giovedì, 03 ottobre, 2024
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DIECI. ACCURATAMENTE - produzione Tra un atto e l’altro APS

Francesca Mazza e Fabrizio Croci in “Dieci. Accuratamente”, Francesca Mazza e Fabrizio Croci in “Dieci. Accuratamente”,

“Dieci. Accuratamente”
di e con Maurizio Cardillo, Fabrizio Croci, Oscar De Summa, Angela Malfitano, Marco Manchisi, Francesca Mazza, Gino Paccagnella
e la partecipazione di Cristina Carbone
coordinamento e cura Claudia Manfredi
assistenza tecnica Paolo Falasca
video Teo Rinaldi
produzione Tra un atto e l’altro APS
nell’ambito del progetto Tutto il mondo è un teatro con il contributo di Regione Emilia-Romagna,Unione Reno Galliera, Città di Castel Maggiore, parte di Bologna Estate, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna

Un nuovo spettacolo a Villa Salina di Castel Maggiore con Tra un atto e un altro
“Dieci. Accuratamente”: un compleanno di spettacoli con un gruppo di artisti fedeli al progetto
Con la direzione artistica di Francesca Mazza e Angela Malfitano 

“Una giornata estiva del giugno 1939. Una giornata in cui ‘accade’ una recita. Nessuno si muoveva. Rimanevano seduti… ‘Il Presente. Noi stessi’ lessero sul programma … Il pubblico si spazientiva…specchietti, specchi rotti da cucina, specchi d’argento pesantemente sbalzato … si fermarono tutti. E gli spettatori si videro…maliziosi, osservatori, pazienti, interpreti.”: è un frammento dell’opera di Virginia Woolf “Tra un atto e l’altro”, qui solo un assaggio, ad aprire il sito  https://traunattoelaltro.wordpress.com/tra-un-atto-e-laltro/, riferimento prezioso ad accompagnare il progetto, direzione artistica di Francesca Mazza e Angela Malfitano, è inoltre Shakespeare, “Tutto il mondo è un teatro”, un percorso di spettacoli che ora arriva a “Dieci”, il nuovo titolo che a fianco ha un’altra parola, “Accuratamente”. Così pare condensarsi la poetica di una compagnia che tale non è, lo specchio del teatro che fa scoprire la vita, artisti che avvertono la necessità di ritrovarsi ogni anno, condividere la visione (e l’organizzazione) di uno spettacolo in movimento dove il pubblico ogni volta scopre qualcosa di nuovo fuori e dentro di sé. 

dieci angela malfitano
Angela Malfitano in “Dieci. Accuratamente”

Già: come guardandosi a uno specchio. Ma forse il nome di questo gruppo - Tra un atto e l’altro - evidenzia anche l’impegno di ciascun artista al di fuori di quella occasione estiva a Villa Salina di Castel Maggiore, in provincia di Bologna: essendo tutti professionisti, e d’eccellente fama, numerosi sono gli impegni di lavoro. Tuttavia - tra uno spettacolo e l’altro - fanno in modo di essere sempre tutti presenti (o quasi: pochissime le assenze e ben comprensibili) ogni anno per discutere il motivo guida, scegliere dei testi, trovare lo spazio giusto, nel verde del parco, davanti a una parete, e definire le repliche per diversi giorni tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre. Per tornare poi ogni singolo interprete alle diverse compagnie, città, tournée. Dunque: “Dieci”. Una bella meta, un motivo d’orgoglio. Nel depliant di accompagnamento c’è il racconto dei diversi passaggi, da Villa Beatrice ad Argelato a Villa  Salina a Castel Maggiore, lì dove si sono viste diverse di queste produzioni, tutte di notevole qualità. 

E  “Accuratamente” contiene sì al proprio interno la parola cura  - e alcuni testi evidenziano il motivo ispiratore - ma l’impressione sembra ancora una volta appartenere piuttosto alla poetica del gruppo, composto sì di diverse individualità, ma con elementi affini legati proprio al rigore, all’originalità, al desiderio di attraversare con il pensiero più alto un impegno che dura magari anche solo pochi minuti. Tutto e sempre “accuratamente”. Si legge nella presentazione che otto possono essere considerati facente parte del nucleo portante, Maurizio Cardillo, Fabrizio Croci, Oscar De Summa, Angela Malfitano, Marco Manchisi, Francesca Mazza, Gino Paccagnella, Bruno Stori, ma non sono mancati i compagni di viaggio occasionali, sempre importanti, come quegli “sguardi esterni” che a tratti hanno seguito il percorso, tra questi i maestri Claudio Morganti e Alfonso Santagata. 

