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XL
“Non un festival, ma un allenamento
collettivo al pensiero, all’azione, all’adesso”.
XL
CENTRALE FIES, DRO (TN)
Colophon
Prologo - XL
a cura di Barbara Boninsegna, Filippo Andreatta, Denis Isaia, Simone Frangi e Alma Söderberg
2019 - marzo 2020
Cap I - “Ssssh. Hear, now”
di Dogyorke, F. De Isabella
aprile - maggio 2020
Cap II – INBTWN - In Between
a cura di Claudia D’Alonzo
online dal 25 giugno 2020
Cap III – LIVE WORKS vol 8
a cura di Barbara Boninsegna, Simone Frangi
mentor 2020 Krystel Khoury / 7 artisti selezionati
maggio 2020 - marzo 2021
Cap IV – Performability
a cura di Denis Isaia e Simone Frangi
17 luglio - 8 agosto 2020
Cap V - Perform!
a cura di Denis Isaia e Hannes Egger con Valeria Marchi
luglio - dicembre 2020
Cap VI - Hyperlocal
a cura di Barbara Boninsegna e Filippo Andreatta
17 luglio – 8 agosto 2020
To be continued…
XL era e sarà il nuovo formato di Centrale Fies, pensato originariamente per i 40 anni di Drodesera e i 20 anni di Fies, trova oggi una nuova corrispondenza nell’indagine su un “fuori formato” che rompe la one shot estiva, tessendo insieme tutti gli
eventi annuali di Centrale Fies.
Dal 17 luglio all’8 agosto per ogni fine settimana XL si svolgerà, nuovamente live e in loco.
Nel frattempo proseguono le iniziative sul sito di Centrale Fies http://www.centralefies.it/xl/ che dal 25 giugno vedono anche la prima mostra online di INBTWN - In Between programma a cura di Claudia D’Alonzo.
La programmazione di XL è pensata per svilupparsi in progress fino a marzo 2021, suddivisa per capitoli alcuni già scritti, altri da riscrivere e altri ancora da immaginare.
Una scrittura comune fra artisti, curatori, professionisti e spettatori che sappia accompagnarci attraverso questo tempo, intrecciandosi a una comunità in grado di immaginare il festival come qualcosa da trasformare. È a questo intreccio, a questa comunità, che ci rivolgiamo per affrontare e raggiungere il 2021.
Dal 25 giugno sarà fruibile sul sito di Centrale Fies INBTWN - In Between, il secondo capitolo di XL. Con INBTWN la curatrice Claudia D’Alonzo sviluppa una riflessione sulla dimensione liminale legata al rapporto tra corpo e tecnologie e sulle conseguenze di questa relazione rispetto ai processi di soggettivizzazione, alle ambiguità tra pubblico e spazio privato, alla produzione di futuri e di effetti di realtà. A partire da giugno e per i mesi successivi, INBTWN sarà una rassegna che, attraverso lo spazio dell’omonimo sito, espanderà il tema attraverso prospettive eterogenee offerte da quattro interventi artistici.
Il primo contributo di INBTWN è firmato dal collettivo IOCOSE che presenta in anteprima il suo nuovo lavoro “Pointing at a New Planet”, legato alle ricerche recenti del gruppo sulla privatizzazione dello spazio da parte di alcune aziende della Silicon Valley e la gestualità di personaggi quali Elon Musk nel costruire narrazioni utopiche di “multi-planet civilization”.
A seguire dal 17 luglio e per ogni weekend fino all’8 agosto sarà la volta di Hyperlocal, programma a cura di Barbara Boninsegna e Filippo Andreatta, con Anagoor, Chiara Bersani, MK, Jacopo Jenna, Mali Weil, OHT, CollettivO CineticO and Alessandro Sciarroni, Giorgia Ohanesian Nardin, Marco D’Agostin, Sotterraneo.
Il 17 e 18 luglio si potrà anche assistere agli open studio dei primi due artisti selezionati per Live Works vol 8.
Hyperlocal è in un tempo eccezionale, ma non vuole essere una programmazione d’emergenza: ogni lavoro all’interno del programma non è semplicemente una nuova versione dell’esistente ma il frutto di uno sviluppo dell’opera che gli artisti hanno immaginato come coerente alla propria ricerca. In questo momento -e poi per sempre, approfittando di una situazione eccezionale per cambiare ciò che non andava- dobbiamo riconoscere il lavoro degli artist_ non solo quando sono on-stage, ma anche nella parte di non presenza, di ricerca, di pensiero. La cura dell’arte performativa parte dal sostegno, dalle residenze, dal farsi luogo in cui ogni cosa viene lavorata, potenziata, articolata prima di una visione pubblica.
