lunedì, 14 ottobre, 2024
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I ragazzi della Non-Scuola sono apparsi a Madonna - La star ha donato 250mila euro al progetto "Sogno di volare" a Pompei. -di Nicola Arrigoni

Madonna. Foto Ricardo Gomes Madonna. Foto Ricardo Gomes

I ragazzi della Non-Scuola sono apparsi a Madonna
La star ha donato 250mila euro al progetto Sogno di volare a Pompei
L’intervista a Marco Martinelli
a cura di Nicola Arrigoni

Sono i suoi ragazzi, sono una bomba di emozione, sono una voce all’unisono che canta, che dice, che vola, sono sogno e sono realtà, sono il coro che ci pungola la coscienza, sono corpo ed energia, sono i ragazzi della Non Scuola di Marco Marinelli, sono la benzina dei sogni e dell’utopia. Sono gli adolescenti di Pompei, Torre del Greco, Castellammare di Stabia, Torre Annunziata che hanno sedotto Madonna, la pop star in visita al sito di Pompei per il suo sessantaseiesimo compleanno e che al progetto teatro di Pompei, Sogno di volare ha devoluto 250mila euro, sedotta dal teatro, da quei ragazzi, da quel coro che è tremore, energia pura, vertigine verbale e corporea. Sono bastati pochi minuti di visione dello spettacolo inserito in Sogno di volare - produzione Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con Ravenna Festival, Teatro Mercadante - Teatro Stabile di Napoli - per convincere la Regina del pop a finanziare il progetto nato quattro anni fa dall’incontro tra il regista e drammaturgo Marco Martinelli e il direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel.

«Ho saputo dell’arrivo di Madonna a Pompei dieci giorni fa, ma il calendario mi impediva di essere là il 16 agosto – racconta il regista ravennate -. C’era Vincenzo Salzano, che è stato bravissimo a coordinare gli adolescenti, e che insieme a Gianni Vastarella e Valeria Pollice fa parte della mia squadra di assistenti in Sogno di volare».

Quando ha saputo del dono di 250mila euro per il progetto qual è stato il primo pensiero?
«Avevo avuto una prima anticipazione dal direttore Zuchtriegel, quando appunto dieci giorni fa mi telefonò per dirmi della visita di Madonna e della sua fondazione Ray of Lights, che finanzia progetti educativi in tutto il mondo. Zuchtriegel le aveva raccontato di Sogno di volare, e Madonna già alla narrazione di questi primi tre anni di progetto si era emozionata, ipotizzando un suo contributo. La fondazione è presente in Africa, in Asia, negli Stati Uniti, il nostro è il primo progetto che finanzierà in Europa. Non possiamo che essere riconoscenti, certo un po’ sorpresi, e felici»  

Pompei1

Che cosa crede abbia colpito la rockstar?
«La dimensione insieme artistica e popolare del nostro progetto: ‘mettere in vita’ i grandi classici, facendolo con l’energia e la vitalità degli adolescenti. E non stiamo parlando di un gruppetto ‘scelto’, ma coinvolgendo centinaia e centinaia di ragazzi di tutte le classi sociali, chiedendo loro entusiasmo e disciplina. Prendendoli sul serio, cosa che spesso la società degli adulti non fa».

Che cosa avete fatto vedere alla pop star?
«Abbiamo proposto alcuni cori su cui abbiamo lavorato in questi anni, negli spettacoli e nelle prove: Aristofane, Majakovski, Matteo Maria Boiardo. Gli adolescenti erano una cinquantina, emozionati come te li puoi immaginare, accanto a Madonna c’erano altri volti noti, come l’attore Orlando Bloom. Quando hanno finito i cori, applaudendo Madonna ha chiesto ad alta voce: Another! Another!. E i ragazzi sono stati splendidi: ne hanno improvvisato uno su due piedi, utilizzando sempre Majakovski, e questa volta in inglese».

Una strana situazione a rischio polemica: l'apertura di un sito archeologico per il compleanno di Madonna. Eppure il teatro ha distratto e cambiato la prospettiva narrativa. Che effetto le fa? E come se lo spiega?
«E’ stato bravo Zuchtriegel in un primo momento a non concedere il Parco per una festa privata, perché quella, credo, fosse stata la prima richiesta dello staff di Madonna. Così come è stato bravo poi a spostare il tiro sulla "visita guidata" - lui stesso ha fatto da cicerone a Madonna - e all’interno della visita far emergere la presenza degli adolescenti di Sogno di volare».

Aristofane è una costante nel suo lavoro dall’inizio. Quanto il linguaggio del commediografo greco si è dimostrato funzionale alla formazione, coinvolgimento dei ragazzi attori?
«Sono trent’anni che utilizzo Aristofane come il mio antenato totem, sento di far parte di quella “famiglia” di drammaturghi. È perfetto per parlare agli adolescenti, le sue favole toccano il cuore mescolando crudezza quotidiana e sogni, violenze e utopie. E, se posso, rimando chi ci legge a un bel libro di Francesca Saturnino appena uscito in libreria, La non-scuola di Marco Martinelli, edito da Luca Sossella, che racconta con dovizie di particolari -  interviste al sottoscritto e agli adolescenti coinvolti -  i primi due anni di Sogno di volare, coprodotti dal Parco con la preziosa collaborazione di Ravenna Festival».

Fa specie pensare che una star internazionale si impegni e stanzi un tale aiuto per il teatro, quando si pensa alla carenza di fondi e di attenzione istituzionale data in genere alla cultura. Che lezione possiamo ricavare da questo fatto?
«È  dall’inizio del progetto che Zuchtriegel, direttore di una delle istituzioni culturali più importanti in Italia e nota in tutto il mondo, cerca di invitare il Ministro della Cultura - si badi bene, sia quello attuale che il precedente -alla ‘prima’ dei nostri Aristofane nel Teatro Grande: il Ministro vedrebbe un centinaio di adolescenti scatenati che senza timore, davanti a 1500 spettatori, si uniscono ad artisti d’eccellenza, come il musicista Ambrogio Sparagna e il disegnatore luci Vincent Longuemare e la costumista Roberta Mattera, in una creazione d’arte di alta qualità e rigore. Altro che saggio scolastico! Bene, sono tre anni che nessun Ministro si fa vivo. Chissà, magari adesso che una pop star ha indicato la strada, magari qualcuno si sveglierà. Che lezione trarne? Pessimismo della ragione, strenuo ottimismo della volontà».

Ultima modifica il Sabato, 24 Agosto 2024 10:52

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