venerdì, 16 maggio, 2025
Sei qui: Home / Attualità / I fatti / LA MOUETTE, al Théâtre de l'Odéon-Théâtre de l'Europe. REGIA di STEPHANE BRAUNSCHWEIG. -di Maria Pia Tolu

LA MOUETTE, al Théâtre de l'Odéon-Théâtre de l'Europe. REGIA di STEPHANE BRAUNSCHWEIG. -di Maria Pia Tolu

"La Mouette", regia Stephane Braunschweig. Foto Simon Gosselin "La Mouette", regia Stephane Braunschweig. Foto Simon Gosselin

Al Théâtre de L'Ordeon - Théâtre de l'Europe, sala gremita per l'ultima création di Stephane Braunschweig, regista che tanto conta e ha contato nella storia del teatro europeo.  Ora che lascia l'Odéon ed  ha molti progetti in tutto il mondo e parecchi in Italia. Ha lasciato le redini di questa celebre sala a Julien Gosselin, giovane regista da lui molto stmato e che ha già montato alcuni spettacoli all'Odéon. 
La pièce si rivelarà come un ritorno ai temi prediletti da Braunsweig che ama Cecov da quando era giovanissimo, di cui ricordiamo la pièce del 1992 che mise in luce il  suo grande talento. 
Si riconosce lo stile, la creazione di spazi geometrici e le riflessioni profondamente filosofiche e liriche . 
La sua firma è inconfondibile e ancora attuale come l'evoluzione del suo modo di riflettere sulle forme teatrali e il suo sguardo sul mondo. 
Sulla scena, il fondo della scena è  grigia di legno con  una piccola porta. 
"Le spectacle va bientôt commencer"
Infatti dice Kostia, il giovane regista della pièce: il decor si apre sul lato e parla della madre , la famosa attrice Arkadina che è gelosa della giovane attrice Nina che sarà la protagonista del suo spettacolo. 
Arkadina ha una personalità profondamente centrata su sé stessa. Non si può parlare  nè della Duse, né della Dame aux camelias, esiste solo lei. Kostia sfoglia una margherita " mi ama, non mi ama " e si dice che  ricorda à sua madre con la sua presenza che  lei non è più giovane. E riflette : il teatro di oggi è narrativa, un teatro realista,un piccolo teatro domestico e io fuggo, scappo come Guy de Maupassant e la Tour Eiffel. 
Parla poi del padre intelligente e malinconico e del suo rapporto con lui. Arriva Nina in salopette azzurra "Ho corso, il cielo era rosso e io ho perso il respiro, sono attirata come una mouette dal lago e che è difficile recitare in una pièce dove c'è poca azione e non c'è l'amore. Poi Arkadina" Siamo un mondo di artisti e commercianti dove gli artisti sono poco apprezzati. La provincia russa dell'ottocento di Cecov come la realtà di oggi? Viene da chiedersi. Arkadina affascinante con il suo abito nero elegante con spacco rimarca che il livello medio della recitazione degli attori è elevato. Si discute di argomenti quotidiani. Il tabacco no, l'alcool neppure e  alimentazione sana. Arriva Kostia ed  ecco si alza il sipario per il uno spettacolo: fumi, sedili in pietra, paesaggio riarso da fine del mondo desolato, tutti si sdraiano,  come grige sagome : ombre venerate su questo lago.
Nina vestita di bianco, sembra un cosmonauta e viene tirata su nello spazio da funi e sospesa nell'aria recita il Gabbiano: la terra non porta più i viventi ma  il freddo,il vuoto e la paura. I corpi sono che polvere, le loro anime si sono fuse.Mi ricordo le poesie di Shakespeare e di Moliere, mi sovvengo di tutto, ho molte vite e  si muove come un cosmonauta nello spazio lenta, morbida. 
Si può pensare all'Ariel nella Tempesta di Shakespeare  di Strheler così misterioso, ma gioioso, ugualmente sospeso, ma vibrante di vita? Nell'universo circostante la materia è lo spirito si fonderanno.Ma molto tempo dopo si realizzerà questa fusione. Prima ci sarà l'orrore. Poi fumo sulla scena. Kostia dice "Rideau !!! "Adirato fugge in un corridoio laterale della sala. Arkadina commenta lo spettacolo del figlio, lo chiama  capriccioso, ambizioso , pretenzioso e non vede forme nuove nel suo teatro, depitèe di vedere ciò, dice fumando. 