Tutte le performance si svolgeranno negli spazi esterni della Centrale, mentre gli spazi interni saranno trasformati da mostre immersive, concepite per ampliare la visione sul teatro e sulla performance.
L’idea di XL nasce prima di questi mesi incerti con la volontà di abbandonare la forma del festival estivo per esplodere, espandersi e aggregare tutti i progetti di un luogo di ricerca e produzione artistica come Centrale Fies. Una formula esplosa nel tempo, nelle discipline, nelle pratiche e nelle tematiche affrontate, in grado di vedere nell’arte e nella cultura un mezzo di allenamento collettivo al pensiero e all’azione, fortificandone la capacità di entrare nei processi narrativi e nutritivi di un territorio artistico e alpino. Ma mentre era in atto l’esplosione di attività, pratiche e modalità di curatela legate a Centrale Fies, disegnandoci collegati gli uni agli altri, ispirandoci a foreste, nuove pangee e “iper” nature, un essere terrestre e invisibile ci ha guardato crollare nelle nostre certezze, rafforzando ancora di più la consapevolezza di un mondo dove l’umano non è mai stato il centro o l’unicum, ma solo una piccola percentuale dell’esistente.
«La programmazione di Centrale Fies -afferma Dino Sommadossi, founder di Centrale Fies- è sempre stata solo la punta dell’iceberg di un lavoro complesso fatto di ricerca, progettazione e organizzazione con decine di professionist_, per arrivare infine ad aprire al pubblico performance che non sono intrattenimento, ma reale momento collettivo, mezzo attivo per articolare il pensiero in direzioni altre, per portare alla luce le narrazioni minori che il mainstream ha sempre lasciato ai margini. Qualsiasi cosa ancora accada, cercheremo di preservare il circolo virtuoso della cura e dell’attenzione che in tutti questi anni ha guidato ogni azione del centro, e adesso verrà chiesto a tutti di fare lo stesso, di avere cura di un pezzo di ecosistema attraverso azioni reciproche: lo chiederemo all’edificio, alle forme e forze della natura tutto intorno nessuna esclusa, lo chiederemo ai pubblici, così come a curatrici e curatori, artiste e artisti ospiti e passanti».
«Crediamo che ora sia importante –afferma Barbara Boninsegna, direttrice artistica di Centrale Fies- dedicare un tempo all’osservazione di questo presente più che mai sconosciuto e informe, e fare emergere domande grazie alle quali provare a immaginare altri modi di abitare gli spazi e incontrare i corpi. Il tempo che stiamo attraversando ci impone una nuova modalità di narrazione dei nostri progetti, che diventano i Capitoli di un nuovo racconto tra il virtuale e il reale».
Infine, ispirandosi al Wood Wide Web, la rete di sostegno e nutrimento per le foreste, con PERFORMANCE WIDE WEB, Centrale Fies vuole condividere progetti, conversazioni, programmazioni di artist_, curator_ e lavorator_ che si muovono nell'ambito delle pratiche performative. Un ulteriore modo per stare insieme nell’impossibilità di esserlo, fuoriuscendo dalle griglie per riempire spazi lasciati vuoti e potenziare il tempo di riflessione, studio, organizzazione, strategia, nutrimento e, infine raccolta, di ogni progetto. In questo modo i canali online di Centrale Fies, gli account social e il sito, diventano un Osservatorio, che raccoglie riflessioni e pratiche, progetti creati in questi mesi da altre organizzazioni, lavori artistici contemporanei o storici che hanno sperimentato forme eterogenee di presenza e fruizione, documenti d'archivio, letture e riferimenti teorici. Un luogo disseminato di confronto, studio e ricerca, alimentato dagli sguardi molteplici della ‘curatela esplosa’.
Quest’anno inoltre come gadget di questa 40° edizione, Centrale Fies ha pensato a un font “Dealine is Dead” da scaricare gratuitamente, tra il Goth e il Metal, nato dalla crasi degli immaginari di Fies.
