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LA CORTE OSPITALE - “Potente e fragile”, di e con Ascanio Celestini e Giuliana Musso. - di Dafne D'Angelo

Ascanio Celestini e Giuliana Musso in "Potente e Fragile". Ascanio Celestini e Giuliana Musso in "Potente e Fragile".

POTENTE E FRAGILE
di e con Ascanio Celestini e Giuliana Musso

Rubiera, La Corte Ospitale 26 giugno 2018

Sullo sfondo dell'accogliente e ricca di fascino Corte Ospitale di Rubiera, il duo Celestini-Musso ha dato vita ieri sera 26 giugno 2018 a un "botta e risposta" di letture, con una mise en scene semplice dove protagonista è la parola in tutta la sua nudità. Due sedie, un leggìo e pochi fronzoli: ecco come si presenta la scenografia di "Potente e fragile", un monologo a due voci che tratta argomenti forti, socialmente impegnati. Qui si parla degli "ultimi": dal giovane militare ucciso in guerra alla prostituta in cerca d'amore, dal ragazzo ammazzato per sbaglio dalla polizia alla voce grossa di chi ricalca gli stereotipi.
Giuliana Musso colpisce per una bravura incredibile nell'interpretare dapprima la madre dal forte accento nordico, poi, l'essere umano qualunquista, fan del "Cavaliere", che, con una giacca addosso si muove repentino suscitando ilarità tramite una serie di luoghi comuni sciorinati a gran voce come verità assoluta.
Ascanio Celestini presenta invece una recitazione sobria e contenuta, corredata da una fisicità modesta e pressochè immobile in netta contrapposizione alla presenza scenica imponente e carismatica di una Musso irrefrenabile, che esplode come tempesta, ma anche capace di far commuovere chiudendosi nella delicatezza del monologo.
Uno spettacolo lungo, una sorta d'intervista il cui scheletro fonda le basi su un modello di sceneggiatura tipico, privo di innovazioni rilevanti.
Il pubblico ride, si diverte. C'è interazione, c'è contatto umano.
La sera conferisce un tocco in più alla bellissima cornice della rassegna "L'Emilia e una notte", un insieme di spettacoli teatrali intimisti, capace di coniugare potenza e fragilità.
Abituati come si è ai modelli televisivi, uno spettacolo come quello proposto da Musso e Celestini risulta qualcosa di meno immediato, su cui doversi concentrare maggiormente per riuscire a ritrovare l'antica arte dell'ascolto. Ciò che colpisce è infine l'umanità, infinita, dei due attori che, prima di tutto, risultano essere persone. Vere.

Dafne D'Angelo

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Giugno 2018 10:42

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