei scene (ma soppresse circa due ore).
Marianne e Johan sono la coppia universale, senza tempo né luogo. Gli eroi inventati da Ingmar Bergman non solo si affrontano a vicenda, ma sfidano e coinvolgono lo spettatore: marito e moglie si allontanano, si respingono, poi magneticamente ricadono l'uno nell'orbita dell'altra. Così il pubblico segue le vicende della coppia e vi prende parte: si "affeziona", disapprovando in alcuni momenti le scelte dei personaggi (prendendone le distanze), identificandosi in altri. In un'alternanza di emozioni forti e contrastanti.
La regia di Safy Nebbou valorizza una sorprendente Laetitia Casta, interprete e donna che sulla scena non si risparmia: la sua versione di Marianne è assolutamente fisica; la donna piange, si strugge e grida di dolore; ride, respinge il suo uomo, poi lo seduce o ne resta sedotta. Funziona la coppia con Raphaël Personnaz, fin dall'efficacissima introduzione video: i due protagonisti appaiono in primissimo piano, accostati l'uno all'altra, mentre si raccontano al pubblico, apparentemente sereni e si danno risposte sui sentimenti, sulla vita di coppia, su di sé. Affermazioni che sono così pacate da apparire come certezze granitiche. Ma non è che l'inizio dello spettacolo.
Il Napoli Teatro Festival Italia 2018 ha reso omaggio al regista e drammaturgo svedese Ingmar Bergman nel centenario della sua nascita (il 14 luglio 1918 ad Uppsala), oltre che con lo spettacolo firmato da Safy Nebbou, anche con Scene da un matrimonio, allestimento del regista moscovita Andrej Konchalovskij.

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Giovedì, 05 Luglio 2018 17:12

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