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West Side Story allo Chatelet di Parigi di Myriam Mantegazza

West Side Story West Side Story Coreografia Jerome Robbins

Un cinquantacinquenne molto in gamba

Un'esplosione di suoni e di colori, una coreografia pirotecnica, una musica travolgente, un cast di cantanti e ballerini formidabili: West Side Story, la commedia musicale che ha debuttato il 26 settembre 1957 a Broadway, è stata messa in scena a Parigi con la coreografia originale di Jerome Robbins allo Châtelet – Théâtre musical de Paris dal 26 ottobre 2012 all'1 gennaio 2013, dove ha fatto il pieno di un pubblico entusiasta, lasciando disponibili per i ritardatari della prenotazione solo qualche posto con visibilità limitata. Tuttora attuale, travolgente, irresistibile la versione moderna di Romeo e Giulietta in una New York scossa dalla guerra tra bande rivali: ha compiuto cinquantacinque anni, ma non li dimostra. Sembra godere dell'eterna giovinezza senza nemmeno sottoporsi al lifting.

Non c'è da sorprendersi: West Side Story è uno dei musical più celebri del mondo, rappresentato in tutti i continenti, con le musiche composte da Leonard Bernstein, forte dell'apporto di Arthur Laurents per il libretto e di Stephen Sondheim per i testi delle canzoni. Il tutto su soggetto dello stesso Robbins, che ne ha curato, oltre alla coreografia, la regia della versione cinematografica insieme a Robert Wise, mietendo ben dieci Oscar nel 1962, tra cui quelli per il miglior film, la miglior regia e la miglior colonna sonora. "Something's Coming", "Maria, "America", "Tonight" sono canzoni note a chiunque, al punto da essere canterellate durante la doccia o davanti allo specchio facendosi la barba: un meritato premio Oscar alla popolarità, l'undicesimo e forse il più prezioso.

Allo Châtelet parigino questa nuova produzione dell'intramontabile commedia musicale era già stata presentata nel 2007, in occasione del cinquantenario, ed è stata riproposta nel 2012 per i cinquantacinque anni con un allestimento ed una rivisitazione della coreografia affidata a Joey McKneely. Una scenografia essenziale basata su abile gioco di ponteggi mobili richiama allo spettatore l'idea visiva del quartiere periferico della metropoli, dove si svolgono sia gli scontri tra le bande di giovani americani e portoricani, i Jets e gli Shark, sia gli incontri con le rispettive girls. Un habitat urbano ed umano che fa da sfondo alla storia d'amore di Riff e Maria, i quali, ahimè, provenendo dagli opposti schieramenti, hanno ben poche speranze di veder coronato il loro sogno e nulle possibilità di placare gli animi dei compagni di branco scatenati in risse colossali e sciaguratamente fatali.

L'immortale vicenda del Romeo e Giulietta di shakespeariana memoria, con il suo tragico epilogo, ha buone probabilità di conferire l'immortalità anche agli emuli moderni dei Capuleti e Montecchi che si sfidano nelle strade di Verona e degli innamorati trecenteschi: i loro coetanei degli anni Cinquanta che vivono, amano e si azzuffano nell'Upper West Side, il quartiere di New York ispiratore del titolo del capolavoro di Bernstein e Robbins.

Ultima modifica il Mercoledì, 20 Marzo 2013 18:16
La Redazione

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