Per rimanere sempre aggiornati sulla programmazione di XL visita http://www.centralefies.it/xl
XL
Prologo - XL
gennaio - marzo 2020
XL stava prendendo forma negli spazi di Centrale Fies come un festival esteso nel tempo e nelle pratiche di artisti come: Ellen Arkbro, Anagoor, Chiara Bersani, Coro SOSAT, CollettivO CineticO, Marco D'Agostin, Dewey Dell, Mohamed El Kathib, Hominal / Xaba, Jacopo Jenna, Tarek Lakhrissi & Sorour Darabi, Giorgia Ohanesian Nardin, Ásrún Magnúsdóttir & Alexander Roberts, Mali Weil, Adrien Mesot, MK, OHT, Pedro Penim, Philippe Quesne, Alessandro Sciarroni, Omar Souleyman, Stina Fors, Sukitoa o Namau, WaqWaq Kingdom, 9 artisti Live Works vol 8 insieme agli artisti della mostra Performability e all’Alma’s Club. Con alcuni di questi artisti abbiamo lavorato in questi due mesi di lockdown per immaginare un festival altro, che non fosse però pensato come un’emergenza. Artisti, la direzione Barbara Boninsegna con i curatori Filippo Andreatta, Denis Isaia, Simone Frangi e Alma Söderberg hanno dato spazio all’ascolto e alla cura reciproca, prefigurando assieme cosa poter mettere in comune con l’altro elemento imprescindibile nella dinamica performativa: il pubblico.
XL - capitolo I
Marzo – Aprile 2020
Dogyorke con F. De Isabella
“Ssssh. Hear, now”
Nasce come un’azione di comunicazione sui social, una storia come tante, ma nel bianco. Il 9 marzo 2020 la comunicazione di Centrale Fies sceglie un nuovo ritmo, i profili social si fanno bianchi, non alimentando il travolgente e costante flusso di produzione online, un po’ come quelle persone che sono state a casa da subito, anche per far uscire chi a casa non ci poteva stare.
Nei 5 video della serie “Ssssh. Hear, now” il bianco materico dell’artista Dogyorke, con le musiche del sound-designer F. De Isabella, ha accompagnato l’attraversamento del presente, trasportandoci in un altro tipo di silenzio, in una diversa sfumatura di bianco. “YOUR COMPLEXITY IS USEFUL. Come in un preambolo dorato l’ombra definisce i contorni di un’aura lucente. Splende di riti liberi, polverizza gli indugi. Dritti al centro, l’equilibrio lo si conosce senza tracciarne il percorso. Siamo quello che non c’è.”
Per cinque settimane, ogni venerdì, abbiamo praticato un silenzio-non silenzio simile a quella tensione che ricorda i secondi prima dell’inizio di una performance, quando ancora non sappiamo a cosa andremo incontro, ma in cui siamo pieni di aspettative. Il lavoro è stato quello di concentrarsi sul presente, di lanciare domande all’Universo tramite il Libro dei Mutamenti, e di restituire visivamente le risposte.
XL - capitolo II
INBTWN - In Between
25 giugno-ottobre 2020
a cura di Claudia D’Alonzo
Dal 25 giugno sul sito di Centrale Fies sarà possibile seguire e visitare la programmazione della ricercatrice Claudia D’Alonzo, una stanza virtuale abitata da artisti e artiste che si alterneranno fino ad ottobre, in una curatela che attraversa pratiche e media differenti.
L’iperconnettività del lockdown ha amplificato e reso più evidente una ‘condizione di mezzo’ nella quale siamo immersi già da diversi anni legata al rapporto tra corpo e tecnologie e che ci vede corpi fisici e insieme soggetti disseminati in rete. Con INBTWN Claudia D’Alonzo sviluppa una riflessione su questa dimensione liminale legata al rapporto tra corpo e tecnologie e sulle conseguenze di questa relazione rispetto ai processi di soggettivizzazione, alle ambiguità tra pubblico e spazio privato, alla produzione di futuri e di effetti di realtà. A partire da giugno e per i mesi successivi, INBTWN sarà una rassegna che, attraverso lo spazio dell’omonimo sito, espanderà il tema attraverso prospettive eterogenee offerte da quattro interventi artistici.
I primi appuntamenti di INBTWN si svolgono tra giugno e luglio con il contributo del collettivo IOCOSE in un’anteprima del loro nuovo lavoro “Pointing at a New Planet”. La ricerca recente del collettivo si concentra sulla privatizzazione dello spazio da parte di alcune aziende della Silicon Valley e sulla gestualità di personaggi quali Elon Musk nel costruire narrazioni utopiche di “multi-planet civilization”. La seconda tappa vede protagoniste Elena Biserna e Anna Raimondo che abiteranno lo spazio di INBTWN tra il sito e oltre, con interventi legati al suono, alla voce, a nuove pratiche di ascolto in una prospettiva di genere, dalla sfera privata al camminare come pratica di riappropriazione dello spazio pubblico.
