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Philippe Daverio al "Fuori teatro" al Teatro Carlo Felice – 11 dicembre 2013 ore 18 - di Francesca Camponero

Philippe Daverio Philippe Daverio

Il Carlo felice ce la mette tutta per rilanciarsi e far affluire pubblico sia in platea che nel foyer con le manifestazioni cosiddette "fuori teatro", uno dei quattro filoni di eventi, organizzati in collaborazione con Qui Group. Mercoledì 11 dicembre alle ore 18 era in programma un ospite d'eccezione, Philippe Daverio, il critico d'arte più "eccentrico" d'Italia e valente studioso di musicologia storica, protagonista del terzo incontro di "Indovina chi viene a Teatro?". Il foyer del Carlo Felice gremitissimo, assume l'aspetto del dehor di un bar estivo, colmo di tavolini e sedie in vimini color grigio pallido, dove gli spettatori si radunano a gruppi. D'obbligo ordinare un the o un aperitivo per riempire le tasche della Pasticceria Svizzera oramai partner fissa del teatro genovese. Ma il marmo di carrara che riveste le pareti del teatro è davvero poco adatto ai tavolini in vimini e il tutto ha un aspetto stridente e poco invitante. Lo nota anche Daverio che appena si siede al suo tavolo avanti agli altri (in vimini grigio anche quello) dice senza problemi rivolto al pubblico: "Così siamo bassi e non ci vediamo". A correggere il tiro sono prontissimi i due intervistatori Simone Brizio e Massimo Arduino, speaker del Carlo Felice Streaming TV :"Dietro di lei c'è un grosso schermo, non si preoccupi, la vedono e sentono tutti, compresi i telespettatori lontani". Daverio cortese sorride e dopo aver chiesto al bar un gin tonic che tarda ad arrivare, comincia a disquisire sull'efficacia di internet e you tube, che definisce la più grande discoteca al mondo. "Sono sostenitore della libertà su internet, - dice il critico - però ci vuole una guida per navigare, anche lì bisogna sapere da dove arriva il vento". Uno degli intervistatori azzarda la domanda:" Come vede il futuro del teatro d'opera ad oggi?" Daverio risponde così: "La nostra cognizione attuale è sincronica. Il nuovo mondo di guardare le cose ci apre una nuova chiave di lettura. Stiamo per diventare più intelligenti, del resto questo termine è piuttosto moderno. Non si parlava di intelligenza al tempo dei greci e dei romani, la definizione di intelligenza si forma in medioevo ed ancora adesso nelle diverse lingue ha significato totalmente diverso. Amo giocare con le parole e mi diverto a studiare la loro etimologia. Da noi si fa arte recitando o suonando, in Inghilterra e Francia l'arte si fa giocando, play e jouer sono i verbi usati per l'esecuzione dell'arte. Questo vorrà ben dire qualcosa?!".
Avremmo voluto sapere qualcosa riguardo il suo nuovo libro "Guardar lontano veder vicino" - Esercizi di curiosità e storie dell'arte (Rizzoli, 2013), che lui definisce un viaggio esoterico nelle storie dell'arte. Un nuovo testo in cui parla del Rinascimento attraverso storie di persone e di immagini, affrontando ogni argomento con un atteggiamento di ricerca e di curiosità, ma dopo un ora di attesa l'argomento sembrava ancora lontano e l'incontro assumeva sempre più i connotati da Truman show. Sono andata via anzi tempo, non era cosa per me e non avrebbe dovuto esserlo neanche per il Carlo Felice, peccato.

Ultima modifica il Mercoledì, 11 Dicembre 2013 23:07
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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