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DANZA in PINACOTECA direzione artistica di Francesca Lettieri. - di Annamaria Pellegrini

"Culpa et Gratia". Foto Carlo Pennatini "Culpa et Gratia". Foto Carlo Pennatini

LUX FEMINAE
Danzare al femminile
Sasha Waltz
Sasha Waltz & Guests
Incontro-conferenza Aula Magna Università di Siena
Michela Lucenti
Balletto Civile Gente
Compagnia
Francesca Selva Oppio
Anna Rainoldi
DANCEHAUSpiù Songs of exctinction
Maria Munoz
Compagnia Malpelo Bach
Virginia Spallarossa
Compagnia Dejà Donné Ravel
Roberto Tedesco
Anticorpi Simbiosi 
Matinée per le scuole
Francesca Lettieri Astra
Paola Vezzosi Culpa et gratia
Compagnia Adarte
Creazioni per la Pinacoteca 
Pinacoteca Nazionale di Siena 16 settembre - 26 ottobre 2024

DANZA in PINACOTECA direzione artistica di Francesca Lettieri

Un progetto che aveva avuto inizio timidamente nel grigio inverno del covid (vedi recensione su Sipario) ovviamente nel vuoto umano più assoluto, quello di confrontare l’immobilità dell’arte figurativa, pittura scultura, con la danza, e sul quale si è organizzata in questo autunno una Tavola Rotonda Danza e Museo, una nuova forma d’arte partecipata. Numerosi gli appuntamenti, sempre tutto esaurito. 

Uno spazio non facile, questo della Pinacoteca senese, ma ricco del fascino di un antico palazzo gentilizio, col suo cortile interno che conserva l’antico pozzo, con le balconate che si affacciano sul medesimo, e soprattutto con i fondi oro paradisiaci, pale d’altare qui poste a salvamento dalle chiesine di campagna che erano il Paradiso per gli umili abitanti. Una manna questa esperienza per chi ama tutte le arti, e non capisce sempre il senso della separazione tra le varie creatività. La possibilità di un lungo percorso organizzativo (e di eccellenti restauri interni) dati al direttore Axel Améry dall’esperienza europea e dai due mandati consecutivi sottoscritti. E pensare che solo ieri (beh, quarant’anni orsono) eravamo piacevolmente meravigliati dai concerti al museo nazionale di Bruxelles.

La luce dei fondi oro, la luce che invade le sale: un ambiente che può creare effetti di straniamento, anche perché il carattere sacro delle opere è dominante. Lux Feminae: l’immagine di Maria protettrice universale, è dominante. E poi la bellezza dei corpi in movimento-immobile nelle sale rinascimentali, segnatamente nell’opera manierista di Beccafumi e Sodoma.

Le compagnie provengono da varie realtà geografiche e da varie esperienze.  Gli spettacoli, ovviamente su prenotazione per un numero limitato di spettatori, sono stati programmati per i fine settimana – venerdì sera, sabato mattina – in modo da poter soddisfare il maggior numero di utenti. La maggior parte delle proposte è stata affidata a compagnie non locali, che si sono fatte apprezzare con creazioni originali in varie realtà del nostro paese: come il Balletto Civile di Daniela Lucente, già nel programma del Cantiere d’Arte di Montepulciano, che prevede per vocazione tra i protagonisti interpreti di tutte le età, preziosi in questo contesto per esempio nei compianti

Alle due compagnie senesi, Francesca Lettieri e Paola Vezzosi per Adarte Compagnia, l’impegno di due creazioni pensate esclusivamente per questi spazi, Astra e Culpa et Gratia, semplicemente straordinari. Il primo ha comportato più di un anno di lavoro, e la presenza oltreché della danza, rigorosamente ispirata agli ambienti di riferimento, di musiche pensate per la creazione, da Bach in poi, eseguite dal vivo: la durata di uno spettacolo teatrale, una ricchezza di sollecitazioni estetiche ed emotive totalizzante, per la prima volta abbiamo pensato che la Sindrome di Stendhal non sia un’invenzione. Difficile tornare alla realtà. L’ultima rappresentazione ha goduto del valore aggiunto per la sottoscritta di essere all’interno di un gruppo – classe di un’ultima classe di Liceo Musicale, ormai una magnifica realtà in città, con sede a pochi passi dalla Pinacoteca, ed ha valorizzato anche la presenza estetica della figura maschile, che va a giocare con le anatomie dinamiche anche se immobili viventi sulle pareti, e poi bellissima l’dea di comporre i corpi dei danzatori in tableaux vivants, trasformando quindi gli artisti protagonisti in creature immobili, come le opere d’arte.

Annamaria Pellegrini 

Ultima modifica il Lunedì, 02 Dicembre 2024 12:15

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