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Gino Paccagnella in “Dieci. Accuratamente”

Il pubblico è invitato a seguire una luce amica che mostra la via: il prato della villa è morbido, ben curato, ma ci sono zone più impervie tra alberi e cespugli. A ogni stazione ci si può sedere, ascoltare quieti. E’ vestito di bianco Oscar De Summa, come vivesse in un paese caldo, tropicale. Il suo testo, “Jean Tarrau” è tratto da “La peste” di Camus, il titolo dal nome di un protagonista importante del romanzo, aiutante del medico Rieux che deve affrontare la terribile epidemia che va diffondendosi a Orano. “Hanno tutti paura delle parole”. Ha diversi taccuini Tarrau, racconta di sé in forma straniata, ma sfoglia quelle pagine di appunti che hanno un carattere più diretto, lasciandosi quindi catturare dai ricordi. E  racconta di quella volta che suo padre, pubblico ministero, l’aveva condotto con sé in tribunale, richiesta la condanna a morte del colpevole: indelebile l’immagine dell’imputato. Era quindi partito, diciassettenne era andato lontano. Ogni tanto dice “mi è tornata la febbre”. Sarà tra le lacrime che Rieux lo vedrà morire. “Non dobbiamo avere paura delle parole: bisogna solo scegliere con cura quelle giuste da dire” 

Dieci Oscar De Summa
Oscar De Summa in “Dieci. Accuratamente”

Già: la cura è anche nel linguaggio, perché non ferisca, possa forse anche alleviare le pene. Ma può accadere che la violenza abbia il sopravvento, travolga fino a togliere il fiato. Quasi senza forza ma con chiarezza dolorosa Angela Malfitano racconta dello stupro - da “La ciociara” di Alberto Moravia - da parte di un gruppo di soldati. Ben si ricorda Sofia Loren, immedesimata radicalmente nel ruolo. Qui c’è la consapevolezza che non si può tornare indietro. Rosetta, la figlia, si lascia pettinare i capelli. Mancano le parole. Non restava loro che riprendere il cammino. Maurizio Cardillo legge un testo di Oscar De Summa, “Mondi sommersi di un’insegnante di sostegno”: lui/ lei aveva compiuto un furto, c’è qualcuno che la chiama. L’avrebbero denunciata…licenziata? Panico e ironia si mescolano. 

“Sulla soglia” è il titolo scelto da Fabrizio Croci e Francesca Mazza per intrecciare “La morte di Ivan Il’ič” di Lev Tolstoj e l’”Ulisse” di Joyce, in particolare un frammento del monologo di Molly, al confine della morte lui, vicino a una panchina, all’inizio di spalle, di una sensuale consapevolezza lei, sdraiata su un’amaca sospesa tra i rami. Gino Paccagnella ha individuato un’area particolarmente suggestiva dell’esterno villa, una sorta di strano torracchione scrostato, alla sua altezza una finestra con grata, per “Processo”, da Paul Thomas Anderson e Franz Kafka, particolarmente intensa la recitazione, con il protagonista che si sdoppia per portare avanti l’interrogatorio  in forma incalzante e insieme per rispondere, senza che sia possibile cogliere il senso di quanto sta accadendo. 

dieci Marco Manchisi e Cristina Carbone
Marco Manchisi e Cristina Carbone in “Dieci. Accuratamente”

Un insieme di autori, Elsa Morante, Charles Baudelaire, William Shakespeare e altri, compongono il testo “Verso casa” di Marco Manchisi,  affiancato da Cristina Carbone, lui con gli occhi bendati, accecato con sangue rappreso come fosse Edipo dopo la presa di coscienza di quanto compiuto. Molti i significati possibili legati al ritorno, alla casa come meta. Parlano napoletano i protagonisti, lei sembra approfittare della sua superiorità: può vedere. Spiega, si nasconde, riappare. Si prendono in giro. Lei lo chiama “pa’” : sarebbe guarito, non avrebbe avuto più bisogno di lei…Dopo ogni parte viene frenato il bisogno di applaudire. Si avverte una sorta di clima cerimoniale - ma al termine le creature della scena incontrate si rendono visibili tutte insieme. Sono intorno a una tavola e mangiano fette di cocomero che, dopo gli applausi, lunghi, emozionati, vengono offerte anche al pubblico.

Valeria Ottolenghi

Ultima modifica il Sabato, 14 Settembre 2024 09:32

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