EMOZIONI FORTI A MONTE-CARLO PER IL GIUBILEO DEL CIRCO MODERNO
Celebrati i 250 anni della nascita al "42e Festival International du Cirque"
Successo italiano nella sezione "New Generation"
Si è appena conclusa una delle edizioni di profilo più alto per quello che viene considerato – a ragione – il "Festival dei festival" nel variegato universo delle arti circensi. Possiamo dire che non c'era modo migliore per celebrare i 250 anni del circo moderno la cui nascita viene fatta risalire - simbolicamente e concretamente – al 1768 grazie all'iniziativa del sergente maggiore inglese Philip Astley che, di ritorno dalla "Guerra dei sette anni", decise di mettere a frutto il suo indiscusso talento per le discipline equestri creando delle pantomime a tema dapprima a cielo aperto e quindi, dal 1779, in un anfiteatro collocato sulla riva Sud del Tamigi.
In realtà le prime celebrazioni per questo particolarissimo giubileo sono iniziate in occasione del XII° Festival di Budapest, tenutosi, dall'11 al 14 gennaio presso lo stabile della capitale magiara, durante il quale tutti gli spettacoli della competizione si sono aperti con la grande "posta a cavallo" di Florian Richer preceduta da un video in omaggio alle gesta del sergente britannico. Ma il momento topico della ricorrenza si è vissuto una settimana più tardi, inevitabilmente a Monte-Carlo – vera e propria capitale mondiale del circo - nel corso della 42° "Festival International du Cirque" dove tutti gli spettacoli di selezioni ed il galà de cloture prevedevano opening e finale basati su due quadri appositamente creati dall'ensemble di Kiev "Circo-Teatro Bingo" (menzione speciale della giuria per il gruppo) opportunamente dedicati al compleanno dell'arte circense.
La competizione monegasca resta la vetrina per definizione del circo declinato nella sua dimensione classica, tutt'ora molto cara all'immaginario collettivo ma sa intercettare le nuove tendenze e gli sviluppi estetici provenienti dall'area del "circo contemporaneo". Proprio grazie a questa attitudine alla multiformità espressiva il delizioso numero aereo del "Duo 2-Zen-O", formatosi all'Ecole Nationale du Cirque de Montreal – prestigioso istituto di formazione chiaramente orientato verso forme meno tradizionali e poi in forza alla produzione "Dralion" del Cirque du Soleil, ha potuto conquistare uno dei cinque "Clown di Bronzo" assegnati dalla giuria. Quest'ultima è stata presieduta – come sempre – dalla Principessa Stephanie di Monaco, pure presidente del Comitato Organizzatore e degna continuatrice dell'opera appassionata del padre Ranieri III che, congrande intuito in tempi apparentemente non maturi aveva pensato, ideato e fortemente voluto questa kermesse per rilanciare l'immagine del circo e legittimarlo come arte a tutto tondo. Tra i giurati sedeva anche Flavio Togni, il grande addestratore italiano che può vantare legittimamente il titolo di artista più premiato al mondo al Festival di Monte-Carlo. A proposito di addestramento, proprio la Principessa Stephanie, in un'intervista al quotidiano "Nice Matin", ha ribadito con vigore l'imprescindibilità della presenza degli animali negli spettacoli circensi tanto da lanciare una petizione che ha raccolto in pochi giorni migliaia di firme.
Dicevamo di un'edizione particolarmente ricca di attrazioni di altissimo livello, spettacolari e variegate per stile, tecnica e discipline rappresentate. Ciò ha permesso al direttore artistico Urs Pilz – alla guida della manifestazione dal 2001- di assemblare due programmi di selezione assai equilibrati ed accattivanti, entrambi della ragguardevole durata di quattro ore effettive di spettacolo fatto di pura sostanza. Fin da subito l'assegnazione delle statuette del metallo più prezioso – i "Clown d'Oro" - è apparsa segnata: in effetti, è bastato ammirare poche evoluzioni dello straordinario "pas de deux" a cavallo appositamente concepito da Merrylu Casselly e Florian Richter per comprendere di trovarsi di fronte ad un vero gioiello dell'arte equestre: non si erano mai viste figure tanto audaci quanto eleganti da parte di una coppia in equilibrio su due cavalli che, tra l'altro, rispondevano ai soli comandi vocali di Florian mentre faceva volteggiare la compagna perché nessuno era presente in pista per controllarli. Collocato all'inizio di ogni spettacolo di selezione – quindi in uno dei momenti in cui risulta più complicato catturare l'attenzione del pubblico – questo numero si è guadagnato una standing ovation ogni sera. L'attribuzione del premio più prestigioso, quindi, è stata una sorta di atto dovuto anche perché la coppia – tedesca lei, ungherese lui, esponenti di due grandi famiglie storiche dell'arte circense europea - se l'è guadagnato per l'insieme delle attrazioni presentate: oltre al passo a due, appunto, anche un grande quadro esotico con oltre trenta animali in pista tra cui due giraffe e cinque elefanti africani e le formidabili acrobazie del jockey a cavallo al ritmo travolgente di musiche magiare.
