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Carnevale di Sciacca: tra storia e attualità.-di Rosy Abruzzo

È una delle manifestazioni carnascialesche più antiche d'Italia. Un rito che si ripete da secoli e che nel corso del '900 si è trasformato in una celebrazione delle arti figurative, un evento a forte richiamo turistico dove danza, musica e recitazione si fondono con la spettacolarità delle opere di cartapesta.
Febbraio, tempo di carnevale. Una risorsa culturale e folklorica che in Italia vanta espressioni molteplici, più o meno note, alcune divenute nel tempo catalizzatori eccellenti di turismo destagionalizzato. Tutte, comunque, evoluzioni di storie locali e tradizioni a volte centenarie di cui il nostro paese è scrigno inesauribile. È il caso del Carnevale di Sciacca, in provincia di Agrigento, che non solo è considerato tra i dieci Carnevali più belli d'Italia ma che sembrerebbe essere uno tra i più antichi in assoluto. Lo slogan che da anni accompagna l'evento recita per l'appunto "...il più antico di Sicilia. Il più allegro d'Italia". Se il concetto di allegria può essere rimandato ad una valutazione soggettiva, l'antichità della manifestazione è documentabile benché in questo, come in altri casi, la verità storica si perda in parte tra le maglie del tempo ed una datazione precisa sia tutt'altro che facile.
Un primo dato certo è che il 2016 corrisponde con la 116ª edizione del Carnevale di Sciacca e che esso ha dunque 116 anni che ne retrodatano la prima edizione all'anno 1900. Tuttavia, della festa, scrive l'antropologo siciliano Giuseppe Pitré nella sua opera "Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane" già nel 1889, ossia 11 anni prima. Una testimonianza ancora più antica risale al 1616, anno in cui un editto del duca di Ossuna, vicerè di Napoli e Sicilia, stabiliva che tutti dovessero vestirsi in maschera l'ultimo giorno di una certa festa antecedente la Quaresima, probabilmente riferendosi ad una forma molto embrionale di quello che oggi chiamiamo carnevale, un'evoluzione degli antichi saturnali, festività pagane di origine romanica dedicate al dio Saturno. Questa lontana matrice genetica, in realtà, è comune a tutti i carnevali italiani.
Il valore aggiunto del Carnevale di Sciacca sta però nel mix di caratteristiche che esso è venuto assumendo nel corso della sua storia più recente ed in particolare di alcune peculiarità artistiche che sono esclusive di questa manifestazione in cui le arti figurative trovano molteplici spazi espressivi. Tra queste vi è l'usanza, risalente agli anni venti del secolo scorso, di recitare testi satirici inediti, in vernacolo siciliano, che gli attori portano in scena sul palcoscenico della grande piazza Angelo Scandaliato nelle sere della festa. Anche le musiche, che accompagnano i gruppi mascherati in corteo per le vie cittadine, sono del tutto inedite e sono frutto, come le recite ed i balletti, del lavoro di artisti locali e di mesi di preparazione e prove che coinvolgono una larghissima parte della cittadinanza. L'avvento delle tecnologie ha inciso significativamente su alcuni di questi aspetti. Alle piccole orchestrine popolari, che nei primi decenni del '900 accompagnavano i gruppi mascherati, si sono via via sostituite produzioni musicali sempre più avanzate. Le recite, realizzate inizialmente con pochi, modesti mezzi, si sono arricchite di effetti scenografici e di testi che affrontano tematiche anche transnazionali. Inoltre l'idea di una competizione tra i diversi carri allegorici, inaugurata nel secondo dopoguerra, ha portato le maestranze a perfezionare le tecniche di modellazione e decorazione sviluppando anche notevoli abilità nella meccanica dei movimenti. Se si tiene presente, poi, che i maestri cartapestai sono, nella maggior parte dei casi, anche artigiani della ceramica (altra risorsa per la quale la cittadina è nota) si comprende come la fattura dei carri allegorici di Sciacca abbia raggiunto, col passare degli anni, livelli di eccellenza ampiamente riconosciuti. Come nella più classica tradizione carnascialesca di origine pagana, la festa si conclude con il rogo della maschera simbolo che impersona un buffo personaggio, Peppi Nnappa, signore della città nei giorni di festa.
Complice anche una tradizione gastronomica tipica del periodo arricchita di eccellenze locali, il carnevale di Sciacca attira oggi decine di migliaia di turisti che nei giorni della manifestazione invadono la città, lasciandosi coinvolgere in prima persona dal ritmo popolare di una festa che, a differenza di altre, è priva di transenne. Alla suggestione di luci e colori, alla bellezza di costumi e carri di cartapesta, fanno da cornice il fascino saraceno dell'antico impianto urbanistico della città in contrasto con i suoi incantevoli paesaggi marini.

Ultima modifica il Lunedì, 08 Febbraio 2016 11:55

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