Art Carnuntum si dedica dal 1989 al patrimonio culturale filosofico europeo e presenta ogni anno importanti pezzi del teatro classico mondiale in emozionanti produzioni contemporanee di rinomati artisti e teatri di tutto il mondo. Il Festival Mondiale del Teatro è noto soprattutto per l'eccellente qualità dei suoi spettacoli e dei suoi ospiti di alto profilo.
Nella sua sede unica, Art Carnuntum si è distinto come centro internazionale per il dramma antico, i classici europei e il modernismo.
Finora, il Royal National Theatre di Londra, il La MaMa Theatre di New York, il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa, il Ruhrfestspiele Recklinghausen, la SCOT Company, il Taganka Theatre di Mosca, il Theatre National du Luxembourg, l'Istituto Nazionale del Dramma Antico Siracusa, il Globe Theatre di Shakespeare Londra e grandi del teatro come Tony Harrison, Sir Peter Hall, Michael Cacoyannis, Peter Brook, Gerárd Depardieu, Hansgünther Heyme, Peter Stein, Ellen Stewart, Tadashi Suzuki, Salvador Tavora, Theodoros Terzopoulos e Robert Wilson hanno hanno presentato le loro ultime e più emozionanti produzioni nell'ambito del World Theatre Festival Art Carnuntum.
Per questa 35ma edizione la direttrice artistica Costantina Bordin, ha invitato il regista italiano Mattia Sebastian Giorgetti a presentare due sue produzioni: “Medea” da Euripide (30 agosto) e “Hamletmachine" di Heiner Muller (31 agosto ) oltre ad aver invitato la Lord Chamberlain's Men, con “Hamlet” di Shakespeare (6 settembre).
Mattia Sebastian Giorgetti è regista associato della SCOT, la leggendaria compagnia giapponese fondata da Tadashi Suzuki. Accanto alla sua decisa visione registica, affianca anche la preparazione psicofisica attraverso il “Suzuki Actor Method Training” sia con i suoi attori e sia con artisti provenienti da tutto il mondo attraverso approfonditi workshop. Nella preparazione che lo distingue annotiamo anche una lunga relazione con il regista Theodoros Terzopoulos e la sua metodologia.
Per questa sua versione di Medea ha mescolato e condensato fittamente frammenti da vari testi con momenti di sogno e libere associazioni tra paesaggi moderni e scene del mito. È centrale in questa rilettura la leggenda di Giasone, la spedizione degli Argonauti e la tragedia di Medea, accanto al tema del tradimento, quello della guerra (militare e commerciale) di conquista e colonizzazione.
“Hamletmachine” di Heiner Muller, regia Mattia Sebastian Giorgetti. Nella foto Simone Pizzo (Ph. L. Puricelli)
“Hamlet machine" viene composto nel 1976 da un profetico e visionario Heiner Muller. Il testo inizia con un uomo, forse Amleto forse no, seduto "sulle rovine dell'Europa". Una non-storia che sprofonda nell'abisso umano, in un incontrollabile gioco di specchi tra Ofelia-Amleto, tra uomo e donna, autore e macchina, guerra e impossibilità di decidersi per una pace o no, fino ad un ultimo richiamo con la tragedia di Elettra di Euripide come un nuovo enigma ancora da risolvere, fino alla
sofferenza fisica del silenzio con asfissia, dove la parola muore insieme alla sua impossibilità di essere pronunciata.
La struttura del testo è un chiaro riferimento alla composizione della tragedia greca. Prologo, Parodos, Episodi, Interludio e Parabasi, Esodo sono gli strumenti che Muller ha utilizzato per comporre questa opera: una discesa definitiva alle origini dell'umanità e alla sua probabile sconfitta.
Il ruolo di Medea viene sostenuto da Benedetta Laurà, nel cast gli attori Alessandro Miano, Anna Germani, Cinzia Tropiano, Elisa Bruschi, Simone Pizzo, Christian Pradella, CTA Accademia di Formazione Professionale di Milano.