Entrerà in scena Trigorin che viene presentato come uno scrittore celebre ma dal cuore semplice e comincia a parlare a Nina suadente, sottile e le dice  che nel lago c'è un pesce, turbandola. 
Poi si parla del fascino degli scrittori  come dei commediografi e di come  le donne li siano già innamorate degli scrittori subito o anche prima di conoscerli. Veri divi dell'epoca. 
Poi viene evocata la cara noia della campagna. La città è meglio con la sua circolazione intensa e nei libri la natura è molto meglio che la città. Arkadina si lamenta per il tempo che passa e Nina arriva con un mazzolino di fiori bianchi e azzurri.Kostia che le depone un Gabbiano ai suoi piedi. Notevole poi la scena in cui Trigorin parla della sua arte  e che deve scrivere senza sosta: dice cosa c'è di meraviglioso in questa frase che gli viene in mente:  una nuvola che sembra un piano a coda? Poi "Corro a teatro, I miei amici mi chiedono sempre cosa scrivi ? E mi annoiano. Il pubblico è gentile, dice:  non è Tolstoi ma é un buon scrittore.
Amo gli alberi, sono un buon paesaggista, ma sono falso fino al midollo. Nina lo conforta, gli dice che è un grande artista e lui comincia a parlare di lei che era un gabbiano libero poi aggiunge che vede che qualcosa la distrugge, frai due seduzione. 
Ingenuo da parte della ragazza e sottile da parte di Trigorin che in seguito le proporra' un piccolo albergo dove potrà andare à suo nome consegnandole un bigliettino con aria complice.
In seguito  ci saranno conversazioni intorno al tavolo da gioco dove si parla d'arte, di vita quotidiana in modo leggero annoiato di una provincia curosa ma molle. Mentre Kostia scrive seduto al tavolo a destra sul palcoscenico. 
Poi ci saranno cambiamenti di scena con il sipario trasparente che viene calato secondo le scene da mettere in rilievo e ci sarà la bella scena tra Kostia e Nina che si rincontrano e dove gli recita il famoso prologo  del Gabbiano in maniera drammatica, sentita. 
E gli racconta di come è stata ingannata,lasciata à se stessa nella complicata vita del teatro à Mosca. 
Kostia ne è rattristato e commosso , lei gli parla dei sentimenti, rimpiange il modo di sentire semplice, genuino, sciocco di quando era con lui. Di come I suoi sentimenti siano stati esasperati in un mondo in cui non era riuscita a trovare il suo ruolo ,parla del  lago e della sua casa e Kostia è stupito e commosso profondamente. 
Sulla scena da tempo erano calati I gabbiani impigliati bianchi e blu appesi a dei fili su quel paesaggio desolato che ricorda il mondo dell'aldilà, una terra riarsa piena di oggetti di pietra corrosi, antichi: un'immagine di un universo sospeso. 
Il regista seguita la sua riflessione su Cecov: il suo Oncle Vania conteneva una riflessione profonda anche sulla responsabilita' sull'ecologia. In scena c'erano alberi nella nebbia, ma gli alberi c'erano, stagliati geometricamente da rispettare. 
Qui ci sono minerali sconosciuti, erosi. Evidente la riflessione malinconica sull'erosione della terra, sul declino, sul momento profondamente interrogativo che ci si può porre sul teatro, il suo rapporto con la vita e il contesto presente. 
Attori straordinari, troupe magnifica e personaggi incarnati alla perfezione. Moderni. Grande successo.

Ultima modifica il Sabato, 29 Marzo 2025 10:17

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.