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Primo Beethoven Festival a Chicago di Benedetta Saglietti

Ludwig van Beethoven Ludwig van Beethoven

Un Beethoven nuovo sul Lago Michigan.

Del primo Beethoven Festival, che si è tenuto a Chicago lo scorso settembre, colpisce il desiderio di far convergere in un'unica sede più forme d'arte che ruotino attorno al compositore di Bonn. E' soddisfatto il musicofilo esigente, e qui basti qualche titolo: il Quartetto con pianoforte WoO 36 n. 3, la sonata "a Kreutzer" eseguita prima nella versione classica con violino e pianoforte, poi nella trascrizione per quintetto d'archi, i Preludi per pianoforte in tutte le tonalità, la Grande Fuga per pianoforte a quattro mani e non nell'originale per quartetto d'archi. L'appassionato è incuriosito dall'Eroica e dalla Pastorale arrangiate per rock band (Reed Mathis of Tea Leaf Green & his Band). Oltre a una masterclass, due focus: Beethoven Today, per metter in luce l'influsso e l'eredità beethoveniana nella musica contemporanea, e il Bagatelle Project, un ciclo di venti nuove bagatelle composte sull'Inno alla gioia, interpretate da tre pianisti. Non solo uno spaccato di Beethoven, ma anche il rapporto con altri compositori, approfondimenti sui generi. Oltre alla musica, la commissione a dodici artisti contemporanei di nuove interpretazioni figurative dell'immagine di Beethoven (tutte esposte alla Chicago Urban Art Society, uno spazio post-industriale con una buona acustica, sede del festival di quest'anno) e una tavola rotonda sull'iconografia del compositore, declinata nelle sue più diverse sfaccettature, dall'art nouveau all'interazione tra i ritratti tradizionali di Beethoven e quelli realizzati per il festival. E, soprattutto, l'atmosfera rilassata di chi fa musica tra amici.

George Lepauw

Avendo avuto la fortuna di prender parte al festival ho intervistato il direttore artistico franco-americano, nonché pianista, George Lepauw.

Com'è cominciato tutto?

Da sempre amo profondamente e ammiro Beethoven e la sua musica. Recentemente la fortuna mi ha messo in contatto con James Green (curatore del nuovo catalogo Hess, tradotto in Italia da Zecchini), attraverso il comune amico Dominique Prévot, presidente dell'Association Beethoven France, che ha portato nel 2008 alla costituzione dell'International Beethoven Project (IBP). Il Beethoven Project Trio (con Sang Mee Lee al violino e Wendy Warner al violoncello) ha organizzato una serie di concerti culminati nell'esecuzione dei Trii Hess 47, Anhang 3 e op. 63 all'Alice Tully Hall del Lincoln Center di NY, incisi per Cedille Records. Lo scopo del progetto era raggiunto, ora bisognava portarlo nel futuro. L'attenzione ottenuta da parte del pubblico e da parte della stampa mi ha indotto a ideare un festival che rispecchiasse la mia visione delle arti nel ventunesimo secolo: l'IBP è stato il veicolo per crearlo, Beethoven l'ispirazione.

Come ti è venuta la pazza idea di mettere insieme musica, arte figurativa, danza, un reading, una tavola rotonda, una grande accademia e un concerto rock, in cinque giorni?

La pazza idea è nata perché volevo creare un tipo di esperienza per il pubblico che io stesso desideravo: un'atmosfera in cui si ascolta e si fa musica, circondati da una meravigliosa creatività e da persone di talento. Volevo una versione contemporanea del salon privato del XVIII e XIX secolo. Bisognava immaginare un modo per trasformare l'idea in grande adattandola a un festival pubblico.

Amata immortale, 2011

Quali i goal di quest'edizione?

Il più grande successo è stato trasformare il sogno in realtà: tante persone entusiaste si sono sentite ispirate dalla musica e dal luogo. Vorrei continuare a tenere strettamente saldata l'esperienza umana alla musica e all'arte, perché tutti siano consapevoli del processo creativo. La sfida per il futuro è tenere in equilibrio il successo e la necessità di avere spazi più ampi, restando sempre fedeli al nostro spirito e al bisogno vitale di avere un contatto diretto con chi ci sta di fronte.

Una curiosità: come sei riuscito a mettere insieme tante persone per lavorare all'idea?

Conosco la maggior parte di loro da qualche mese: abbiamo scoperto di condividere una certa visione dell'arte e ci siamo dedicati anima e corpo. Ho incontrato Catinca Tabacaru, responsabile della sezione arte e film, attraverso i comuni amici Mike Cahill (film maker) e Rachel Monosov (l'artista talentuosa che ha presentato la sua Amata immortale): quando ho capito che l'arte visiva sarebbe stata una parte importante del festival e lei ha accettato sapevo che il suo lavoro sarebbe stato un valore aggiunto al progetto. Molly Feingold, Director of Production, l'ho incontrata a giugno a un evento sponsorizzato dagli High Concept Laboratories, partner anche del festival. Aurélien Pederzoli, uno dei nostri violinisti più dotati, e David Moss, la nostra viola di punta, mi hanno aiutato nella programmazione e nel selezionare i musicisti. Sono amico da un paio d'anni di Robert McConnell, direttore musicale, Mischa Zupko, responsabile di Beethoven Today e Katherine Lee, cui fa capo la sezione educativa.

In Italia vi è preoccupazione riguardo agli sponsor. Com'è possibile organizzare un festival basandosi solo su quelli privati?

Trovare sponsor è una delle maggiori difficoltà di qualsiasi progetto creativo. Abbiamo fatto affidamento su donatori privati e sulla vendita di biglietti. La nostra squadra di supporters è cresciuta in questi quattro anni: hanno valutato il lavoro fatto e deciso di credere in noi. Tuttavia, la prima edizione è stata fatta con piccole cifre.

Cosa ci puoi dire dell'edizione 2012?

La scorsa edizione è stata incentrata sul tema Beethoven come uomo e come Musa; del prossimo tema verrà dato l'annuncio sul sito il 16 dicembre, giorno del compleanno di Beethoven. La rassegna avrà luogo in uno spazio più grande, più centrale, a Chicago. Ci piacerebbe molto portare questo festival in giro per il mondo, ma lo potremmo fare soltanto cercando un partner locale o appoggiandoci a un festival già esistente che voglia collaborare con noi. Se un'opportunità di collaborazione artistica verrà fuori, salteremo su quel treno!

www.internationalbeethovenproject.com

Benedetta Saglietti

Ultima modifica il Mercoledì, 20 Marzo 2013 20:37
La Redazione

Questo articolo è stato scritto da uno dei collaboratori di Sipario.it. Se hai suggerimenti o commenti scrivi a comunicazione@sipario.it.

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