FESTIVAL PONTINO di MUSICA
CORI
I CAMPI ELISI
Musica strumentale a Roma tra ‘500 e ‘600
Ariadna Quappe Moya cornetto, flauto dolce
Anais Lauwaert viola da gamba
Ana Marija Krajnc cembalo
Girolamo Frescobaldi
Toccata per spinettina e violino
Capriccio sopra l’aria di Ruggiero
Cipriano De Rore
Ancor che col partire
Girolamo Frescobaldi
Canzona vigesimaseconda, detta La Nicolina
Giovanni Pierluigi da Palestrina
Vestiva i colli – Così le chiome
Girolamo Frescobaldi
Canzona prima da: Il secondo libro di toccate, canzone…
Giovanni Pierluigi da Palestrina
Tota Pulchra es
Fabrizio Caroso
Celeste giglio, balletto da Raccolta di varij balli…
Chiostro di Sant’Oliva 28 luglio 2022
Il 58° Festival Pontino di musica quest’anno coinvolge quattro sedi: oltre il capoluogo, la giovane città di Latina caratterizzata dal centro storico razionalista e sede del Campus Internazionale di Musica particolarmente vocato al contemporaneo, la medievale Sermoneta, cuore dei corsi estivi al Castello Caetani, l’incantevole giardino di Ninfa, sorto sulle rovine di un sito medievale, che anche quest’anno ha ospitato uno degli appuntamenti musicali che tradizionalmente hanno luogo nel mese di luglio, e l’antichissima Cori, sulla cui acropoli svetta nel suo candore il pronao intatto del tempio di Ercole. Non è un caso dunque che questo appuntamento annuale, vocato non solo alla musica ma anche al rapporto tra questa e le altre arti, abbia ospitato nel borgo di Sermoneta un convegno dedicato allo Spazio Sonoro: musica e architettura tra analogie, riflessi, complicità.
Restando in tema, un tema molto affascinante ma del quale purtroppo non tutti tengono conto nell’allestimento dei concerti, questa serata musicale, l’unica forse che logicamente non poteva dare spazio al contemporaneo, ci ha accolti in un chiostro agostiniano affrescato nel ‘600 con le storie del filosofo di Ippona, adiacente alla chiesa dedicata alla leggendaria Sant’Oliva, in questa mediterranea terra di olivi. Da Palestrina a Caroso, che ha lasciato un poderoso tomo sulla danza della sua epoca, descrivendo i passi e financo gli abiti di quegli antichi eventi, in un programma coerente e raffinato che è stato illustrato prima dell’esecuzione da Ariadna Quappe Moya, cornettista e flautista d’eccezione, che con Anais Lauwen violista talentuosa e filosofa ( autrice di una ricerca fra filosofia e pratica della musica antica), e Ana Marija Krajnc, clavicembalista, organista e pianista, qui impeccabile esecutrice alla spinetta, hanno allietato una serata in cui la frescura è stato un balsamo aggiunto, mentre il giovane fotografo Matteo Cassoni immortalava ambiente e musiciste: provenienti da Cile, Belgio e Croazia, qui giunte dalla Civica Scuola Claudio Abbado di Milano, che con l’Accademia romana di Santa Cecilia è partner storico di questo progetto musicale, alle quali quest’anno si sono aggiunte l’Accademia Walter Stauffer di Cremona e la Scuola di Musica di Fiesole.
Tornando a questi deliziosi Campi Elisi, il Cinquecento è rappresentato da Giovanni Pierluigi, noto col nome della terra che gli ha dato i natali e che oggi ospita un centro studi e archivio che è una miniera non conosciuta quanto dovrebbe esserlo, nella incantevole Palestrina: una figura che ha dominato il secolo con la sua gigantesca opera polifonica e la sua straordinaria intelligenza del mondo. Di lui qui il famoso Vestiva i colli – Così le chiome, madrigale amoroso famosissimo che rappresenta la sua musica in questa serata assieme alla cifra religiosa del Tota Pulchra es. Ma l’onore di inaugurare il concerto è di Girolamo Frescobaldi, nato alla fine del ‘500 ed operante nella prima metà del ‘600, colle sue canzoni, toccate, capricci, che mettono in evidenza il virtuosismo delle esecutrici. Cipriano De Rore è presente col famoso madrigale amoroso Ancor che col partire, e la danza conclude gioiosamente l’applauditissima serata con Celeste Giglio, del meno famoso ma molto accattivante Fabrizio Caroso.
Annamaria Pellegrini