UN PAS DU CHAT SAUVAGE
Al teatro Les Halles ad Avignone (sezione off), l'adattamento di un romanzo soggiogante, magnetico di Marie Ndiaye
Un piccolo sortilegio, un gioiello lo spettacolo, messo in scena da Blandine Savatier con Natalie Dessay che è anche una celebre cantante lirica, Anne Laure Segala, danzatrice e attrice, con musica live di Greg Duret.
Vertiginoso, rischioso affrontamento di due donne che sono alle contese. L'oggetto di tale ambiguo affrontamento è l'operato e l'interpretazione dell' arte e della vita di una cantante e artista cubana veramente esistita, una "grande" "dimenticata dalla storia, Maria Martinez.
Sulla scena des Halles, pianoforte a coda sulla sinistra con sopra una minuscola lampada accesa.
Attrice fasciata da un luccicante abito color carminio esce dalla quinta opposta, inizia a danzare, con gestualità magica ridisegna lo spazio,fendendo l'aria con dei lazos.
Il sipario si alza lentamente. Sopra sono disegnati dei bei palchetti liberty.
Poi un paio di occhi enormi occhi neri allungati, liquidi.
Natalie Dessay nel ruolo di una docente universitaria scrittrice appare: bionda con il suo bel viso enigmatico e meravigliato.
Dice di aver ricevuto un courriel da Marie Sachs, soubrette ed artista che la inquieta e di cui avverte le ombre dei suoi vagabondaggi. E le manca il respiro.
Dice di aver fatto il 25 dicembre il voto di non incontrare mai Marie Sachs; si propone di scrivere un lungo romanzo su Marie Martinez, sulla sua vita all' Avana.
Ai suoi occhi Marie Sachs la sfrutterebbe per i suoi fini artistici tra virgolette. E dice: "Provai uno strano gelo per Marie Sachs per i suoi lavori stravaganti, inventati, non veri. Chi è Marie Sachs?"
"Ho due ritratti sulla mia scrivania. Discernere il profilo sottile di Marie Martinez, la sua aura E distinguere ciò dai miei spaventi mistici. Che voci si esprimono? Le nostre coscienze vulnerabili. Di Marie Sachs e Marie Martinez".
Si tracanna un gin tonic.
Osserva il volto di Marie Sachs, rancoroso e percepisce la sua espressione avida e riflette.
"La Martinez è piena di fierezza e di ostinazione, è valente e rude lei. Io sono sciocca, sardonica, fredda. Penso a Marie Sachs con una sorta di disperazione e brutalità".
Si passa ad un'altra scena. Marie Sachs le propone in un messaggio "Preferisco non incontrarla in un caffè; venga a vedermi all' Allhambra".
"Ero cosi altera, il mio interesse per Sachs era scuro e rapace".
Poi la scrittrice va al rendez-vous, è novembre, ha dimenticato l'ombrello entra nel Cabaret e si rende conto di detestare questo ambiente e rimpiange di non essere in ultima fila.
Ecco poi che appare la Sachs in una nube di verzura brumosa.
Sembra sorgere da questa bigia caligine. Sta di spalle, bellissima con strascico e fiocco viola. Sussurra con una piccola voce, melodiosa, continua a danzare e dice " Ah ,giudicare l'anima, parlando di dispiacere e di piacere. Ascolta le voci beffarde ". Poi si mette a danzare con musiche di Elton John.
Dopo l'esibizione della danzatrice si mettono a conversare.Ma, racconta la scrittrice eravamo come sospese, lei aveva un fanatismo strano nello sguardo. Come felicitarla. Cosa dirle sulla sua voce indefinibile. Non potevo paragonarla a nessuno".
Si separano.
Poi buio e messaggio della Sachs: la Martinez aveva avuto critiche condiscendenti? Infatti ecco la Sachs che con tanto di parrucca bianca d'epoca mima ironicamente una gran dama che insultante incomincia a blaterare " Sarà una negresse?" Viene evocata la vita della Martinez. " Le negre hanno la loro musica ed amano la follia le loro danze ". Poi si toglie la parrucca e ritorna essere sè stessa e chiede: Quali sono i sentimenti di Martinez?
La docente si interroga incantata "Quando si porta Martinez in sé, ci si avvicina a Sachs? Dovevo avvicinarmi ai suoi interrogativi". Si sente stupida, stucchevole, triste. Poi Sachs con bastone piroettante canta motivi in inglese.
Il canto sembra verniciato dalla sua eccentricità. Elegante, raffinata si mette a cantare un motivo di Théophile Gauthier.
Scritto apposta per la Martinez.
L'universitaria dice "É deliberatamente patetica, sovrana, sarcastica .Sorrido. "Fu applaudita".
Poi si disquisisce sulla Martinez. Che aveva un africano perfetto e uno sguardo di fuoco e viene descritta con guanti rosa à la mode de Paris. Faceva rabbrividire e si chiede perché sia stata dimenticata.
Poi sullo sfondo della scena che trascolora dal vinaccia al verde smeraldo, le due parlano della vita e dell'arte di Martinez.
Identificazioni, ammirazione e competizione fra le due donne per sapere chi è la più idonea a scrivere e a rappresentare la grande diva cubana.
Incrocio curioso di tre vite.
L'universitaria scrittrice, la soubrette-artista vivente e la grande mitica Martinez che dopo lunghe peripezie economiche e sentimentali, persecuzioni, carteggi e riconoscimenti e ingiusto oblio finì per terminare i suoi giorni in miseria.
La penna dell'autrice Marie Ndiaye è l'occhio della regista Blandine Severier servono con sottile bizzarria la riflessione scenica di questo spettacolo. Con interpreti fantastiche, sovrane in un gioco di specchi inquietante eccentrico e vertiginoso.
Maria Pia Tolu