venerdì, 08 novembre, 2024
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ALLA CORTE OSPITALE VA DI SCENA IL TEATRO CHE NON INVECCHIA. FOREVER YOUNG PREMIA ANSE di USINE BAUG/MEZZOPALCO. -di Nicola Arrigoni

Forever Young premia Anse di Usine Baug /Mezzopalco Forever Young premia Anse di Usine Baug /Mezzopalco

C’è un luogo che nella sua denominazione non mantiene solo una coscienza di ciò che è stato, ma getta anche uno sguardo su ciò che sarà, che tutela e si offre come casa per il teatro del futuro, per i vagiti di nuovi gruppi e non per spirito solidaristico, ma per spinta etica ed estetica. Questo luogo è La Corte Ospitale a Rubiera, un’istituzione del fare teatro che affonda le sue radici nella visionaria passione di un sindaco innamorato del teatro Anna Pozzi che recuperò l’edificio e ne fece un luogo di creatività, incubatore di sogni. Ora quel luogo ha la fortuna di aver trovato un’altra anima bella, Giulia Guerra, occhioni chiari, riccioli neri che condivide, fin degli inizi, l’utopia della Corte che ora dirige con uno staff tutto al femminile. Fisico filiforme che un alito di vento potrebbe piegare, ma non spezzare, Giulia Guerra e le sue donne è anima, non solo della Corte Ospitale, ma anche della stagione del teatro Herberia, un collegamento fra le due istituzioni che dà corpo e concretezza ai sogni e soprattutto a ciò che anima Forever Young, un progetto di scouting per artisti under 35. 

Sono state oltre 170 le domande pervenute da tutta Italia alla Corte Ospitale e analizzate da Giulia Guerra (La Corte Ospitale), Fabio Biondi (L’Arboreto-Teatro Dimora), Claudia Cannella (Hystrio), Carlo Mangolini (Teatro Stabile del Veneto), Gilberto Santini (AMAT) e Maura Teofili (Carrozzerie | n.o.t e Anni Luce – Romaeuropa Festival), a cui quest’anno si sono aggiunti Angela Fumarola (Fondazione Armunia), Leonardo Lidi (regista e coordinatore didattico della Scuola del Teatro Stabile di Torino). Le compagnie selezionate, tra febbraio e giugno, hanno avuto diritto a un periodo di residenza artistica in Corte Ospitale della durata di circa 20 giorni. I gruppi che si sono disputati la finale sono stati: Cromo collettivo artistico con Ahmen, Lorenza Guerrini con Maneggiare con cura, Gruppo RMN con Costellazione Vicinelli, Claudia Caldarano/mo-wan teatro con Siamo tutti in pericolo, Usine Baug/Mezzopalco con Anse

Spettacoli fra loro diversissimi per stile ed estetiche, legati a suggestioni di cronaca come Ahmen di Cromo collettivo aristico si ispira alla storia vera di Asim, arrivato in Italia dodici anni fa dal Pakistan, ancora oggi alle prese con l’intricato ed esasperante iter burocratico indispensabile per ricongiungersi alla moglie lontana.  C’è poi l’omaggio a una figura letteraria da riscoprire, come la poetessa Patrizia Vicinelli, artista bolognese di nascita, che entrò giovanissima a far parte dello storico Gruppo 63, di cui il Gruppo RMN ripercorre la battaglia per conferirle il vitalizio, assicurato agli artisti di chiara fama dalla Legge Bacchelli. Particolarmente curioso Maneggiare con cura di Lorenza Guerrini in cui tutto ha inizio con la scoperta di un misterioso pacco, inviato a personalità di spicco, politici, leader religiosi; tra i destinatari c’è anche un ex spazzino diventato vigile urbano, senza alcun apparente legame con il mittente. Siamo tutti in pericolo di Claudia Caldarano/mo-wan teatro parte dall’ultima intervista di Pier Paolo Pasolini, prima della morte per interrogarsi sul nostro stare in questo mondo, sull’immobilità e il senso di apocalisse imminente. 

Il verdetto della giuria ha individuato in Anse di Usine Baug /Mezzopalco lo spettacolo vincitore di Forever Young con la motivazione: «un lavoro costruito con sapienza e solidità su un poema vocale e sonoro incentrato su un “viaggio al termine della notte”. Funziona l’incontro tra due universi performativi – Mezzopalco e Usine Baug – capaci di dare forma, suoni e visioni a una drammaturgia della solitudine. Il lavoro, condotto ostinatamente con pochi e ruvidi elementi dal sapore artigianale, intrecciati a una notevole consapevolezza tecnica, convince e affascina per coerenza e forza evocativa». Ad Anse è stato riconosciuto un premio di produzione pari a ottomila euro  inoltre La Corte Ospitale prenderà in carico la distribuzione dello spettacolo per le stagioni 2024-2025 / 2025-2026 come produzione del centro. 

A completare la cronaca dell’edizione di Forever Young il bellissimo e intenso monologo La Cavale, spettacolo fuori concorso, di Noham Selcer e Jonathan Mallard, ospiti internazionali nell’ambito del progetto Premisses, rete franco-belga di sostegno e accompagnamento a giovani professionisti dello spettacolo dal vivo francesi e belgi. Una donna immagina di essere inseguita da un branco di uomini, lupi e cani. Lei chiama questo inseguimento La Cavale; fin da quando era piccola, l'immagine di lei in fuga da questa orda le torna in mente e la paralizza. Durante tutto il monologo, la donna cerca di capire se ha vissuto la fuga, se qualcuno gliel'ha raccontata, se appartiene solo a lei. Risale alle origini stesse della paura. Il testo preciso, furioso eppure controllatissimo, vive negli occhi e nella mimica facciale di un’intensa e per certi versi stupefacente interprete che mostra una capacità potente di dare respiro e volto alle parole, facendo rimanere senza fiato gli spettatori. 

Questa la nuda cronaca di due giornate che, per clima e temperatura artistica hanno mostrato il bello del teatro, quello che un’istituzione e le sue animatrici possono fare. Ecco nel cuore della bassa, presso la Corte Ospitale di Rubiera un piccolo e gracile Puck/Giulia Guerra costruisce tutto questo con passione, voglia di tessere reti di relazioni e uno sguardo fecondo rivolto al nuovo, al teatro che verrà, piuttosto che a quello che è stato. Ma si ripete ciò che si è vissuto, durante la due giorni di Forever Young, è una gentile ma determinata volontà di cambiare atteggiamento, di costruire occasioni concrete di lavoro e creazione per giovani artisti nella consapevolezza che fare teatro non sia occupare posizioni di potere, imporre estetiche e artisti, ma aprire spazi, incoraggiare visioni e dare la possibilità di far nascere e crescere il teatro che sappia essere racconto, interrogativo proattivo sul nostro presente e futuro, quanto mai incerti, confusi e inquieti. E non è cosa da poco e allora bello essere alla Corte Ospitale per poter condividere come pellegrini dell’arte i sogni di giovani viaggiatori al termine di una notte d’estate. 

Ultima modifica il Venerdì, 04 Ottobre 2024 23:05

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