Vincenzo Ziccarelli è nato è campicchia in Calabria, come suole dire. La sua presenza nel Teatro è sporadica, fatta ogni tanto di successi strepitosi e più spesso di malinconici estranianti silenzi. Il suo è Teatro civile, come vuole definirlo, non addolcito dall'ottimismo ma sempre avvincente per l'amara comicità che lo pervade. Ad eccezione di tre "drammi classici" il resto è commedia tragicomica cioè grottesca. Il grottesco in cui eccelle Ziccarelli attira con trovate esilaranti e imprigiona con la drammaticità delle conclusioni. Il suo mondo è comico, ma l'autore non regge la commedia sino alla fine. Si potrebbe pensare che egli non si diverta quanto lo spettatore. E' troppo impegnato per prendersela sempre allegra. L'umorismo è la guaina che nasconde lo stiletto, ma il grottesco colpisce a prima vista. La prova migliore? "Sogno d'ubriaco", il testo teatrale in cui il talento comico di Ziccarelli raggiunge il più elastico equilibrio, ondulatorio come un'altalena, punto di vista per cui si guarda il mondo dall'alto e dal basso. Così si esprime il critico Walter Pedullà.