XL - capitolo III
LIVE WORKS vol 8
maggio 2020 - marzo 2021
A cura di Barbara Boninsegna, Simone Frangi,
mentor 2020 Krystel Khoury
In un clima di continuo mutamento Centrale Fies e il team curatoriale di LIVE WORKS aggiungono due importanti novità alla call di questa ottava edizione. Gli artisti selezionati saranno 7 e ciascun artista avrà a disposizione una borsa di studio di 3.000,00 € per la creazione e produzione dell’opera. Fin dalla nascita, LIVE WORKS è stato concepito come un’occasione d’incontro tra corpi vivi e come un momento di forte prossimità, in grado di fare emergere forme di intelligenza collettiva e di condivisione di competenze. L'attuale crisi sanitaria ci ha imposto un allontanamento fisico e creato una profonda incertezza nei modi di immaginare il nostro futuro insieme e le forme che la nostra convivenza potrà assumere in esso.
In risposta alla precarietà della nostra condizione condivisa e riconoscendo una responsabilità nei confronti degli artisti che hanno inviato la loro candidatura per Live Works Vol. 8, il team curatoriale ha deciso di ripensare i confini del suo formato. Gli artisti internazionali Noor Abuarafeh, Thais Di Marco, Harilay Rabenjamina, Giulia Crispiani & Golrokh Nafisi, Olia Sosnovskaya, Göksu Kunak, Marnie Slater & Alberto García del Castillo (Buenos Tiempos, Int.) parteciperanno attivamente alla discussione con il team curatoriale rispetto alle eventuali trasformazioni che Live Works Vol. 8 dovrà assumere. In risonanza con le possibilità future della nostra mobilità e della nostra coesistenza fisica, artist_, curator_ e mentor troveranno insieme i modi migliori per sviluppare Live Works Vol. 8, la sua residenza di ricerca e di produzione, la sua free school con sessioni critiche e di feedback, nonché il suo programma live.
XL - capitolo IV
Performability
luglio – agosto 2020
a cura di Denis Isaia e Simone Frangi
Dopo l’exhibit “Performativity” a cura di Denis Isaia e Sara Enrico, primo step di una trilogia sui rapporti fra la perfomance art e l’oggetto artistico, Centrale Fies si concentra sulla seconda parte, “Performability” una mostra dedicata alla performabilità di un oggetto artistico e alla sua stessa capacità di performare. Una riflessione sui rapporti tra performance e oggetto. La trilogia dispiega domande sull’utilizzo della documentazione dell’evento dal vivo a fini artistici e sulla qualità dei rapporti fra un’azione e il suo riscontro oggettuale, e invita pubblico e artist_ a una visione laterale delle arti contemporanee.
XL - capitolo V
Perform! La performance art storica spiegata ai bambini e alle bambine
luglio – dicembre 2020
a cura di Denis Isaia e Hannes Egger con Valeria Marchi
Una serie di lezioni in doppia lingua italiano/tedesco, di avvicinamento e conoscenza della performance art storica per i più piccoli. Mutuato dai laboratori pensati per le scuole del territorio, Centrale Fies porta il percorso di avvicinamento alle pratiche della performance art pensato per i bambini e le bambine, a trasformarsi in un format di lezioni online, che saranno fruibili sul sito di XL, composte da una parte di lezioni frontali e piccole azioni da fare assieme ai più grandi. Perform! è un format inedito sull’ABC della performance art, che da cinque anni è all’interno del programma delle scuole del territorio e che da luglio sarà disponibile anche sul web, strutturato assieme a un team di artisti, curatori, antropologi, psicologi, pedagogi, insegnanti, operatori didattici legati al mondo dell’arte. Perform! nasce come riadattamento per le scuole primarie del gioco sviluppato dall’artista Hannes Egger e dal curatore Denis Isaia. Lo scopo è quello di rendere accessibili in modo ludico le tecniche creative della performance. Il format ideato per le scuole prevede una parte iniziale in cui si racconta ai bambini, in maniera dialogica e attraverso una serie di esercizi sullo spazio, il corpo e il tempo, che cos’è la performance art. Si prosegue con il lavoro di re-enactment di una selezione di performance storiche scelte per i caratteri di giocosità e collettività.
