International Nora Jazz Festival
Dal 1 all’11 agosto, Nora (Cagliari)
1 agosto : Dominique Fils-Aimè Quintet
3 agosto : Tatiana Eva-Marie
8 agosto : Cecilia Krull
11 agosto : Kadri Voorand
Al teatro di Nora, tra resti punico-romani e torre di Coltellazzo, cosi’ simile ad un nuraghe sospeso tra cielo e mare, il jazz puo’ sembrare fuori contesto. Che la sua disinvolta modernita’ mal si adatti alla venerabile antichita’ del luogo. Il risultato è invece un’ aura di sogno, di magica irrealta’. Senonchè di jazz, in questo festival, ce ne è poco. La Fils-Marie (canadese di origini haitiane) è cantante di blues e soul. Se è plausibile l’idea che il jazz altro non sia che il prolungamento strumentale del blues (Mila), beh, questo prolungamento non puo’ ignorare i fiati, che tanta parte sono della tradizione del jazz. La canadese ha invece preferito la distorsione alla consolle del suono degli strumenti presenti, basso, percussioni e clavier, distorsione che mal si adattava, tra l’altro, alla ieratica compostezza della cantante. Tatiana Eve-Marie ha duettato tutto il tempo con un violino, suonato egregiamente, per carita’, ma anche qui’ siamo lontani dai moduli del jazz, almeno da quelli classici, dove il violino al massimo figura come comparsa. Cecilia Krull: piano, basso, percussioni e non un fiato, che so? un sax, una tromba, macchè, neanche un’ottavina.....Deficit singolare nella regione di Paolo Fresu, una gloria del jazz e uno dei migliori trombettisti d’Europa. Certo, piu’che un evento maggiore, quello di Nora è un atto di devozione al jazz. Ma malgrado il persistente deficit di fiati e, a volte, la presenza dimessa degli artisti (preferibile comunque all’egotismo maquillè che dilaga), considerata anche la modestia dei mezzi impiegati, questo festival è un successo. La Fils-Marie è artista dalla voce intensa e sempre ben controllata, che restituisce con composta efficacia l’ esuberante cultura afro-americana di cui si nutre. Ancor piu’che un brano di jazz, la sua gestualita’ carismatica la rende adattissima a interpretare una canzone di Kurt Weill. Ha cantato le sue canzoni, tutte scritte e musicate da lei stessa, Freedom, Let me go, Give me a reason....con personalita’ monumentale e l’unico limite della relativamente scarsa duttilita’ della sua voce. La Eve-Marie, vocalista della Avalon Jazz band, svizzera di lingua e cultura francese, è andata sul sicuro dei classici della canzone francese, con l’allure di una chansoniere, voce morbida e delicata, a volte intensa, a volte fragile, come sospesa ad un filo, secondo lo stile delle boites parigine anni 50. Infine la Krull, spagnola dal repertorio sincretista nel quale mescola la tradizione musicale spagnola con quella francese e remunerative (suppongo) prestazioni per il mercato televisivo di matrice anglosassone (è lei che canta ‘The way you look tonight', del serial Netflix La Casa di carta). Gran bella voce, duttile, eccellente nelle chiusure dal vibrato delicato, ma gesto poco eloquente e presenza non prorompente. Questo mi pare quanto. è stato, questo, il festival delle donne: donna è anche la quarta artista di scena quest’anno a Nora, la estone Kadri Voraand. Che non ho avuto il piacere di ascoltare.