Maurizio, colpo di teatro:
è uscito di scena d’improvviso.
Maurizio Costanzo noi lo vogliamo ricordare come drammaturgo, anziché giornalista impegnato nel sociale, conduttore di show, scopritore di talenti, dominatore della scena italiana.
Maurizio era anche commediografo, e molto sue commedie hanno raggiunto successi di pubblico e di critica.
Costanzo è stato autore di diverse opere teatrali, fra le quali la pièce Cielo, mio marito! (scritta a quattro mani con Marcello Marchesi), che, diretta da Aldo Trionfo, viene interpretata e portata al successo da Gino Bramieri e Ombretta Colli. La sua prima commedia, Il marito adottivo, va in scena nel 1969 per la regia di Lucio Ardenzi.
Dal 1970 al 1977 vengono rappresentate anche: Con assoluta gratitudine, con la coppia Francesco Mulè e Sandra Mondaini, Un amore impossibile, con l'inossidabile coppia Aroldo Tieri e Giuliana Lojodice, Un coperto in più, recitata dai fratelli Aldo e Carlo Giuffré per la prima volta insieme, e infine Vecchi, vuoti a rendere, con Cecilia Sacchi e Arnoldo Foà, che ne curerà anche la regia nel 1972. Quest'ultima opera sarà poi interpretata da Paolo Ferrari e Valeria Valeri, prima diretti da Massimo Cinque e poi, nel 1992, con il titolo Vuoti a rendere, dal regista Gianni Fenzi.
Era Presidente del Sindacato Autori Drammatici, riconoscimento meritato.
Le volte che ci siamo incontrati al Teatro Parioli, di cui era direttore artistico, con la sua scrivania dominata da tartarughe in bella vista, compresa una mia regalata a suo tempo, parlavamo di teatro, di distribuzione, di gestione. Aveva una visione da vero imprenditore. Inoltre, era anche un buon sostenitore di Sipario, ci amava.
E noi lo abbiamo amato per il suo essere poliedrico, generoso, ironico, a volte bonariamente perfido, comunque una bella persona, un creativo, soprattutto.
Che la “Nuova Scena” ti accolga come meriti col tuo “Maurizio Costanzo Show”.
Mario Mattia Giorgetti