XL capitolo VI
Hyperlocal
17 luglio – 8 agosto 2020
a cura di Barbara Boninsegna e Filippo Andreatta
Hyperlocal è in un tempo eccezionale ma non vuole essere una programmazione d’emergenza: ogni lavoro all’interno del programma non sarà semplicemente una nuova versione dell’esistente ma il frutto di uno sviluppo dell’opera che gli artisti hanno immaginato come coerente alla propria ricerca. In questo momento -e poi per sempre, approfittando di una situazione eccezionale per cambiare ciò che non andava- dobbiamo riconoscere il lavoro degli artist_ non solo quando sono on-stage, ma anche nella parte di non presenza, di ricerca, di pensiero. La cura dell’arte performativa parte dal sostegno, dalle residenze, dal farsi luogo in cui ogni cosa viene lavorata, potenziata, articolata prima di una visione pubblica. Hyperlocal è pensato con Anagoor, Chiara Bersani, MK, Jacopo Jenna, Mali Weil, OHT, CollettivO CineticO and Alessandro Sciarroni, Giorgia Ohanesian Nardin, Marco D’Agostin, Sotterraneo. Non è stato facile non cedere, ma abbiamo voluto tentare di intraprendere questa strada anche per scelta politica, trasformandola in opportunità per riflettere sull’importanza del lavoro in ambito artistico, anche non piegandolo alle richieste frettolose dello streaming, o del rielaborare una soluzione veloce in quanto “creativi”.
In questi mesi ci siamo misurati col nostro lavoro senza che l’ombra di una programmazione d’emergenza oscurasse il percorso fatto fin qui. Un modo per riconoscere il lavoro degli artist_ non solo quando sono on-stage ma rendendo visibile il sostegno, lo studio, la progettazione, le residenze e il pensiero celato in ogni condivisione pubblica.
Nasce la nuova collaborazione con Claudia D’Alonzo che vede ampliarsi ancora di più la pratica della “curatela esplosa” di divers_ professionist_ - Simone Frangi, Alma Söderberg, Filippo Andreatta, Denis Isaia, Hannes Hegger, Krystel Koury- al fine di prendersi cura di alcune tematiche e pratiche precise, che attraversano la ricerca di Centrale Fies, con la direzione artistica di Barbara Boninsegna.
Lo sciogliersi accidentale dei parametri precedenti è stato il dispositivo perfetto per allargare le vedute all’interno di un processo di mutazione per l’uscita dall’over-output del festival estivo, per permetterci, ancora più di prima, di dedicarci al rapporto umano e personale con artist_ e lavorator_. Centrale Fies si riprende il tempo di riflettere su qualità e condizioni del lavoro in ambito culturale essendo da vent’anni luogo di ospitalità, produzione, progettazione, educazione, aperto tutto l’anno.
Se fosse una metafora sarebbe quella di una montagna che rinuncia all’overtourism per rispettare l’ecositema, per concedere ai suoi ospiti una fruizione più profonda, rarefatta e raffinata, per “rallentare” la corsa che ci vedeva tutti un po’ troppo di fretta. Covid19 ci imporrà la stessa lentezza e cura anche nel rapporto coi pubblici, dove l'obiettivo non sarà più solo quello di immaginare una programmazione di qualità, ma anche di poterli accogliere in un posto sicuro, attento e rispettoso delle future disposizioni sanitarie, riportando il discorso di qualità e attenzione in un ambito non solo di curatela dell’arte, ma di cura dell’umano.
Alma’s Playlist. “L’anno scorso -afferma l’artista e curatrice Alma Söderberg - è stato un sogno che attraversava le lunghe notti nel giardino della Forgia, estendendosi fino alle prime luci del mattino, in un ascolto collettivo tanto serio quanto giocoso. Quest’anno l’ Alma’s Club non aprirà, ma avrà una forma diversa, attraverso una playlist. Come in una lista dei desideri, dentro la quale troverete le artiste e gli artisti che sarebbero stati al festival, più alcune tracce che immaginavano il mood, artiste e artisti che mi sarebbe piaciuto invitare se il club fosse andato avanti all’infinito, notte dopo notte, alba dopo alba.”
WaqWaq Kingdom, Sukitoa o Namao, Ellen Arkbro, Kate NV e altre tracce selezionate vi aspettano nella preziosa Playlist dell’Alma’s Club. Clicca qui per ascoltare la playlist: https://spoti.fi/3gjq6KS
To be continued…
*Centrale Fies art work space è un centro indipendente di residenza e produzione delle arti performative contemporanee situato all’interno di una centrale idroelettrica di inizio novecento, in parte ancora attiva, proprietà di Hydro Dolomiti Energia.
Il progetto, avviato nel 1999 da Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi con la Cooperativa il Gaviale sull'esperienza del festival drodesera (nato nel 1981), è di fatto una vera e propria impresa culturale la cui attività è connotata da un modello di sostenibilità ibrido, cui concorrono contributi pubblici e privati. Centrale Fies è il primo esempio in Italia di recupero di archeologia industriale a fini artistici e culturali all’interno del quale si rinnovano le sperimentazioni su pratiche, modalità e processi produttivi legati alle residenze artistiche (anche family friendly!) e alle arti performative.