L'altro "oro" è andato alla troupe acrobatica di Shangai per le incredibili piramidi umane tutte basate su equilibri su di un braccio o addirittura sulla testa, il tutto sostenuto da musiche e coreografie funzionali a spingere l'onda emotiva del pubblico.
Grande impressione tra il pubblico ha destato il duo romeno "Ballance" con una performance di equilibrismo "mano a mano" che ha ampiamente meritato un argento. Altre due statuette ex aequo sono andate ai cechi Stauberti per la loro impressionante combinazione di equilibrio e forza con le pertiche e al trio di clown russi Prosvirnin che devono molte delle loro fortune alla figura naturalmente buffa di Sergey e alla grande abilità nel "tip tap".
Una menzione particolare allo spagnolo Michael Ferreri, giocoliere con le palline dal limpido talento che, forse, avrebbe meritato più di un bronzo. Positivo riscontro anche per gli unici artisti italiani in competizione, i fratelli Sali, che coi loro giochi di abilità con le bolas hanno ottenuto anche una standing ovation oltre a due premi speciali.
Il simposio organizzato dall'European Circus Association è stato dedicato ad una disamina della situazione del settore nei diversi paesi. Da questo punto di vista non si può non ribadire nuovamente l'avvilente trattamento riservato alle arti circensi nel loro complesso – classiche e contemporanee – da parte delle nostre istituzioni. Il "Codice dello Spettacolo" approvato lo scorso novembre si è preoccupato unicamente di compiacere le associazioni animaliste facendo riferimento ad un vago "superamento dell'utilizzo degli animali..." senza alcuna progettualità relativa al sostegno e alla promozione dell'attività del settore.
La "Federation Mondiale du Cirque" ha lanciato la prossima "Giornata mondiale del Circo", fissata per prossimo 21 aprile e che speriamo possa costituire un'occasione per un serio dibattito anche nel nostro paese.
Una ventata di freschezza ed ottimismo è arrivata dalla sezione "New Generation", giunta alla settima edizione e che ha chiuso il festival il 3 e 4 febbraio. L'Italia ha riportato un vero trionfo conquistando l'unico oro attribuito dalla giuria e due argenti. Si tratta di un successo che premia un settore che, nonostante le ambasce in cui si dibattono le imprese tradizionali, sa esprimere una vitalità artistica che forse non ha eguali negli altri paesi occidentali. E' pure una vittoria che va ascritta all'ottimo lavoro svolto dall'Accademia d'Arte Circense di Verona, fondata da Egidio Palmiri e oggi diretta da Andrea Togni, dove tutti gli artisti si sono formati. Il gradino più alto del podio è toccato a Vioris Zoppis grazie ad una performance alle cinghie aeree con una coreografia che prevede anche diversi passaggi di verticalismo a terra. Argento per il duo Caveagna che hanno presentato con classe limpida un numero di equilibrismo "mano a mano" e per Yasmine Dell'Acqua che si è cimentata nell'antipodismo (la jonglerie coi piedi – n.d.r.). Per lei pure il premio speciale del "Club Amici del Circo" italiano anche per gratificare la scelta di una specialità divenuta abbastanza rara. Un simile palmarés assume un rilievo ancora più significativo se si considera che l'ultima "New Generation" si è distinta per la qualità e l'originalità dei numeri invitati.
Non resta che confidare nel futuro visto che il tempo del circo è sempre il domani.
Francesco Mocellin